ANDIAMO IN MEZZO
Lunghezza
71,7
Lunghezza 71,7 km
Durata del percorso
05:00
Durata del percorso 05:00
Največja strmina vzpona[%]
13
Livello massimo della salita: 13 %
Livello massimo della discesa: 9 %
Livello medio della salita: 5 %
Livello della salita oltre 5%: 8,10 km
Altezza minima del percorso: 610 m
Altezza massima del percorso: 230 m
Differenza d'altitudine: 1092 m
Poraba kalorij
10174
Consumo di energia per gli uomini: 10174 kJ (2430 kcal)
Consumo di energia per le donne: 8290 kJ (1980 kcal)
Difficoltà
Difficoltà: Molto difficile
Tipologia del terreno ciclabile
Tipologia del terreno ciclabile: Misto
Tipo di bici: Bici da trekking
Breve descrizione

Questo è un percorso impegnativo per il ciclista e la bicicletta. Alcune salite e discese impegnative, in un piccolo tratto la strada è abbastanza trafficata, in certi punti percorribile a fatica. Da GEOSS (Centro geometrico della Slovenia) sino a Ihan farebbe comodo, almeno per la prima volta, avere qualche indicazione ma purtroppo non ce n'è.

Percorso

Podgrad – Laze – Kresnice – Litija – Ponoviče – Ržiše – Vače – Slivna – GEOSS – Gora – Drtija – Moravče – Tuštanj – Vrhpolje – Dole – Zalog pri sv. Trojici – Rača – Gorjuša – Ihan – Pšata – Podgorica – Šentjakob – Zadobrova – Zalog – Podgrad

Spingiamo allegramente
Pri Peclju si chiama la trattoria con i campi da sport a Podgrad, a est di Zalog, dove saltiamo in sella al nostro »cavallo in ferro« e spingiamo i pedali verso Litija su una stratta stretta ma buona, tra la linea ferroviaria sul lato destro e il fiume Sava sulla sinistra e durante la settimana di mattina non c'è neanche tanto traffico. La cosa migliore è cominciare proprio piano e con pazienza perché davanti a noi ci aspetta un percorso lungo e vario. È bene però che non perdiamo tanto tempo anche se in questa parte iniziale potremmo trovare qualcosa che valga la pena di vedere, ad esempio la confluenza del Sava, della Ljubljanica e del fiume Kamniška Bistrica che scorgiamo a sinistra, alla prima curva, dietro l'area di sosta organizzata e il cartello informativo .
Proseguiamo attraverso Laze e avanti dritto (Non svoltiamo a destra sotto la linea ferrata!) sino a Jevnica da dove in salita continuiamo verso Kresniške Poljane dove ci porta l'indicazione. A Kresniške Poljane scendiamo prima leggermente verso la linea ferroviaria e attraversiamo il sottopassaggio dove la carreggiata è molto stretta, dopo un breve tratto pianeggiante passiamo di nuovo sotto la ferrovia per andare dall'altro lato. Siamo a Kresnice e fino a qui è andato tutto senza problemi. Il luogo, abitato già in epoca romana, è oggi più conosciuto per la fabbrica di calce , per la tipica chiesa possente di s. Benedetto sull'altro lato del Sava e per l'antico castello di Vernek che era in rovina già al tempo di Valvazor. Qui c'è anche il ponte sul fiume Sava e il collegamento sino alla strada principale Ljubljana-Litija che si snoda sulla riva sinistra del fiume.

A Litija passando il Sava
Da Kresnice in avanti la strada peggiore sempre più sino a che non ci sorprende addirittura lo sterrato su una salita abbastanza ripida in cima alla quale c'è il bel castello di Pogonik. Per la ferrovia è stata scavata una galleria attraverso la montagna , noi purtroppo dobbiamo fare il giro. Il castello si trova in una bella posizione sopra un meandro fluviale ma oggi, purtroppo, non sfoggia più la sua imponenza di un tempo perché è stato completamente ricostruito. Era stato costruito dagli Ostenburg che si erano trasferiti qui dal castello precedentemente menzionato di Vernek presso Kresnice.
Nei pressi del castello c'è un monumento dove svoltiamo a destra e di nuovo sull'asfalto scendiamo nella valle del fiume Sava. Arriviamo a Litija vicino ad una miniera abbandonata di piombo, zinco e mercurio sotto il monte Sitarjevec. Ancora oggi sono visibili le tracce del lungo sfruttamento delle ricchezze minerarie. Una di queste è il cunicolo minerario abbandonato che si trova nella scarpata proprio vicino alla strada e dal quale fuoriesca un'acqua che lascia un sedimento rossastro. Subito dopo le prime case inizia Litija. La strada termina all'incrocio dove possiamo visitare il monumento di Plečnik alle vittime della Seconda guerra mondiale e un piccolo parco commemorativo. Chiaramente non abbiamo ancora bisogno di riposarci a Litija, dobbiamo però controllare come siamo con le scorte di acqua e con qualche spuntino perché sino a Vače non ci saranno vere e proprie occasioni per farlo.
Litija è un posto interessante e con una storia varia che non lesina con il patrimonio culturale conservatosi, tuttavia risparmiamoci per qualche altra volta una visita più accurata perché altrimenti perderemo troppo tempo. Non dimentichiamoci che non siamo nemmeno a metà strada ancora. Litija è anche un posto molto adatto per le escursioni nei dintorni dove sono stati realizzati anche tanti percorsi in bici marcati. Quando il fiume Sava era ancora navigabile – e questo ce lo ricorda la statua del barcaiolo dinanzi al palazzetto dello sport – Litija era un importante crocevia in quanto da una parte c'era un collegamento stradale con la regione Dolenjska, dall'altra parte, attraverso Vače, si andava invece nella Moravška dolina. No, e oggi abbiamo scelto quest'ultima per proseguire il percorso scelto. Perciò proseguiamo lesti a sinistra sulla scorciatoia che porta sino al ponte sul fiume Sava, lo attraversiamo e subito dopo ci avviamo a destra verso Ponoviče passando per il Centro ippico di Litija .

Stiamo attenti a non perderci
Nel paese di Ponoviče proseguiamo vicino al castello conservato di Ponoviče del XVI secolo con un interessante giardino del castello e il parco. Poco dopo il castello svoltiamo a sinistra, prima ancora però buttiamo lo sguardo su un piccolo negozio e il bar annesso che, a dire il vero, si trova dritto, ma dista solo alcune decine di metri. Sino a Vače non avremo altre occasioni per riempire la borraccia. La strada poi va un po' in salita, e dopo serpeggia in piano lungo una bella vallata che, senza farlo apposta, ci toglie il fiato. Non dobbiamo però perdere troppo tempo ad ammirare i bei prati e i bellissimi boschi perché potremmo perderci facilmente. Al bivio dove c'è una strada migliore che va a sinistra (verso Hotič) e una peggiore che va a destra, dobbiamo svoltare sulla peggiore, cioè a destra. Direzione: Boltija . Se ci siamo persi, dopo un po' di tempo e una piacevole e breve salita e discesa, ci ritroviamo a Hotič, sulla strada principale Litija–Ljubljana, come è successo ad un mio amico ciclista che non aveva ascoltato i consigli e poi si capisce (non so per quante volte già nella stessa stagione) aveva "spergiurato" che mai più avrebbe guidato su strade sconosciute e svoltato a senso, bensì che ai bivi, agli incroci, in particolare su quelli senza indicazioni, avrebbe prima di tutto guardato attentamente la cartina. Ma le sensazioni che ha provato quando si è smarrito sono così piccanti che a questo punto è il caso di riassumerle – un po' per scherzo e un po' veramente.

Coraggio in salita
Raccontava così: »Quando su quel cartello giallo contornato di nero e con la freccia ho letto che mancavano 6 km per Vače, ero felice e preoccupato allo stesso tempo. Contento perché non avevo bisogno di tornare indietro e un po' preoccupato per quel numero per niente magico. Sette o dieci, che sono veri numeri magici, sarebbero stati chiaramente ancora più preoccupanti. Sì, le salite abbastanza lunghe sono, infatti, la parte peggiore della mia attività ciclistica. Tempo fa in occasione di un'altra salita simile in prima avevo rimuginato un po' cercando di calcolare quanta più energia utilizzo per tale impresa rispetto ad un altro ciclista che è molto più leggero di me. Lì su due piedi, a memoria, chiaramente non sono arrivato a nessuna conclusione sensata, per non parlare di un risultato corretto. Nonostante tutto, in cima sono arrivato ansimando ma contento, come sempre in occasione di qualche successo del genere. E tutte le somme, le sottrazioni, le moltiplicazioni e le divisioni sono andate, si capisce, nel dimenticatoio. L'abitudine mi è però rimasta. Inizio sempre qualche tema che mi allontana il pensiero da quello che mi ordina che devo spingere, respirare correttamente, che non mi devo slanciare... e questa volta ho pescato nella memoria pensando a cosa mi ricordavo di Vače e del centro geometrico della Slovenia che mi aspettava in cima, più o meno a metà dell'intero percorso odierno. Dopo una breve pausa e anche uno spuntino, si capisce. Non troppo ma qualcosa di fondamentale sono riuscito, se così si può dire, a "tirarlo fuori".

Il vaso di Vače
A Vače e nei dintorni vicini hanno scoperto un sito preistorico tra i più ricchi delle nostre parti, con numerose posate, armi e monili della prima Età del Ferro. Il ritrovamento più noto, anche se si tratta di un ritrovamento fortuito, è certamente la Situla di Vače che è stata trovata nel 1882 da un contadino del luogo, Grilc. Si tratta di un vaso artistico e ornato in bronzo che fa parte dell'artigianato delle situle e risale al periodo tra il VII e l'inizio del IV secolo prima di Cristo ed è custodito nel Museo nazionale di Ljubljana. Nell'abitato di Klenik, un chilometro scarso da Vače in cui hanno trovato la situla, è stata invece esposta una sua copia ingrandita. La "situla" rappresenta un vaso con i manici, il più delle volte abbellito da ornamenti. Nel linguaggio di tutti i giorni queste stoviglie vengono chiamate "secchio". Potremmo quindi chiamare la famosa situla "secchio", il secchio di Vače. »Di Vače« chiaramente pensando a Vače e non al significato di paese. Anche se si pronuncia allo stesso modo il "secchio di paese" suona molto meno nobile del "secchio di Vače". Per non parlare della "situla"... che invece di "secchio" potremmo tradurre con "secchiello". Il secchiello di Vače – questo sì che suona bene!

A GEOSS andando in su e ...
Da Vače saliamo in su verso il centro geometrico della Slovenia, nel paese di Spodnja Slivna. Il centro è ben segnalato, e anche se all'inizio è un po' più ripido, all'ombra dei boschi diventa proprio piacevole. Quando il paesaggio si apre, soprattutto proprio in cima, non possiamo fare a meno di fermarci un attimo e di godere delle vedute infinite . Se ci prendessimo un po' più di tempo e ci facessimo aiutare anche dalla cartina della Slovenia, potremmo indicare proprio tutte le cime che svettano verso il cielo, fino alle Alpi.
A Spodnja Slivna si vedono già delle belle e accoglienti fattorie. In particolare il fine settimana si sforzano di offrire agli ospiti qualcosa della cucina casereccia. Durante la settimana e di mattina sono chiaramente indaffarati con la terra ma non lasciano andar via nessuno dalla casa che abbia sete o fame. Qualcosa da mettere sotto i denti si trova sempre, anche qualche bibita rinfrescante è sempre a portata di mano. Per questo i ciclisti hanno qui il loro »breviario« dove si iscrivono. Non possiamo né dobbiamo dimenticarsi dell'interessantissimo museo dell'antichità di Kimovec (Kimovčev muzej starožitnosti) e il giardino Škundrov vrt in cui sono presentate delle sculture – gioco della natura – e molte figure scherzose.
Un po' più avanti, dopo il viale di larici, si trova una lapide in pietra che rappresenta il centro geometrico della Slovenia (GEOSS) . Lì è d'»obbligo« farsi una fotografia per ricordo e come prova di aver superato la sfida a due ruote, poi si gira a sinistra e si torna indietro. Ma attenzione! Non possiamo proseguire fino all'incrocio sulla strada principale che da Vače porta a Kandrše e sulla quale siamo arrivati, bensì si dovrà svoltare già prima a sinistra. Questa curva è così importante che merita un capitolo a parte. Il seguente.

... e confusamente all'ingiù
Per fare un percorso ciclistico unico, si può dire quasi sperimentale, in questa parte della Slovenia, la variante peggiore è quella se da Slivna proseguiamo sino all'incrocio con la strada principale che arriva da Vače e lì svoltiamo a sinistra e scendiamo giù a valle fino a Kandrše. E che cosa ne pensa al riguardo il nostro amico ciclista? Dice così: "Il problema non è nella strada che è ben ordinata, che la bicicletta sfreccia già come un grosso tronco che scivola giù. E chiaramente da Kandrše si arriva giù a Moravče e da lì in avanti secondo il piano ma quel percorso si snoda lungo le strade principali, abbastanza trafficate, e attraversa un paesaggio per niente pittoresco. Questo l'ho potuto riscontrare, purtroppo, solo una volta arrivato a valle e la salita al ritorno è stata un grosso castigo per l'altro errore che avevo fatto quel giorno e per la superficialità, dato che di nuovo non avevo guardato in modo approfondito la cartina ma avevo preferito andare a naso come quell'asino idiota a cui viene appesa una carota su un bastone ad un metro dal suo muso così che cammina e ansima dietro."
Quella giusta è invece questa: a Spodnja Slivna, proprio nel centro del paese, svoltiamo a sinistra verso il Parco avventura , alla fine delle case si va dritto e si prosegue sullo sterrato (il Parco avventura è sulla destra). Il percorso attraverso il bosco ci porta sino all'abitato di Gora pri Pečah (questa parte a dire il vero si chiama Zgornja Gora). Tutto il tempo ci teniamo sulla strada che a prima vista sembra dominante. A Zgornja Gora svoltiamo stretti a destra (quasi a 180°) sulla prima strada (in asfalto) e nel bosco. Di lì a poco siamo di nuovo su una curva simile – questa volta a sinistra. Procediamo sempre dritto lungo la strada sino a quando va. Agli incroci ci teniamo su una strada più larga che porta vicino alle prime case, attraverso il bosco e passando da alcune case ad altre case. Lì non si va più dritto (al n. civico Gora 3), svoltiamo quindi a sinistra e letteralmente nel bosco.
A Zgornja Gora, vicino alla prima curva menzionata (a destra) possiamo pensare anche ad una piccola "complicazione" e prendiamo lo spunto per andare a visitare la chiesetta di s. Floriano, veramente pittoresca e non distante più di 500 m , da qui le straordinarie vedute si spingono fino alle montagne di Kamnik e alle Alpi Giulie. La Limbarska gora sembra sul palmo della mano. Arriviamo fino alla chiesetta se a quella curva stretta a destra, quando da Slivna attraverso il bosco arriviamo sull'asfalto, non svoltiamo indietro e all'ingiù, bensì continuiamo ad andare dritto sulla strada ripida (solo a fatica si merita tale nome) fino ad andare su in cima. Poi dobbiamo ritornare indietro – non c'è altra uscita. E abbiamo bisogno anche di una buona bicicletta perché la strada è abbastanza sconnessa per non dire "rocciosa". Forse la cosa migliore è fare questo tratto a piedi.

Nella valle Moravška dolina
»Mi prende la voglia di scendere giù dalla bicicletta e di andare a funghi, di dimenticare la rabbia che ha cominciato a rodermi a causa della cartina in tasca e non davanti agli occhi. Mi si è, infatti, intrufolato un pensiero in testa di essermi di nuovo perso. Va bene che la strada stava andando per fortuna un po' in discesa e non avevo niente da fare né con i pedali né con i freni. All'improvviso mi ha messo una buona dose di buonumore – una capra! Sì, una capra, una capra di casa vera e propria che stava in mezzo alla strada, brucava lentamente le foglie, come la mia vicina le storie di paese e mi guardava con aria interrogativa. Mi era sembrato come se mi avesse strizzato l'occhio pensando: "Sì, che cosa ti è – ti sei perso, a?" Mi sono messo a ridere proprio ad alta voce e di tutto cuore, e quando la signora dalle corna si è degnata di scansarsi dalla strada, sono arrivato ad una grande fattoria. Una volta forse si trattava di un grande possedimento che ha poi vissuto dei tempi peggiori. Adesso sembra che si stia risollevando e allargando. "Sì, sì, lei è sulla strada giusta, questa è la strada vecchia che porta da Moravče a Litija, che attraversa il nostro cortile. Avanti così, e arriverà presto a Moravče,' mi ha consolato in modo gentile il robusto proprietario. E la giornata è ritornata di nuovo bella.«

Moravče
»Qui e là mi fermo e guardo la cartina. Anche l'orologio guardo. Ohi me! Addio pranzo, mi dico, proprio ad alta voce, dove è ancora Ljubljana, e Zalog e Podgrad! E se andrà avanti così come fino ad adesso, anche per cena non mancherà tanto.«
Scendiamo e quando la strada esce dal bosco e la vista si apre, arriviamo a valle, a Drtija dove sulla strada principale svoltiamo a sinistra e su di essa a Moravče. Qui intorno già tempo fa scavavano la sabbia quarzosa e la portavano addirittura nella Repubblica ceca per produrre il vetro. A Drtija la scavano ancora oggi. Moravče è nota anche per il luteranesimo che si è sviluppato fortemente nel periodo della Riforma, per le numerose chiese e i partigiani. Il luogo è un buon punto di partenza per numerose gite, ad esempio sulla vicina Limbarska gora.
Così, d'ora in avanti sul percorso non ci saranno più salite e discese degne di nota, solo alcune corte, giusto per spezzare un po'. "Nonostante tutto mi sembra ancora troppo presto per concedermi qualche buon boccone, anche se l'ora per il pranzo è già scoccata da un bel pezzo e nelle cucine di quelle rinomate trattorie di Moravče si stanno già preparando per la cena, sino all'arrivo mancano ancora parecchi chilometri, per questo ancora prima del centro di Moravče, l'indicazione per Češnjice mi indirizza a sinistra,« commenta il nostro amico.

Una valle piacevole e il castello
Ci sorprende la valle, distante solo un tiro di schioppo dal brusio. Non è troppo abitata, i paesi sono ordinati, la strada regolare. A dire il vero, il tutto non è tanto lontano da qualche città più grande e molti sarebbero attratti dall'idea di vivere qui. Ma questo dura solo un attimo. Spingiamo avanti e attraverso Češnjice arriviamo felicemente a Tuštanj dove si trova un castello medievale, costruito nel 1490, e non ci crederete, è uno dei pochi che non sono stati incendiati né danneggiati durante la guerra o nazionalizzati dopo la guerra. Si sono per lo più conservati gli arredi originari, parte del castello è aperta solo per le visite e vale la pena fare una piccola deviazione sino a lì. Poi si va avanti, chiaramente. Direzione: Vrhpolje.

Per tutti i dove
Il nostro amico ciclista descrive così questa parte: Vrhpolje, seguono Stegne, Dole pod Sveto Trojico e Kokošnje e Zalog pod Sveto Trojico. Procedo sicuro con la cartina e allo stesso tempo penso che la prossima volta dovrò andare in giro e prendere con sé anche una matita così potrò annotarmi sulla cartina qualche punto di orientamento o qualcosa di simile nei tratti in cui sono in dubbio su dove mi devo girare. In ogni caso, sarà per la prossima volta. Ma chi si ricorderà quei sentieri per le galline su cui mi hanno fatto andare gli amici. E non è così? E un'indicazione del genere vale per Zalog. Non andate assolutamente a destra sulla strada principale e sull'altro lato del ruscello Rača ma a sinistra prima del ruscello e sullo sterrato finché va, poi a destra sul ponticello e dall'altro lato, proseguendo di nuovo vicino al ruscello. Dopo un chilometro circa segue ancora un ponticello e subito si riallaccia alla strada asfaltata dove si deve andare a destra. La regola quindi è: costantemente lungo il ruscello Rača e non è possibile perdersi. Facilissimo come bere un bicchier d'acqua! O anche no. Dipende per chi – ad esempio per me. La terza volta va da sé, anche se è sbagliato. Ho di nuovo sbagliato alla grande, sono ritornato per un pezzo di strada e alla fine sono riuscito ad intravedere il cartello: Gorjuša. L'avrei abbracciato!«

Sbuffando su Krumperk
»Direi che non ho soffiato, ma sbuffato come un toro in un'arena spagnola, ma non per quelle salitine o per quella parte di strada "dissestata", bensì per la rabbia di essermi nuovamente dedicato troppo poco alla cartina. Ma quando imparerò la lezione!? A Krumperk mi calmo un pochino anche se lì probabilmente non sono esperti per i tori arrabbiati in quanto nel castello è attivo un Centro ippico che si occupa dell'allevamento di cavalli di razza e in genere di equitazione.«
Su per la salita – passando per il castello – e di nuovo giù sullo sterrato. Procediamo fino al trampolino per gli sci che lasciamo di fianco. Sulla destra ci accompagna l'autostrada che va verso la Stiria. Prelog vicino a Ihan. All'inizio del luogo c'è un »distributore per la sete«, come direbbe il nostro amico, una trattoria con il giardino, infatti. Comunque, dice così: »Spingo ancora avanti fino a Ihan e con la cartina in mano mi preparo per quando si deve svoltare stretti a destra e passare il fiume Kamniška Bistrica, avanti verso Mala Loka e ai margini di Dragomelj sino alla Pšata e a Podgorica.«

Ancora oltre il fiume Sava e la Ljubljanica; adesso basta
A Podgorica svoltiamo a sinistra sulla strada Domžale–Ljubljana, passiamo vicino a Šentjakob, attraversiamo il Sava e subito dopo il ponte sul Sava al primo incrocio (semaforo) svoltiamo a sinistra sotto l'autostrada dall'altra parte dove ci aspetta un altro semaforo. Questo tratto è il più trafficato di tutti oggi. Da qui in avanti procediamo verso l'Impianto centrale di depurazione (CČN). È quasi impossibile perdersi – l'asfalto ci porta sino al depuratore, segue un po' di sterrato e siamo già a Zalog. A sinistra andiamo sulla strada Agrokombinatska cesta, su questa sino al Zadružni dom e da lì un'altra volta a sinistra e poi veramente solo dritto – passando il fiume Ljubljanica sino a Podgrad.

»Signore, ma è venuto da lontano?' mi chiedono lì dove Dio stende la mano, davanti alla trattoria e sto quasi per inciampare con la bicicletta e confermano quanto avevano visto: "Lei sembra proprio distrutto". Cavolo! Mi hanno messo in imbarazzo e me la svigno in tutta fretta.«

 

Castello Pogonik (Poganick)
Il maniero sarebbe stato costruito dai signori Vernek dalle rovine del vecchio castello Vernek presso Kresnice. Questo sarebbe successo nel 1552. Il castello non ebbe mai una proprietà costante. Si alternarono numerosi proprietari nobili, nel 1804 passò invece in mani borghesi. Durante la Seconda guerra mondiale vi fu al suo interno una base tedesca e per questo i partigiani incendiarono il castello. Dopo la guerra il proprietario Franc Gnezda lo ristrutturò e lo trasformò in una villa con degli sbalzi agli angoli

Litija e la miniera sotto il Sitarjevec
Litija era una volta una città importante sulla Sava. La sua importanza era data dalla sua posizione, in un crocevia tra strade di trasporto (collegate al trasporto fluviale sulla Sava), successivamente anche dalla miniera sotto il Sitarjevec. In quel punto esisteva una miniera già nel Medioevo, al tempo dell'impero austro-ungarico la miniera di Litija era la più grande miniera di piombo e zinco sull'intero territorio della monarchia. Oltre ai due metalli estraevano anche il mercurio, il barite e in quantità minore anche altri metalli (antimono, zinco e rame). Sino alla chiusura di questa miniera estrassero 50.000 t di piombo, 1000 kg d'argento, 42,5 t di mercurio e 30.000 t di barite. La miniera ha cessato la sua attività nel 1965. Allora non è stata chiusa in modo professionale, bensì solo abbandonata. Adesso i cunicoli trascurati sono in stato di abbandono, i sostegni crollano, su Litija incombe potenzialmente una catastrofe ecologica. Già in passato, quando la miniera era ancora attiva, si sono verificati incidenti ecologici (negli anni 1895 e 1932). Allora aveva ceduto la diga di protezione, attraverso il pozzo l'acqua, mescolata a fango, era emersa in superficie e aveva inondato parte della città. Era stato raccolto fango per circa 80 vagoni. Tale catastrofe si può verificare nuovamente in quanto dietro i cunicoli della miniera sono rimaste intrappolate diverse migliaia di metri cubi di fango e acqua.

Castello Ponoviče (Ponawitsch)
Dapprima Ponoviče era un possedimento dei conti di Višnjegora, poi degli Ortenburg e successivamente dei principi di Celje. Il castello a metà del XVI secolo era stato costruito da Viljem Paunsperger, visdomino regionale della Carniola. Nel 1635 era stato occupato e saccheggiato dai contadini in rivolta. Nel periodo barocco il castello era stato ristrutturato radicalmente. Era stata costruita una nuova ala, per questo adesso ha una pianta a forma di »L«. Arrivò in mani borghesi negli ultimi trent'anni del XIX secolo. Sino alla caduta della monarchia austro-ungarica vi fu al suo interno una fabbrica di spirito e di lievito, tra le due guerre mondiali invece un ginnasio russo e un collegio femminile. Dopo la seconda guerra mondiale vi fu al suo interno l'amministrazione dell'allevamento, adesso ci sono al suo interno degli appartamenti.

Vače
Già nel XV secolo Vače aveva ottenuto i diritti di borgo ed era il centro dell'attività mineraria e delle fusine. Nel 1935 i ricercatori dell'Accademia delle scienze e dell'arte scoprirono nelle sue vicinanze un insediamento risalente al periodo di Halstatt le cui mura sono visibili tutt'oggi. Un sito particolarmente interessante di Vače è anche la chiesa di s. Andrea con il Sepolcro in vetro che è stato donato dai maestri vetrai di Moravska Ostrava. Qualcosa di simile non si vede nelle vicinanze, se esiste da qualche parte. La chiesa, a dire il vero, risale alla metà del XIX secolo e vanta quadri e affreschi dei pittori Langus, Metzinger e Šubic. Una chiesa più piccola stava probabilmente qui già nel XIII secolo. Nella piazza centrale nel 1879 è stato scavato un pozzo che arriva a 32 m di profondità nella nuda roccia. Una particolarità, degna di essere vista, è anche un vecchio residuo fossile di costa marina, risalente a 13 milioni di anni fa, con dei fossili di conchiglie che possiamo guardare nei pressi del cimitero. È indicata la strada per arrivarci.

Klenik è un abitato, distante circa 800 m da Vače. È noto per il ritrovamento di una situla in bronzo del periodo di Halstatt e una copia molto ingrandita è stata posta in visione a Klenik. La situla è stata molto probabilmente realizzata a cavallo del VI e V secolo prima di Cristo quando nei dintorni di Vače c'era un'intensa attività metallurgica, legata all'estrazione dalle miniere, soprattutto del bronzo. La situla è stata trovata il 17 gennaio 1882 da un contadino locale, Janez Grilc. Oggi è custodita nel Museo nazionale di Ljubljana. È realizzata con una lamiera in bronzo, è alta 23,8 cm. È riccamente decorata con degli ornamenti in rilievo che si ripetono in tre serie lungo la circonferenza. La prima serie mostra dei cortei, la seconda dei riti di offerta, la terza degli animali. Le figure rappresentate su questa situla sono raffigurate sulla carta d'identità slovena.

GEOSS è il punto centrale della superficie della Repubblica di Slovenia. La lapide commemorativa è stata inaugurata il 4.7.1982. Si trova su fondamenta profondamente interrate, è tenuta da quattro sostegni che indicano la rosa dei venti. Il numero 644,842 indica la misura sul livello del mare. La lapide stessa è in granito a quattro angoli e sul lato settentrionale sono indicate le coordinate geografico del punto GEOSS, sul lato orientale è fissato lo stemma nazionale e di sotto è stato cesellato il contorno della Repubblica di Slovenia, sul lato meridionale sono invece stati incisi i versi della Zdravljica (Brindisi) di Prešeren, su quello occidentale i nomi degli sponsor che hanno consentito la realizzazione del progetto.

Castello Tuštanj (Tuffstein), Zg. Tuštanj
L'anno 1490 sopra il portale di ingresso al castello testimonia dell'origine di questo castello, anche se il luogo è stato menzionato per iscritto già nel 1238. Sino al 1800 il castello era di proprietà degli Schwabov nobili di Lichtenberg, successivamente conti (il cui stemma orna ancora oggi la facciata orientale), successivamente è stato acquistato da Ignacij Scaria (Škarja?). Sua nipote Maksimilijana si è sposata nel 1854 con l'ex giardiniere del castello Luka Pirnat e dopo la morte nel 1873 gli ha anche lasciato il castello. Da allora è di proprietà della famiglia Pirnat. Nel 1704 è stata costruita vicino al castello una cappella in cui vi sono gli affreschi di Franc Jelovšek del 1725 e un dipinto dell'altare di Layer. Il castello è in restauro dal 1990. Gli arredi originari si sono per lo più conservati. Il castello è aperto per le visite turistiche e al suo interno vengono organizzati anche matrimoni.

Castello Krumperk, Gorjuša
Sulle fondamenta del castello turrito di Kreutberg del XIV secolo il barone Adam Rauber, intorno al 1580, costruì un nobile edificio rinascimentale a due piani il cui aspetto da fortezza gli viene dato dalle quattro torri agli angoli e dal cornicione sotto il tetto con le linee per l'artiglieria. Il castello passò di proprietà ai conti Raspov e rimase nelle loro mani per parecchio tempo. Nel 1928 fu acquistato dall'industriale Pogačnik di Maribor, dopo la guerra fu nazionalizzato. Fu trasformato in appartamenti, per un po' di tempo ci fu al suo interno anche il museo della lavorazione della paglia. Dopo la denazionalizzazione fu restituito ai discendenti degli antichi proprietari.

Trattoria pri Peclju, Cesta v Kresnice 19, Podgrad
Tipo: Trattoria. Offerta gastronomica: cucina slovena, piatti casarecci, piatti di pesce. Particolarità: organizzano picnic, feste e banchetti per gruppi prenotati.

Trattoria e pizzeria Pergola, Valvazorjev trg 16, Litija
Tipo: trattoria, pizzeria. Offerta gastronomica: spuntini, pizze.

Trattoria Mrva, Vače 7, Vače
Tipo: trattoria. Offerta gastronomica: piatti caserecci, d'inverno carne di maiale appena macellata.

Trattoria Vrabec, Slivna 18, Vače
Tipo: trattoria. Offerta gastronomica: piatti caserecci, cucina internazionale, piatti di pesce, griglia, selvaggina. Particolarità: attività sportive, parco bioenergetico.

Trattoria Peterka, Drtija 22, Moravče
Tipo: ristorante, caffè. Offerta gastronomica: piatti caserecci, vitello, dolci, pranzi. Particolarità: parco giochi per bambini, pony.

Trattoria Mngan, Breznikova cesta 2, Prelog pri Ihanu
Tipo: trattoria. Offerta gastronomica: piatti caserecci, spuntini, pranzi.

Il castello di Tuštanj è noto per la storia d'amore tra la sua proprietaria Maksimilijana Scaria e il giovane giardiniere Luka Pirnat, di quindici anni più giovane. Quando nel 1854 finalmente si sposarono, lei aveva già quarantaquattro anni. Maksimilijana era una donna dal carattere forte, con Luka diventarono una coppia armoniosa e di successo anche se non provenivano dallo stesso ceto. È risaputo che la società di Maksimilijana non lo accettò mai completamente. Nonostante questo il merito principale di Luka è quello di non aver fatto decadere la proprietà piena di debiti. Il matrimonio fu senza figli. Dopo la morte di Maksimilijana il castello passò per testamento nel 1873 a Luka. Rimase di proprietà della famiglia Pirnat fino ai giorni nostri. Da questa famiglia ha origine anche il pittore e scultore Nikolaj Pirnat (1903–1948), a dire il vero nato a Idrija.

Trattoria pri Peclju
Si tratta di una trattoria con una tradizione di prestigio. Sino a che il fiume Sava era ancora navigabile, passava vicino una strada lungo la scarpata del Sava e lungo la quale a piedi e trainati tiravano le imbarcazioni fluviali contro corrente. I cocchieri, affamati e assetati, amavano fermarsi nella trattoria. È interessante l'origine del nome di questa trattoria. L'allora proprietario (all'inizio del XIX secolo questi era Vrhovšek), oltre all'attività di ristorazione si occupava anche della vendita di frutta. La tradizione narra che i piccioli rimasti dalle ciliegie utilizzate per l'offerta gastronomica, venivano buttati tra le ciliegie da vendere. Questo fu notato dai bambini che iniziarono a chiamarlo »Picciolo«. La trattoria è dal 1938 di proprietà della famiglia Grad.

Prediv dan o la Fiera di Andrea (Andrejev sejem) a Vače
La manifestazione che si svolge tutti gli anni alla fine di novembre o all'inizio di dicembre. Si basa sul diritto imperiale di organizzare le fiere, diritto che Vače aveva acquisito già più di cinquecento anni fa.

La giornata di Vače è una manifestazione che si svolge tutti gli anni l'ultima domenica di agosto. È organizzata dall'Associazione di donne e ragazze di Vače. Le abili mani dei suoi membri preparano dolci di ogni tipo, li decorano per la fiera e li offrono sugli stand. Nel pomeriggio si svolge un ricco programma culturale che ogni anno evoca anche diversi usi e costumi che stanno lentamente scivolando nell'oblio (ad esempio: la trebbiatura del grano, le usanze del fidanzamento, segare la legna, la posa della carbonaia, la scotolatura del lino etc.).

Sulla strada Kresnice–Litija ci imbattiamo in un piccolo tratto di sterrato malandato. Il tratto peggiore è in salita verso il castello di Poganek dove la strada attraversa la galleria ferroviaria che porta lo stesso nome.
Il tratto da Slivna a Drtija è poco popolato. Bisogna tenersi sulla strada più larga, altrimenti possiamo perderci – tuttavia, nonostante tutto, tutti i sentieri finiscono sulla strada Kandrše–Drtija che alla fine ci porta a Moravče. Se non ci va di fare ricerche in giro, possiamo ritornare verso Vače e cercare un bivio con la strada asfaltata verso Moravče. Questa ci porterà a valle sino a Drtija, da lì possiamo proseguire secondo i piani.
Il tratto tra Podgorica e Zg. Zadobrova è molto trafficato. Non ci sono altre possibilità perché altrove non c'è un ponte sul fiume Sava e un sottopassaggio sotto l'autostrada che va verso la Stiria.