LE RIVE DEL FIUME LJUBLJANICA
Lunghezza
29,4
Lunghezza 29,4 km
Durata del percorso
01:30
Durata del percorso 01:30
Največja strmina vzpona[%]
6
Livello massimo della salita: 6 %
Livello massimo della discesa: 5 %
Livello medio della salita: 2 %
Livello della salita oltre 5%: 0,60 km
Altezza minima del percorso: 304 m
Altezza massima del percorso: 267 m
Differenza d'altitudine: 200 m
Poraba kalorij
3052
Consumo di energia per gli uomini: 3052 kJ (729 kcal)
Consumo di energia per le donne: 2487 kJ (594 kcal)
Difficoltà
Difficoltà: Medio-bassa
Tipologia del terreno ciclabile
Tipologia del terreno ciclabile: Misto
Tipo di bici: Bici da trekking
Breve descrizione

Il percorso si snoda lungo la riva sinistra e destra del fiume Ljubljanica da Trnovo a Zalog. È completamente in piano e adatta per una visita turistica. Attraverso la periferia collega il centro urbano con un ambiente del tutto paesano. È bello seguire la forma visibile delle rive del fiume. Interessante il contatto con l'acqua.

Percorso

Livada – Hradeckega cesta – Štepanja vas – Fužine – Zadvor – Zavoglje – Kašelj – Vevče – Slape – Nove Fužine – Moste – Tabor – Prešernov trg – Trnovo – Livada

A Livada
Il punto di partenza è da qualsiasi parte lungo il tracciato ma forse è più conveniente se iniziamo dal parcheggio presso l'osteria Livada. Il percorso può essere iniziato in una qualsiasi delle direzioni. L'itinerario scorre più facilmente in direzione oraria ma è più interessante in senso antiorario e per questo viene descritto il percorso in questo senso. Chiaramente, indipendentemente dalla direzione, ha la stessa lunghezza. Andiamo allora ...
Svoltiamo verso la Ižanska cesta (dal parcheggio presso l'osteria Livada svoltiamo a sinistra) e la percorriamo verso nord. Arriviamo presto al primo sito d'interesse – l'Orto Botanico . Qui conviene fermarsi per qualche minuto per passeggiare lungo i sentieri centrali. Giusto per farsi un'impressione. L'Orto è nato nel 1810, nel periodo delle Provincie illiriche. Risale a quel periodo il tiglio possente che sarebbe stato piantato duecento anni fa dallo stesso governatore principale delle Provincie illiriche, il maresciallo Marmont. Ma chiaramente non è l'unica cosa interessante dell'Orto. Vale la pena visitare anche una rarità mondiale, la pastinaca di Fleischmann (Pastinaca sativa var. fleischmannii) che è stata scoperta già più di centocinquant'anni fa sul pendio del castello, adesso però cresce solo nell'Orto Botanico, e forse anche la pastinaca di Hladnik (Hladnikia pastinacifolia) che è l'unica rappresentante del suo genere, un endemita sloveno che prende il nome da Franc Hladnik, fondatore dell'Orto Botanico di Ljubljana. Questa pianta è immortalata su una moneta commemorativa slovena da due euro . Forse sarete delusi quando vedrete le due piante. Entrambe sono abbastanza modeste nell'aspetto – da lontano entrambe ricordano il prezzemolo che conoscono tutti. Ma non fa niente, la raccolta dell'Orto Botanico è abbastanza varia così che troverete sicuramente qualcosa anche di vostro gusto.

Sotto il Golovec
Proseguiamo lungo la Hradeckega cesta sull'estremità settentrionale del Golovec. I dossi sono poco piacevoli per i ciclisti ma efficaci per le automobili (ovvero contro di esse). Sotto di noi, a sinistra, c'è la ferrovia, dopo di questa c'è il canale Gruberjev prekop. Svolge ottimamente il suo compito in quanto già dal 1780 protegge Ljubljana dall'acqua alta del fiume Ljubljanica. Inizia a Špica nel quartiere di Trnovo e fa defluire parte del fiume Ljubljanica su un nuovo alveo, la parte rimanente dell'acqua può nel frattempo scorrere pacificamente attraverso il centro urbano. Il sistema è regolato da due chiuse, una sul canale Gruberjev prekop (ci stiamo proprio passando vicino) e una sul vecchio alveo (arriverà dopo il suo turno).
Sulla curva, vicino alla chiusa sul canale Gruberjev prekop, si stacca a destra una strada abbastanza ripida che porta all'Istituto astronomico e geofisico sul Golovec, se a qualcuno interessa, tutti gli altri possono proseguire sino al semaforo e di là attraversiamo la Poljanska cesta, e poi a sinistra sopra il ponte e poi una curva strettissima (180 gradi) a destra per ritornare indietro!

Kodeljevo
Adesso siamo sulla riva Turnsko nabrežje, sulla sinistra del canale Gruberjev prekop. Siamo nel parco vicino al palazzo Turn di Codelli, nelle vicinanze ci sono anche numerose strutture sportive e chiaramente anche un'offerta gastronomica. L'area intorno al palazzo viene oggi chiamata, in modo un po' slovenizzato, Kodeljevo. Sarebbe stato più corretto Codellijevo ma qui si tratta già di regole linguistiche, noi invece siamo in gita ...
Lungo una pista ciclabile segnalata arriviamo sino alla Kajuhova cesta dove svoltiamo a sinistra su un sentiero pedonale asfaltato lungo il quale proseguiamo sino al semaforo. Attraversiamo la Kajuhova cesta e ci indirizziamo verso est su quello che era una volta il ponte principale attraverso il canale Gruberjev prekop che è oggi protetto con dei paletti e non è accessibile ai veicoli a motore. Davanti a noi si trova la Štepanjska vas. Un tipico insediamento di carattere rurale con la chiesa, il cimitero e un grappolo di case una addossata all'altra in uno spazio piccolo. Era così l'insediamento originario che è oggi completamente circondato da condomini e sembra proprio smarrito. Subito dopo il ponte svoltiamo a sinistra sul sentiero in ghiaia passando vicino agli orticelli di Ljubljana ben ordinati sino al ponte successivo (questo era stato previsto sin dall'inizio solo per i pedoni) dove ci imbattiamo nell'inizio del percorso di passeggiate e piste ciclabili lungo il fiume Ljubljanica . Appena un po' più avanti, sul lato sinistro, possiamo intravedere fugacemente la confluenza tra il fiume Ljubljanica e il canale Gruberjev prekop. Da lì in avanti tutta l'acqua scorre di nuovo solo su un alveo. Il percorso ci guida più avanti in un ampio arco intorno a Štepanjsko naselje, un bell'esempio di costruzioni residenziali ben orientate che, nonostante l'alta densità abitativa, è riuscito a conservare un gran numero di superfici verdi e assicura tutta l'infrastruttura necessaria per un soggiorno piacevole degli abitanti.

Hrušica-Fužine
Il sentiero finisce sulla Trpinčeva ulica. Questo significa che siamo sulla strada dove c'è anche tutto il resto del traffico che non disturba però troppo. Nonostante questo però non dobbiamo vantarci troppo perché qua e là ci può sorprendere qualche camion grande. Andiamo avanti passando per la fabbrica Totra e ci avviciniamo di nuovo al fiume Ljubljanica , notiamo che quest'ultimo è molto più largo del solito. Il motivo è dato dalla diga nei pressi della centrale idroelettrica di Fužine , una delle centrali elettriche più antiche e ancora funzionanti. Era stata costruita per la cartiera a Vevče, adesso già da più di cent'anni macina l'acqua. Riguardo alla forza si potrebbe oggi considerare una »piccola centrale idroelettrica«, tempo fa le esigenze erano chiaramente diverse.
Proseguiamo lungo la riva, attraversiamo la Chengdujska cesta (non vi preoccupate – non siamo ancora in Cina!). L'incrocio vicino al ponte non è ben visibile – pericolo da destra! Poi andiamo dritto verso la fabbrica Žima. L'asfalto finisce ma nonostante questo la strada è buona. Di lì a poco siamo sotto il ponte chiamato Harfa (Arpa). Sopra di noi c'è la Tangenziale Est e se guardiamo su, notiamo sul calcestruzzo delle fasce incollate sul calcestruzzo con cui è stato consolidato il ponte quando nel 1999 si dovevano trasportare gli evaporatori sostitutivi per la centrale nucleare di Krško. Il carico, compreso il veicolo, pesava più di 660 tonnellate. Il ponte consolidato con le fasce ha resistito anche se era stato progettato e costruito per carichi sensibilmente inferiori. Veramente delle fasce potenti .

Verso Sostro
Subito dopo il ponte ci sono delle scale che portano i pedoni al livello superiore sul quale passano le automobili, noi ciclisti dobbiamo invece andare ancora 60 m più avanti dove prendiamo una salita che ritorna indietro e ci porta parimenti al livello superiore. Quando arriviamo in cima, il percorso ci indirizza di nuovo verso il ponte, appena prima dell'autostrada svoltiamo però a sinistra su una strada che corre parallela a questa. Continuiamo lungo la recinzione dell'autostrada sino a che non arriviamo a Litijska cesta. Lì ci imbattiamo su un semaforo che non ha il passaggio pedonale, figuriamoci per i ciclisti perciò lì non possiamo attraversare. Questo lo faremo con accortezza un po' più a est, vicino alla fermata dell'autobus. Dall'altro lato della strada continuiamo la direzione verso est passando dall'osteria Pri Micki, nota e molto frequentata. Non guideremo proprio a lungo su questo tratto pericoloso, dobbiamo andare solo fino alla prima strada asfaltata che si allaccia da sinistra. Lì, quindi, a sinistra e dritto, andando in giù, verso la Papirniška pot. Alla fine della discesa sulla destra c'è uno spazio dove c'era una volta la Fiera dell'auto (Vi ricordate ancora, compagni?), davanti a noi c'è invece la cartiera Vevče e dietro le Alpi di Kamnik. Che contrasto! Meglio non guardare troppo il panorama! Ci può sorprendere qualcuno dei camion che vanno regolarmente in cartiera.
All'incrocio con la strada Pot heroja Trtnika svoltiamo a destra andando in su, in cima alla salita invece svoltiamo a sinistra sulla Cesta 13. julija. Adesso siamo di nuovo in sella e godiamo di una bella vista sui prati alluvionati e il fiume Ljubljanica di sotto. La strada che è molto stretta attraversa il vecchio abitato rurale di Zadvor. Quando arriviamo sino alla Litijska cesta, svoltiamo un'altra volta a sinistra e quando la strada principale gira a destra (vicino alla fermata dell'autobus) andiamo ben dritto verso Zavoglje.

Zavoglje
Veramente un paesino simpatico – non avrei mai potuto pensare che nell'area di Ljubljana ci fosse ancora qualcosa di simile. La sua particolarità maggiore è la chiesetta di s. Ulrico (sv. Urh) ben ristrutturata che all'epoca delle incursioni turche era un accampamento di difesa. Le mura sono ancora ben conservate. Sulla facciata sono visibili i resti degli affreschi e le pietre romane poste in opera . Lasciamo la chiesetta sulla destra e proseguiamo tra le case sino ad un ponticello in legno con il quale attraversiamo il torrente Dobrunjščica. Svoltiamo subito a sinistra sulla strada asfaltata. Proseguiamo verso nord e quando da destra scorgiamo la strada in sterrato svoltiamo su di essa, cioè appena prima di arrivare sul ponte che attraversa il fiume Ljubljanica. Di lì a poco segue un altro incrocio dove svoltiamo di nuovo a destra, attraverso i prati. Il colle cui ci avviciniamo si chiama Deben vrh o Debni vrh) ed è il punto più alto della cresta del Kašelj. Sotto di questo c'è lo stagno artificiale di Kašelj nei pressi del quale possiamo sostare un attimo. È molto frequentato, pertanto molto probabilmente non saremo soli. D'estate ci fanno compagnia i pescatori, in inverno i bambini che vanno a pattinare, nelle mezze stagioni ci sono tante persone che passeggiano lungo le sue rive e anche qualche picnic si potrebbe trovare. Ai margini dello stagno crescono dei possenti salici che però il passare del tempo (e soprattutto dei visitatori) ha fortemente intaccato.
Circa 600 m più avanti c'è di nuovo qualcosa di acquatico, questa volta il braccio morto del fiume Ljubljanica che è ricoperto di piante acquatiche. I bracci morti del fiume sono a dire il vero frequenti sui fiumi con andamento pianeggiante, come ad esempio lo è il Mura. Il nostro qui è qualcosa di particolare, infatti ha al centro addirittura un'isoletta congiunta con un ponticello . Ancora un po' più avanti c'è la casa dei pescatori RD Vevče dove possiamo ristorarci, subito dopo ci sono due ponti sul fiume Ljubljanica. Il primo è quello della ferrovia, il secondo è invece stradale. Presso il secondo termina la nostra strada e quindi svoltiamo a sinistra sulla strada principale e arriviamo a ...

... Zalog
Adesso siamo sulla riva sinistra della Ljubljanica. Una volta c'era a Zalog un grande porto fluviale con tutti i magazzini necessari, la dogana, le pese e tutto il ciarpame del genere. Qualcosa di questo possiamo leggerla sul cartello informativo. Il fiume Ljubljanica era sì navigabile ancora più avanti sino a Fužine ma solo per le imbarcazioni più piccole. È breve anche il nostro percorso attraverso Zalog in quanto già al primo incrocio dobbiamo svoltare a sinistra sulla Vaška pot. Segue un sottopassaggio ferroviario, una curva stretta a destra (Attenzione, restringimento!), e poi a breve di nuovo a sinistra e lungo la Kašeljska cesta attraverso il campo che è noto anche per essere un sito archeologico di ritrovamenti del periodo romano. Sul lato destro vediamo il famoso silos in cui sono custodite le riserve dello Stato, sullo sfondo, come sempre, le Alpi di Kamnik e della Savinja. Una bella veduta, se tralasciamo il silos, ancora più bella.

Kašelj, Vevče e Slape
Quando appare l'abitato compatto di Spodnji Kašelj (un'interessante schiera di vie con vecchie fattorie), tra le case svoltiamo a sinistra sulla Trtnikova ulica e dopo circa 150 m a destra sulla Krmčeva ulica. Quando la via termina, cerchiamo una strada verso ovest: una breve salita, alcuni metri di strada molto stretta (per meglio dire: sentiero ) e siamo già nell'abitato di Španski borci. Lo lasciamo sulla sinistra e proseguiamo dritto sull'asfalto in direzione ovest. Dopo poco arriviamo su una strada migliore (Ulica Mirka Jurce) che finisce nella Zelenova ulica. A sinistra in basso ci sono degli impianti sportivi, sull'altro lato della Ljubljanica c'è invece la piscina estiva di Vevče. A dire il vero, l'ex piscina estiva, purtroppo. Quando arriviamo al ponte sulla Ljubljanica, lo lasciamo a sinistra da parte, attraversiamo il binario industriale e proseguiamo dritti. A sinistra c'è la cartiera di Vevče, fondata già nel lontano 1842. Una volta era di proprietà di Fidelis Terpinc, il primo grande industriale sloveno.
Attraverso Vevče proseguiamo avanti vicino ai magazzini, poi arriviamo di nuovo nell'ambiente rurale dell'abitato di Slape. Dobbiamo ancora passare davanti all'osteria e alla Caserma dei Vigili del fuoco, poi però svoltiamo a sinistra sulla strada V toplice. La via è corta, finisce però in uno sterrato che ci porta sino al parco di Fužine . Cerchiamo un passaggio nel muro che circonda il parco e ci indirizziamo sul Sentiero delle rimembranze e della solidarietà (Pot spominov in tovarištva - PST o adesso POT) che è molto ripido nei primi metri, pertanto è meglio se facciamo a piedi almeno questo pezzetto. Il sentiero largo e ben compatto al termine della salita ci consente nuovamente una guida sicura. Siamo in un'area interessante dove c'erano una volta le sorgenti di acqua calda – le vere e proprie terme di Fužine. L'area è inoltre nota anche per le rane. Sì, proprio quelle autentiche, verdi e di altro tipo, per la conservazione delle quali hanno creato delle apposite vasche durante la costruzione dell'autostrada orientale.

Fužine
Proseguiamo sotto il ponte chiamato Harfa, passando per la Clinica psichiatrica e il Labirinto dell'arte lungo una bella strada sino all'abitato di Nove Fužine dove attraversiamo la Chengdujska cesta. Sulla sinistra c'è il Castello di Fužine che vale la pena di vedere. Risale al XVI secolo, oggi c'è al suo interno il Museo d'Architettura. In questo punto c'erano una voltaa le fusine – un'industria siderurgica a livello artigianale. Proseguiamo lungo la Ljubljanica, poi un po' lungo la strada Pot na Fužine, al primo incrocio (vicino ai garage) invece a sinistra sino al vecchio abitato di Selo. Quando arriviamo alla trattoria Portal, tutto ad un tratto appaiono delle scale. Stoooop! Dobbiamo utilizzare lo scivolo per gli invalidi. È meglio quindi scendere dalla bicicletta e proseguire a piedi costeggiando la trattoria. Soprattutto, poi, se pensiamo di fermarci. Il giardino esterno lungo la Ljubljanica è molto invitante, anche sull'offerta non c'è nulla da replicare. Alla fine del parcheggio proseguiamo parallelamente alla Zaloška cesta, giriamo attorno all'impianto di pompaggio e tra i condomini imbocchiamo la strada lungo il fiume Ljubljanica e proseguiamo su di questa sino alla Kajuhova ulica, cioè fino a dove si può andare. Lì ci allacciamo alla pista ciclabile che per un pezzetto di strada ci porta fino all'incrocio semaforizzato tra la Zaloška cesta e la Kajuhova ulica. Attraversiamo la Zaloška cesta, dall'altro lato svoltiamo a sinistra e attraversiamo anche la Kajuhova ulica.

Moste
Lungo la Zaloška cesta proseguiamo verso la città e passiamo vicino al dvorec Sela del XVIII secolo sino al centro di Moste. Una volta di fronte al palazzo si trovava il mulino Maličev mlin sul fiume Ljubljanica . Sulla pista ciclabile proseguiamo passando per il mercato rionale di Moste e il Ginnasio di Moste sino alla Grablovičeva ulica dove attraversiamo la ferrovia e poi pedaliamo allegramente, dritto lungo la strada, sino ad arrivare alla Clinica di maternità. Di fronte a questa c'è un parco dietro al quale svoltiamo a sinistra verso il ponte nuovo sul fiume Ljubljanica.

Città
Appena prima del ponte svoltiamo a destra. Qui fino a poco tempo fa qui stava il famoso Mrtvaški most (Ponte dei morti) che era stato fatto in ghisa (fonderia di Dvor pri Žužemberku) ed era considerato uno dei rari ponti del genere che si erano conservati. Il nome è popolare (dalla vicina camera mortuaria) ma ha attecchito. Originariamente si trovava nel punto in cui c'è adesso il Ponte dei Calzolai (Čevljarski (Šuštarski) most) di Plečnik nella Vecchia Ljubljana. All'inizio degli anni trenta del secolo precedente, a causa della costruzione del ponte di Plečnik, chiaramente non c'era più posto per quello vecchio in ghisa. Per questo era stato smontato e trasferito nel punto vicino alla camera mortuaria di Moste dove è rimasto sino al 2009. Allora anche lì hanno cominciato a costruire un nuovo ponte in calcestruzzo e di nuovo non c'era più spazio per quello vecchio. Per questo l'hanno smontato un'altra volta, riparato i singoli pezzi e verniciato, e poi nel 2011 l'hanno di nuovo messo assieme in un nuovo luogo, questa volta a Krakovo. Il nuovo ponte in calcestruzzo che vediamo dinanzi a noi si chiama Materinski most e prende il nome dalla Clinica di maternità che si trova nelle vicinanze. Bel nome, in ogni caso più bello di quello vecchio.
Proseguiamo lungo la riva e seguendola nella direzione controcorrente del fiume Ljubljanica e passando per la parte meridionale del Centro clinico di Ljubljana, arriviamo finalmente alla piazza Vrazov trg. Da lì possiamo guardare le chiuse sul fiume Ljubljanica che contribuiscono a mantenere omogenea la superficie dell'acqua nell'alveo principale – le eccedenze vengono fatte defluire lungo il canale Gruberjev prekop. L'architettura delle chiuse è un lavoro di Plečnik. Da agosto del 2012 le chiuse si vedono meglio dal piano inferiore del ponte Fabiani . Prima questa veduta non ci era nota in quanto non c'era un ponte in questo punto.
Attraversiamo la Rozmanova ulica e arriviamo nella prima parte del lungofiume Petkovškovo nabrežje. Passiamo davanti all'ex fabbrica Rog e alla passerella Žitna brv proseguendo verso il centro, attraversiamo anche la Resljeva cesta vicino al Ponte dei Draghi (Zmajski most) e ci troviamo nel bellissimo ambiente della seconda parte del Petkovškovo nabrežje che offre le vedute più belle sul Castello, le Arcate di Plečnik e la cattedrale di S. Nicola. Ancora un paio di giri e siamo già in Piazza Prešeren .
Adesso siamo in un'area dove ci sono tantissimi pedoni, quindi attenzione e piano! La cosa migliore è mettersi nei loro panni e ci comporteremo bene.
Passando per il monumento al poeta France Prešeren e il Triplice ponte e andando per la riva Hribar arriviamo ad una delle più belle vie di Ljubljana chiamata Breg . La vista a sinistra oltre il fiume Ljubljanica ci fa scoprire le meravigliose vecchie case cittadine che si stringono soto il versante del Castello. Si arriva a loro attraversando il Ponte dei Calzolai (Čevljarski (Šuštarski) most) che collega la piazza Jurčičev trg con la piazza Pod trančo. All'inizio della via Breg possiamo ammirare anche il monumento ad uno dei più meritevoli Sindaci di Ljubljana, Ivan Hribar .
Non possiamo concludere la visita dei siti caratteristici di Ljubljana senza aver visto la più grande opera di Plečnik: la Biblioteca nazionale e universitaria (NUK) . È veramente vicino, quella salitina su Novi trg non dovrebbe essere per noi un ostacolo tropo grande. Imbocchiamo quindi la strada per arrivarci. Già a metà di Novi trg scorgiamo il suo angolo di nord-est. Quando arriviamo ad esso, possiamo ammirare il NUK in tutta la sua grandezza. L'edificio è stato costruito negli anni 1936–1941. Di passaggio svoltiamo sulla Gosposka ulica, visitiamo anche la possente statua di Mosè (opera dello scultore Lojze Dolinar) sulla facciata orientale del NUK e lungo la Salendrova ulica ritorniamo indietro verso Breg. Da lì proseguiamo di nuovo nella direzione contro corrente del fiume sino alla Zoisova cesta.
Prima di attraversare la Zoisova cesta, visitiamo anche il palazzo Zois (Zoisova palača) appena prima dell'incrocio e la Piramide di Plečnik dedicata a Žiga Zois nelle vicinanze (un po' più in alto lungo la Zoisova cesta) della quale si dice che abbia un potere magico. Attraversiamo la Zoisova cesta all'incirca nel punto in cui stava una volta il mulino della città. Proseguiamo per la via Trnovski pristan. Alla confluenza della Ljubljanica e della Gradaščica possiamo visitare di passaggio il punto più recente in cui è stato collocato il famoso ponte in ghisa (l'ex Ponte dei morti di cui si è parlato prima) che si chiama adesso Hradeckega most e attraversiamo la Gradaščica. Il punto in cui la Gradaščica sboccava nel fiume Ljubljanica era una volta molto problematico in quanto la Gradaščica era nota per le sue grandi e improvvise quantità d'acqua che il fiume Ljubljanica non riusciva tempestivamente a far defluire. Sono state frequenti le inondazioni, pertanto – in modo simile a come era stato fatto per la Ljubljanica – è stata costruita una deviazione che si chiama Mali graben e serve a far defluire le acque in eccesso del fiume Gradaščica. L'attraverseremo appena prima del termine del nostro percorso odierno.
Passiamo vicino al nuovo complesso di condomini a Trnovo e attraversando l'incrocio continuiamo avanti finché possiamo. La via è a senso unico, stretta e spesso con molte macchine parcheggiate. Bisogna andare piano in quanto guidiamo in senso contrario ai veicoli a motori. E non dobbiamo avere fretta – il nostro percorso sta, infatti, finendo! Alla curva a destra siamo di fronte a Špica . In questo punto inizia il canale Gruberjev prekop e la regolazione dell'alveo del fiume Ljubljanica attraverso la città. Fin qui le acque scorrono, infatti, in modo »selvaggio«, come lo erano una volta, il che ha un suo fascino particolare. La strada con una curva a semicerchio ci riporta sulla Opekarska cesta, chiamata così per l'antico mattonificio di cui oggi non c'è più neanche l'ombra. Svoltiamo a sinistra sulla Opekarska cesta e al primo semaforo un'altra volta a sinistra sulla Hladnikova ulica. Attraversiamo il Mali graben di cui abbiamo parlato prima , subito dopo anche il fiume Ljubljanica . Siamo arrivati all'arrivo e allo stesso tempo all'inizio del nostro percorso. Sorpresi? Neanche tanto, sapevamo, infatti, sin dall'inizio che il percorso fosse circolare.

Dobbiamo riconoscere che è stata un'escursione molto interessante dalla città al paese e ritorno. Abbiamo messo insieme circa 28 km.

 

Orto Botanico
È aperto in questa località già dal 1810. È stato fondato nel periodo delle Provincie illiriche 1809-1813 quale Giardino dei fiori locali nell'ambito della scuola superiore École Centrale. È stato progettato da Franc Hladnik, prete e botanico, professore di scienze naturali e botanica in quella scuola, e al contempo anche il primo direttore dell'Orto botanico. Originariamente l'Orto misurava 3300 m², erano state seminate 447 specie vegetali. Quando il potere fu assunto nuovamente dagli austriaci, essi solitamente rimossero tutto quello che era stato fondato prima dai francesi – ad eccezione dell'Orto Botanico che si è salvato grazie alle conoscenze di Hladnik con le autorità a Vienna. Il numero delle piante seminate andò via via aumentando così da dover provvisoriamente allargare l'Orto. Nel 1920 è finito sotto l'ala protettrice dell'Università di Ljubljana che è operativa ancora oggi (Facoltà di biotecnica). Dopo la Seconda Guerra mondiale l'Orto è stato di nuovo aumentato. La sua grandezza ha raggiunto i 23.500 m2, poi per la strada appena costruita si è un po' ridotta. Adesso misura all'incirca 20.000 m2 e in esso vengono coltivate circa 3500 specie vegetali.

Gruberjev prekop
Il canale Gruberjev prekop è molto importante per Ljubljana anche se non è molto visibile. Ha consentito il fiorire della città che era prima assillata dalle continue inondazioni. Straripava la Ljubljanica, nota per le sue notevoli oscillazioni di corrente. Per molti anni hanno discusso su come risolvere questo problema, all'infine il governo viennese ha invitato a collaborare il gesuita Gabriel Gruber che ha progettato un canale tra il colle del Castello e il Golovec nonché la regolazione del fiume Ljubljanica a Moste. Con il canale intendeva far defluire l'acqua in eccesso al di fuori del centro urbano, con la regolazione a Moste pensava di aumentare la capacità di portata dell'alveo del fiume Ljubljanica. Hanno iniziato a scavare il canale nel 1773. Con l'avanzamento dei lavori sono aumentate anche le spese che sono uscite di lì a poco dagli schemi previsti. Le autorità hanno incolpato di questo Gruber che ha quindi dovuto abbandonare il progetto. Ha lasciato il lavoro a Vincencij Struppi sotto la cui direzione il canale è stato infine terminato nel 1780. Da allora Ljubljana è libera dalle alluvioni, l'acqua stagnante del Barje di Ljubljana adesso defluisce costantemente, il che provoca un lento prosciugamento della palude del Barje.

Chiesa di s. Ulrico a Zavoglje
L'avrebbero eretta nel XIV o XV secolo, la menziona addirittura J. V. Valvasor nella sua "Slava Vojvodine Kranjske". A quel periodo risalgono il presbiterio e il soffitto gotico conservato. Con tutta probabilità la chiesa era stata costruita dai proprietari del castello abbandonato di Osterberg (castello vecchio).

Castello di Fužine (Kaltenbrunn)
La sua origine risale al 1528 quando iniziò a costruirlo il ricco commerciante e manifatturiero Vid Khiessl. In un primo momento accanto al castello c'erano le fusine, la bottega del fabbro, la conceria e la cartiera. Nel 1773 le autorità di allora nazionalizzarono il castello, nel 1825 lo vendettero invece al grande commerciante Fidelis Terpic e rimase di proprietà di questa famiglia sino al 1938 quando fu acquistato dalle cartiere associate di Vevče, Goričane e Medvode. Durante la Seconda guerra mondiale l'esercito italiano distrusse gli arredi e l'inventario, dopo la guerra vi furono degli appartamenti. Oggi ospita il Museo di Architettura.

Palazzo Sela (Sella)
Una volta era il palazzo barocco più prestigioso di Ljubljana. Nel 1760 lo fece costruire il nobile e manifatturiero Jožef Desselbrunner di Ljubljana. Nel XIX secolo lo acquistò l'esercito e vi allestì un allevamento di puledri. Con brevi pause il palazzo rimase nelle mani dell'esercito anche dopo la Seconda guerra mondiale (JNA). Dopo l'indipendenza fu rinnovato e destinato ad attività commerciali.

Triplice ponte (Tromostovje)
Possiamo tranquillamente affermare che il Triplice ponte (Tromostovje) sia un marchio caratteristico di Ljubljana. In quel punto si trovava un ponte già nel Medioevo, i documenti lo menzionano per la prima volta nel 1280. Chiaramente era in legno, poiché era malandato, fu sostituito da uno nuovo, anche quella volta in legno. Soltanto nel 1842 fu costruito nello stesso punto un ponte in pietra chiamato Špitalski most (Ponte dell'Ospedale) dall'ospedale (špital) che si trovava nelle vicinanze. Il terremoto catastrofico del 1895 colpì duramente Ljubljana, per questo ricevette un consistente aiuto statale. Il ponte Špitalski most resse bene al terremoto, tuttavia diventò troppo stretto (era percorso sopra anche dal tram), per questo decisero di allargarlo. Affidarono il lavoro all'architetto Plečnik che conservò la struttura originaria dello Špitalski most (questo è oggi il ponte centrale), a sinistra e destra aggiunse un nuovo ponte e riunificò tutti e tre in un unico complesso. In uno stile unitario Plečnik progettò i parapetti su tutti e tre i ponti, realizzò i collegamenti sino alla terrazza inferiore sul fiume e riorganizzò tutti i dintorni. I lavori terminarono nel 1932.

Riorganizzazione di Ljubljana ad opera di Plečnik è ben visibile lungo il nostro percorso, è meglio descritta nei percorsi il Maestro Plečnik e le opere di Plečnik, pertanto in questo punto non la descriveremo nuovamente.

Trattoria Livada, Hladnikova 15, Ljubljana
Tipo: trattoria. Offerta gastronomica: ampia selezione di piatti, spuntini, pranzi. Particolarità: ottima posizione vicino all'acqua, grande parcheggio, grande giardino coperto per la trattoria.

Trattoria pri Jovotu, Poljanska 99, Ljubljana
Tipo: trattoria. Offerta gastronomica: piatti di pesce, cucina slovena, pizze, griglia, cibi biologici e vegetariani, spuntini, pranzi. Particolarità: la trattoria dispone di 700 posti di cui 250 nel giardino della trattoria sotto le betulle. Adatto anche per compagnie più numerose.

Trattoria Pri Micki, Novo naselje 1, Ljubljana
Tipo: trattoria. Offerta gastronomica: piatti caserecci, spuntini, pranzi. Particolarità: la trattoria è sempre molto frequentata, il parcheggio, anche se grande, è spesso pieno. È nota per la sua offerta di cotolette e arrosti e per le sue porzioni tradizionalmente grandi.

Trattoria Portal, Zaloška 110, Ljubljana
Tipo: trattoria con camere. Offerta gastronomica: cucina internazionale e in particolare piatti tipici di Leskovac. Offre anche piatti di pesce, pasta e pizze. Particolarità: grande parcheggio, giardino piacevole lungo il fiume Ljubljanica.

Palazzo Kodeljevo (anche Turn di Codelli)
È un dato di fatto che qui abbia vissuto Anton III barone Codelli, nobile di Fahnenfeld, noto anche per aver portato a Ljubljana nel 1898 la prima automobile di marca Benz Comfortable che ha suscitato un vero scalpore. Per quei tempi doveva essere un'ottima auto (tipo una Mercedes) dato che l'anno successivo era andato con quest'ultima a fare un lungo viaggio a Nizza dove però l'aveva persa al gioco. Tuttavia, se n'era presto comprata un'altra, ancora migliore. E così è nato il noto amore degli sloveni per le automobili che ha quindi una tradizione prestigiosa. Oggi ne abbiamo già più di 140.000. Di automobili, chiaramente. E tante solo a Ljubljana, si capisce. E da allora sono passati appena più di cent'anni. Chissà cosa sarà nei prossimi cent'anni? Come sembra, sarà terribile. Allora, tutti in bicicletta!

Il percorso si snoda per breve tempo su strade trafficate e senza piste ciclabili. Lì è necessaria particolare accortezza.
Non c'è buona visibilità all'incrocio quando percorriamo la Trpinčeva ulica e attraversiamo la Chengdujska ulica. Il pericolo incombe anche dopo quando abbiamo già oltrepassato la Chengdujska perché subito dopo dobbiamo attraversare un'altra volta la Gramozna pot per poter proseguire lungo la Trpinčeva ulica.
Il tratto della Litijska cesta (circa 350 m tra la Cesta 13. julija e la biforcazione verso Zavoglje) è anche particolarmente trafficato – non tanto per il numero dei veicoli quanto per la larghezza minima della strada.
Parimenti è necessaria tanta pazienza per avanzare nelle aree pedonali dove sono presenti tanti pedoni. Vi preghiamo di ridurre la velocità a 5 km/h e di tener conto del fatto che hanno la precedenza!
Su una parte del Trnovski pristan è stata predisposta la circolazione a senso unico per i veicoli a motore. Con la bicicletta possiamo andare in direzione contraria. Anche se è consentito lì, è necessaria una maggiore accortezza.