Il lungo percorso incomincia presso Dolgi most
Il punto di partenza della gita è il parcheggio di interscambio P+R presso Dolgi most da dove si prosegue per Vrhnika. Dalla strada principale si può proseguire tranquillamente per la pista ciclabile che attraversa Dolgi most da dove si attraversano i binari e si continua passando vicino il raccordo autostradale presso la trattoria Gorjanc ed attraversando Brezovica. , Da qui in poi non vi sono più strade ciclabili, tuttavia guidare a lato della strada è abbastanza sicuro. Si passa poi per Dragomer , e per Log pri Brezovici , e dopo aver oltrepassato la scuola, subito dopo una lieve curva verso destra, bisogna prendere lo svincolo per Bevke. Poi si gira a sinistra attraversando il cavalcavia sopra l'autostrada per dirigersi intrepidamente verso Bevke.
La Palude di Lubiana (il Barje)
Per arrivare da Dolgi most a Bevke si deve pedalare per dieci chilometri. , Serpeggiando tra le case e i giardini si attraversa prima la parte nuova del paesino per poi proseguire attraverso la parte vecchia, dove troviamo una chiesa e una trattoria, ma di acqua ne avete ancora, vero? Dopo una leggera discesa sino al termine di Bevke ci si ritrova a Blatna Brezovica. , , Si tratta di un grazioso villaggio le cui case sono adornate da fiori, per questo l'aggettivo fangosa non le si addice proprio. Forse una volta fu davvero così ... Il villaggio fu abitato sin dalla preistoria, qui gli archeologi hanno infatti ritrovato un mestolo risalente al periodo palafitticolo, che adesso è custodito dal Museo Nazionale della Slovenia a Lubiana. Per un momento possiamo proseguire con la marcia più bassa – giusto per discendere tranquillamente fino al punto successivo, Sinja Gorica, , che si trova ai piedi di un colle isolato. Il paesino è costituito dalla parte vecchia che è appoggiata al colle e dove si trova una chiesa, e dalla parte nuova, adiacente alla strada principale. Sulla rotonda bisogna prima girare a sinistra, attraversare l'autostrada, e poi girare di nuovo a sinistra presso il segnale di stop e proseguire verso il centro di Vrhnika.
Vrhnika (Nauportus)
La città natale del più importante scrittore sloveno Ivan Cankar, le sorgenti del fiume Ljubljanica presso Močilnik, , , , gli scavi archeologici ¬¬¬– l'antica Vrhnika, un punto d'incontro per numerosi tragitti e un punto di partenza per molte escursioni – vi si può trovare di tutto e di più, perciò è consigliabile esplorare Vrhnika e i suoi dintorni in un'altra occasione, quando si ha più tempo. I primi documenti scritti che testimoniano l'esistenza del luogo risalgono al secondo secolo a.C., quando Vrhnika fu chiamata con il nome latino di Nauportus (porto) e fu dominata dalla tribù celtica dei Taurisci.
Il percorso continua lungo il Barje verso Verd , e sino a Bistra. Stranamente non vi appaiono segnali di rilievo per questo percorso, perciò non fa male un consiglio per quelli che non conoscono il posto: proseguite a lato della strada regionale Lubiana–Vrhnika–Logatec, superate la stazione di servizio e i semafori fino al municipio, dopodiché girate a sinistra all'incrocio semaforizzato per poi attraversare il fiume Ljubljanica e ritrovarvi a Verd. Nella zona dove la strada prosegue perpendicolarmente sotto il cavalcavia autostradale si consiglia ai ciclisti di essere estremamente prudenti poiché la carreggiata è assai stretta e durante i giorni lavorativi è percorsa da camion ed altri automezzi, pertanto il flusso di vetture è molto poco visibile.
Sosta a Bistra e ...
La certosa di Bistra fu fondata già nel 1255. , Il monastero ha vissuto una storia turbolenta ed ha acquisito la sua forma presente solo dopo il 1826, quando è stato acquistato dal mercante ed industriale Franc Galle, che possiedeva numerosi altri castelli. Nel 1945 la certosa fu nazionalizzata e nel 1951 divenne sede del Museo Tecnico della Slovenia. La sezione più visitata è quella del trasporto, che comprende automobili d'epoca rare, ad esempio il primo tram di Lubiana del 1901 (prodotto dalla Siemens-Halske). Nella sezione dedicata al legno si possono ammirare le più antiche seghe ad acqua europee, mentre nella sezione dedicata alla caccia sono esibiti trofei di caccia di cervi autoctoni dei boschi del Monte nevoso (in sloveno Snežnik) datati cento e più anni. È possibile visitare anche la collezione dedicata alla pesca, il mulino e la sezione dedicata al bosco. Presso la sorgente del torrente Bistra è possibile vedere la vecchia sega veneziana, l'impianto per la produzione del piallaccio e la vecchia forgia idraulica con martello meccanico. Accanto all'edificio si estende un parco con uno stagno da cui parte un sentiero didattico forestale davanti al quale vi è una famosa trattoria. Per una visita veloce del museo si impiega almeno un'ora, quindi si consiglia di rimandarla a un'altra occasione, poiché nonostante i dintorni del museo offrono varie possibilità di sosta, la stanchezza non si è ancora fatta sentire. D'altronde siete appena al ventiduesimo chilometro.
... passando per Borovnica
Proseguendo per una strada movimentata e prevalentemente ombreggiata con vista stupenda sulla palude del Barje ci si ritrova ben presto a Borovnica. Prima del bivio, guardando a destra, verso lo spazio tra le case, si può notare un piccolo viadotto ferroviario chiamato Dolinski most, che è sopravissuto alla seconda guerra mondiale. Al bivio che segue poco dopo la stazione di servizio bisogna girare a sinistra verso Podpeč, che è il prossimo punto di arrivo. Se avete voglia di visitare un altro punto interessante o di fare uno spuntino, girate a destra seguendo il cartello che indica verso Pekel. Dopo aver attraversato il paesino di Ohonica il tratto verso la trattoria Pekel è accompagnato da un paesaggio meraviglioso. La strada asfaltata attraversa in parte il bosco e in parte un bel paesaggio verde tra alte colline. . Pekel è un punto escursionistico famoso – si tratta di un canyon che è attraversato dal torrente Borovniščica, che discende per le rocce a forma di cascate. All'inizio del canyon vi è una statua in legno raffigurante il diavolo ed una famosa trattoria, dietro la quale si trova il sentiero che conduce alle cascate (in totale vi sono cinque cascate), dove si possono ammirare anche fiori rari e protetti che crescono nell'ambiente umido vicino l'acqua piovigginosa, tra i quali la Primula carniolica. Tra la terza e la quarta cascata si trova anche un'interessante protuberanza rocciosa isolata sulla quale ci si può arrampicare. A causa della sua forma particolare è stata chiamata Il dente del diavolo (in sloveno Hudičev zob). Il periodo più adatto per visitare le cascate è alcuni giorni dopo la pioggia, quando di acqua c'è ne ancora molta, ma il sentiero non è più fangoso. Il luogo è il punto di partenza per diverse escursioni, tuttavia se non si hanno le scarpe adatte, si sconsiglia di superare la seconda cascata – proseguire il sentiero è infatti assai difficile. Tornando indietro si ha la possibilità di immortalare l'unico pilastro rimasto del viadotto sul quale un tempo correva la linea ferroviaria Vienna–Trieste. Un tempo il viadotto fu la più grande struttura valicante artificiale al mondo. Durante la seconda guerra mondiale il viadotto è stato abbattuto, è però ancora presente nello stemma del comune di Borovnica. , Ah sì, si sconsiglia di cercare mirtilli, poiché non se ne trovano molti, seppure a Borovnica ha luogo ogni anno la festa dei mirtilli. Gli abitanti amano scherzare dicendo che di mirtilli se ne trovano molti di più nella Palude, soprattutto quelli coltivati, provenienti dagli Stati Uniti.
Pieni di energia verso Podpeč
Dunque (se non vi siete recati a Pekel) a Borovnica bisogna girare a sinistra al primo bivio e attraversare alcuni piccoli e graziosi paesini sparsi lungo il tragitto per arrivare allo svincolo che porta a Kamnik sotto il Krim e continuare avanti fino a Rakitna. Non si può sbagliare strada se ci si affida al proprio senso dell'orientamento, per tutto il percorso si deve avere alla propria sinistra aree paludose di vario tipo – coltivazioni, prati allagati e qualche colle isolato. Tra i luoghi più interessanti vi è Goričica sotto il Krim dove si trova la parte più grande e maggiormente conservata della cosiddetta palude alta, chiamata Goriški mah, che è conosciuta per la sua flora tipica. Allo svincolo si deve prendere la strada che attraversa Preserje e Podpeč e continuare fino al centro del luogo che si trova dinanzi al ponte che attraversa il fiume Ljubljanica, dove bisogna girare a destra nell'incrocio e seguire l'indicazione per Ig. Di fronte a voi si ergerà il colle panoramico Šentan (484 m), ai piedi del quale si trova la famosa cava di "marmo nero" di Podpeč. Oggi la cava è chiusa ed è un monumento naturale protetto dove per secoli si è tagliato il famoso calcare nero con conchiglie fossilizzate. Lo tagliavano già gli antichi Romani che lo usavano per la decorazione degli edifici più importanti. Per facilitare il trasporto dei pesanti blocchi rocciosi fino a Lubiana (al tempo chiamata Emona) hanno addirittura deviato il corso del fiume, facendolo scorrere più vicino a Podpeč. Anche il famoso architetto sloveno Jože Plečnik è stato affascinato da questa pietra ornamentale e la usò per il colonnato della Biblioteca Nazionale e Universitaria di Lubiana (Narodna in univerzitetna knjižnica – NUK). Qui il tipico contrasto tra le conchiglie chiare sullo sfondo scuro è particolarmente pittoresco. Tra Goričnica sotto il Krim e Podpeč vi sono tre chiese situate su piccoli colli: la chiesa di Sant'Anna del XV secolo che si trova sul colle Šentan , la chiesa dell'Addolorata del 1728, situata sul colle Žalostna gora e la chiesa di San Giuseppe sopra Preserje, costruita nel 1658.
Una rinfrescata nel lago
Nelle vicinanze si trova il villaggio Jezero (lago) da cui non dista molto il lago di Podpeč che è un ottimo punto per concedersi una sosta e fare uno spuntino. Dopotutto siete già a meta della gita e l'offerta gastronomica dell'area non è da poco. Il lago di Podpeč , è un interessante lago carsico che è alimentato da ben sette sorgenti, ciononostante non ha alcun deflusso superficiale. Come è possibile? Solo in un modo – che il lago ha un deflusso sotterraneo. E, in effetti, l'acqua del lago torna in superficie soltanto a 300 m di distanza, nel villaggio dove si trova la sorgente. Il lago ha una forma interessante, quasi completamente rotonda ed è privo della costa tipica del laghi. La riva infatti discende lentamente e uniformemente verso l'acqua, il cui livello è quasi sempre lo stesso. Il lago di Podpeč è inoltre uno dei laghi naturali più profondi della Slovenia.
Attraversare Tomišelj con cautela per non perdersi
La strada che porta dal lago verso Tomišelj viene percorsa sotto una piacevole ombra. A Tomišelj bisogna prestare attenzione, poiché ci si deve dirigere a sinistra verso Brest, tuttavia non c'è alcun cartello segnaletico. Quindi si deve prendere la strada principale dal cartello che indica l'inizio di Tomišelj fino al bivio dove la strada si ramifica in due sentieri; quello a destra porta verso Strahomer a quello a sinistra verso Brest. Si deve ovviamente prendere la strada verso Brest e dopo alcune centinaia di metri girare a destra. Dopo aver superato la casa dei vigili del fuoco, che di recente ha celebrato il centenario, potrete tirare un sospiro di sollievo poiché sarete certi di essere sulla strada che porta da Brest ad Ig. Ig è il centro abitato più importante della parte meridionale della Palude di Lubiana (Barje). Un monumento artistico importante è la chiesa di San Martino del 1720, costruita sullo stesso sito, dove un tempo si ergeva una chiesa del IX secolo.
Il castello di Ig viene menzionato per la prima volta nel XV secolo. Il vecchio edificio è stato demolito e sullo stesso sito è stato costruito il castello odierno con quattro ali attorno al cortile ad archi. Oggi il castello ospita un riformatorio e penitenziario. Ad Ig sono state ritrovate le prime palafitte. Nei dintorni gli archeologi hanno ritrovato tre grandi aree di villaggi su palafitte. Per quanto riguarda il tragitto, si consiglia ancora di guidare affidandosi al proprio senso dell'orientamento, quindi non andando a sinistra verso Lubiana, ma proseguendo diritto e superando il punto di partenza per Kurešček per poi girare a sinistra verso Škofljica su una strada nuova asfaltata. .
Škofljica, Lavrica, Rudnik, Trnovo e termine della gita
Dopo più di 50 chilometri dall'inizio della gita si raggiunge Škofljica, , , un centro abitato di provincia situato all'estremità sudorientale della Palude di Lubiana, all'incrocio di importanti percorsi stradali. Prima della grande guerra qui veniva preparata la torba che veniva tagliata sui colli isolati Grmez e Babna gorica. La torba veniva usata come combustibile. Da Škofljica si prosegue verso Lubiana sulla vecchia strada che porta verso la Bassa Carniola (in sloveno Dolenjska), sulla quale c'è abbastanza spazio anche per i ciclisti, attraversando Lavrica , e Rudnik. Al semaforo subito dopo l'autostrada bisogna girare a sinistra del centro commerciale per attraversare la rotonda e proseguire diritto verso la strada Jurčkova cesta. La strada è lunga e pianeggiante. Al secondo semaforo si deve attraversare la strada Ižanska cesta ed a Livada anche il fiume Ljubljanica e il torrente Mali graben per arrivare a Trnovo. All'incrocio bisogna girare a sinistra e prendere la strada Opekarska cesta fino al primo semaforo. Si deve proseguire nella stessa direzione ed attraversare di nuovo il torrente Mali graben per arrivare al semaforo successivo, al quale si arriva da destra, dopo una lieve salita. Il percorso continua sull'altro lato della strada, che porta a Mestni log per la via Cesta dveh cesarjev, ma in due parti. Infatti bisogna prima attraversare l'autostrada, dirigersi verso la Fiera dell'auto usata all'aperto, poi girare a destra all'incrocio e fare l'ultimo sprint verso il padiglione, dopodiché si prosegue sull'asfalto fino alla fine della zona artigianale, da cui si deve girare a destra sulla via Lipahova ulica fino all'incrocio sulla strada Tržaška cesta. Si deve semplicemente attraversare la strada per ritrovarsi nel parcheggio da dove la gita è iniziata.