La valle Sračja dolina
La valle Sračja dolina o anche Valle del Črnušnica, si estende lungo il torrente Črnušnica sull'area collinare di Rašica a nordovest di Črnuče, e fa parte del comprensorio ricreativo di Lubiana e del ricco comprensorio naturale. Per l'intreccio di terreni paludosi e per la ricca rete di acque la valle Sračja dolina è un'importante zona ecologica nella regione, destinata ad essere inserita nel Parco paesaggistico Rašica-Dobeno.
Sračja dolina è una valle pianeggiante che si estende a sud - est di Rašica lungo il torrente Črnušnica fino ad arrivare a Črnuče. La valle fu dapprima solcata dal Črnušnica e poi riempita nuovamente dai vari rivi con i loro depositi alluvionali. Durante le ere glaciali i depositi furono ancor più abbondanti a causa della maggiore soliflussione e del denudamento dei monti circostanti. Nel passato geologico il fiume Sava fece probabilmente arginare la valle nella sua parte bassa con dell'arenaria e di conseguenza si formò nell'area di Gmajna un laghetto che in seguito si trasformò in palude. In tal modo si accumularono strati di argilla e torba. Possiamo ipotizzare la nascita dell'arginatura perché il terrazzo sul quale poggiano il centro di Črnuče e di Stare Črnuče, è tutto in materiale arenario.
Per la sua scarsa inclinazione la valle è paludosa, anche se fino ad oggi il Črnušnica ha scavato un profondo alveo, lungo quasi 2 km. Anche i letti dei torrenti nella parte bassa della valle presso Gmajna drenano il suolo paludoso.
Nel 2000 nell'area di 155 ettari è stato eseguito un censimento della fauna (plecotteri, tricotteri, libellule, farfalle, anfibi e uccelli) e della vegetazione. Inoltre venne eseguita una valutazione del valore naturalistico dell'area. La valle Sračja dolina si è dimostrata un importante habitat di rare e minacciate specie animali e vegetali. Sono stati evidenziati 29 habitat soprattutto paludosi e acquatici che offrono dimora a oltre 272 specie di crittogame e spermatofite, 45 specie di uccelli, 8 specie di anfibi, 53 specie di farfalle diurne e 6 specie di libellule. Per la valle Sračja dolina è previsto l'inserimento nel pianificato Parco paesaggistico Rašica-Dobeno.
Rašica
Il villaggio, posizionato sulla parte soleggiata del versante dell'omonimo monte e sito sul margine nord del Ljubljansko polje a 430 m sopra il livello del mare, è menzionato per la prima volta nel 1260.
Il monte Rašica è un monte solitario disseminato di fenomeni carsici, e il cui punto più alto è rappresentato dalla cima Vrh Staneta Kosca (641 m), che deve il suo nome all'eroe nazionale Stane Kosec (1913–1941), nativo di Rašica. In cima si trova una torre panoramica in metallo, dalla quale si possono ammirare delle stupende viste in tutte le direzioni, tra le quali la più bella è quella che si apre sulle Alpi di Kamnik e della Savinja. Proprio sotto la cima si trova il rifugio Planinski dom Rašiške čete (631 m), gestito dall'associazione montanara PD Rašica di Ljubljana Šentvid.
Nel 1941 Rašica fu occupata dai Tedeschi. Gli abitanti si unirono presto al Movimento di Liberazione Popolare. Già il 24 luglio 1941 nei boschi del Rašica fu fondata la brigata Rašiška četa, che operò persino fino a Domžale, Kamnik e Kranj. Il movimento partigiano si diffuse al punto che il 17 agosto 1941 in cima al Rašica fu fondato il battaglione Kamniški bataljon. Siccome gli abitanti di Rašica aiutavano e sostenevano la Lotta Nazionale di Liberazione, il 20 settembre 1941 i Tedeschi arsero al suolo l'intero villaggio, mentre gli abitanti vennero trasferiti forzatamente. Rašica fu il primo villaggio sloveno ad essere incendiato dall'occupatore. Il monumento sul colle sopra la strada verso Spodnje Gameljne all'inizio del villaggio testimonia di questo tragico evento.
Dopo la guerra il villaggio fu ricostruito, mentre negli ultimi anni sono state costruite anche molte case nuove. La maggioranza degli abitanti lavora a Lubiana, di contadini ne sono rimasti pochi. Il paese e la cima Rašica sono entrambi punti escursionistici amati dagli abitanti di Lubiana.
La chiesa di S. Croce
La chiesa di S. Croce viene ricordata per la prima volta nel 1526. La chiesa originaria in stile gotico fu rimaneggiata per conferirle un aspetto barocco tra il XVII e il XVIII secolo. Durante la prima guerra mondiale nel 1917 questa chiesa consegnò due campane per necessità belliche, rimase solo quella media dal peso di 168 kg e risalente all'anno 1778. Nel 1924 la chiesa ricevette due nuove campane in rame. Durante la seconda guerra mondiale i Tedeschi incendiarono la chiesa insieme a tutto il paese e fino alla prima ricostruzione nel 1968 rimase solo il campanile. Le campane furono messe in salvo dagli abitanti di Dobeno, i quali le conservarono fino alla ricostruzione.
Nel 1989 la chiesa fu ricostruita definitivamente; lo testimonia la lastra in bronzo davanti alla sua entrata.
Il Carso e le grotte sul Rašica
L'area di Rašica è cosparsa di grotte carsiche. In quest'area ci sono 9 grotte registrate che però non sono aperte al pubblico. La lunghezza complessiva dei cunicoli sul Rašica è di 319 m, gli stessi presentano una profondità complessiva di 110 metri. Per le sue dimensioni spicca Brezno 1 presso Dovčar, che rappresenta anche la grotta più grande e più profonda del comune. Le grotte di Rašica ospitano svariate specie animali adattate a vivere in ambienti con luce scarsa e che trascorrono la maggior parte della loro vita nel sottosuolo (ragno cavernicolo), oppure animali che vivono solo saltuariamente nelle grotte (pipistrelli, cavallette cavernicole, lumache e simili).
Un ampio e interessante materiale specialistico e professionale riguardo al mondo delle grotte nel Comune della Città di Lubiana, dal quale sono estratte le informazioni appena menzionate, è stato redatto nel 2009 dall'Associazione per le ricerche di Lubiana, che ha così festeggiato nel 2010 i suoi 100 anni di ininterrotte ricerche in ambito speleologico.