IL PERCORSO DI SMLEDNIK
Lunghezza
19,7
Lunghezza 19,7 km
Durata del percorso
07:00
Durata del percorso 07:00
Največja strmina vzpona[%]
13
Livello massimo della salita: 13 %
Livello massimo della discesa: 16 %
Livello medio della salita: 7 %
Livello della salita oltre 5%: 2,50 km
Altezza minima del percorso: 495 m
Altezza massima del percorso: 312 m
Differenza d'altitudine: 462 m
Poraba kalorij
6858
Consumo di energia per gli uomini: 6858 kJ (1638 kcal)
Consumo di energia per le donne: 5627 kJ (1344 kcal)
Difficoltà
Difficoltà: Media
Tipologia del terreno ciclabile
Tipologia del terreno ciclabile: Misto
Primerna obutev: Calzatura da escursionismo
Breve descrizione

Il percorso si snoda per lo più in piano ed è transitabile in ogni periodo dell'anno, anche se in inverno bisogna tener conto di condizioni più difficili. Ci porta nei pressi di numerosi siti di interesse naturale e culturale, l'orientamento non è difficile. Poiché è abbastanza lungo, è necessario prepararsi bene per affrontarlo.

Percorso

Medvode – Verje – Zbiljsko jezero – Smlednik – Stari grad – Hraški hrib – Hraše – Hraški bajer – Valburga – Moše – Dragočajna – Zbilje – Medvode

Inizio tra le acque ...
... e nel vero senso della parola! Iniziamo il percorso nel centro di Medvode presso il centro commerciale e prima ancora di procedere, ci guardiamo un po' intorno. Nelle nostre immediate vicinanze c'è l'edificio comunale, la biblioteca e anche qualcos'altro che non è così evidente: la confluenza della Sava e della Sora . Tuttavia è proprio la confluenza ad interessarci di più in questo momento, quindi ci impegniamo e facciamo qualche passo verso di questa. Ci incamminiamo passando davanti alla biblioteca circolare, costruita in mattoni. Sino alla confluenza portano delle rocce collegate dal calcestruzzo che consentono di arrivare esattamente nel centro »tra le acque«, nel punto in cui da sinistra confluisce la Sava e da destra la Sora. Adesso sappiamo perché il luogo si chiama Medvode (tra le acque). È sorto, infatti, tra le acque della Sava e della Sora. Il fiume Sava con i suoi 940 chilometri è il nostro fiume più lungo (la parte slovena è lunga 218 chilometri) ma anche la Sora , nonostante i suoi modesti 51 chilometri è pur sempre un fiume lungo per le nostre latitudini. Sul promontorio tra i due fiume finisce la strada. Più in avanti c'è solo l'acqua, acqua pulita. Forse qualcuno sarebbe tentato di rinfrescarsi qui ma dinanzi a noi c'è un bel po' di strada da fare, quindi risparmiamoci questo piacere per dopo. Ritorniamo indietro a sinistra e scorgiamo la ciminiera, un po' tozza, della fabbrica Donit e passando per questa ci accingiamo a partire.
E adesso si fa sul serio! Non abbiamo bisogno di ritornare proprio fino al centro commerciale – prendiamo la strada che passa vicino al comune e più avanti lungo la strada Cesta komandanta Staneta. Lungo il tragitto possiamo guardare le antiche e prestigiose case del borgo. Proseguiamo il cammino a fianco della fabbrica Donit e della ciminiera che abbiamo osservato dalla confluenza e arriviamo sul ponte che attraversa la Sava.

L'elettricità dall'acqua
Alla nostra sinistra c'è la centrale idroelettrica di Medvode . Prima di costruirla, la Sava in questo punto scorreva formando delle rapide sulla roccia, dopo la costruzione della diga si è invece formato il lago di Zbilje che ha circa 60 anni. La centrale elettrica è di tipo fluviale, ha bisogno del lago perché regola il funzionamento con la raccolta di acqua in esso contenuta. Se durante il giorno il consumo è maggiore, il fiume, invece, non apporta acqua sufficiente, il lago comincia a svuotarsi, di notte, quando il consumo cade, comincia di nuovo a riempirsi. Subito dopo il ponte che attraversa la Sava notiamo degli scalini che portano a monte. Li prendiamo e ci incamminiamo verso una strada forestale che ci attende in cima. Chiaramente le scale non sono adatte per la bicicletta. Se siamo con la bicicletta dobbiamo proseguire il percorso sulla strada principale sino al primo incrocio (pizzeria Harlekin) dove svoltiamo a sinistra, e poi vicino ai pali per le bandiere un'altra volta a sinistra. Alla fine dell'asfalto incrociamo quelli che sono andati su per le scale.

Dove ci porta la strada forestale
Una buona strada forestale ci porta dapprima vicino alla centrale elettrica e poi ai margini del lago di Zbilje anche se non proprio lungo la riva. Subito dopo la centrale elettrica possiamo notare un piccolo isolotto sul lago, grande all'incirca 10 x 30 metri e ricoperto di boschi, il che è una particolarità. Proseguendo il cammino lungo il lago il bosco ci copre la maggior parte delle vedute sul lago , tranne chiaramente se scendiamo sino alla riva . Il bosco ha però i suoi vantaggi: dà un fresco piacevole nelle giornate di caldo estivo. A fronte di un riscaldamento globale dell'atmosfera di cui siamo testimoni, questo sta diventando sempre più importante. Una delle cause principale per il surriscaldamento sarebbe dovuta al rilascio eccessivo dei gas serra nell'atmosfera. Enormi quantità di tali gas vengono rilasciate proprio durante la produzione di energia elettrica. Una parte considerevole di energia viene, infatti, tuttora acquisita dai carburanti fossili ma questo non possiamo contestarlo alla centrale idroelettrica di Moste. Questa può vantarsi di essere a Emissioni zero in quanto è azionata dall'acqua. Qualche chilometro dopo la centrale elettrica raggiungiamo un abitato di case vacanza dietro al quale svoltiamo a destra e a monte. Saliamo su un colle che viene chiamato dalla popolazione locale Čevč. Per questa parte del percorso abbiamo impiegato qualche ora. Adesso andiamo sulla cresta in direzione di Smlednik. Adesso raggiungiamo una radura di alberi tagliati lungo la quale passa una linea ad alta tensione. Siamo sul versante di Brezovec ma non ci saliremo perché la strada inizia ad andare giù. Usciamo dal bosco in una radura vicino a Smlednik. Passando per la chiesa di s. Ulrico e il cimitero ci incamminiamo verso il paese. Il luogo è noto perché la popolazione locale una volta piantava sulle scarpate sotto la chiesa le piantine degli ortaggi e delle piante ornamentali, »flance«, come si dice in gergo. La zona vien quindi ancora chiamata quella dei »flančniki«, anche se l'attività è ormai morta da quando le scarpate sono state esondate dall'acqua del lago di Zbilje. Possiamo visitare però la chiesa di s. Ulrico che è considerata una delle più grandi in Slovenia e altri edifici interessanti nelle vicinanze, ad esempio la cappella barocca di s. Ulrico che purtroppo non ha arredi. Poi ci incamminiamo verso i ruderi che vediamo sul colle sopra il paese. Questo è il castello di Smlednik, chiamato anche Vecchio castello per differenziarlo più facilmente da quello in pianura che viene invece chiamato castello Lazarini. Seguiamo le indicazioni per Kalvarija attraverso la quale arriveremo in cima dove si trova il Vecchio castello.

La Via Crucis
Una strada asfaltata ma molto stretta ci porta fino alla »stazione inferiore« della Kalvarija sul colle di Smlednik. Kalvarija è un sito di interesse locale ed è molto frequentato. La sua costruzione è stata commissionata dal barone Franc Smledniški nel 1772. Poiché non aveva proprio il terreno adatto, fu costretto ad acquistarlo da un signore locale, Jeraj. I due uomini stilarono un contratto di compravendita, il che di per sé non è una cosa insolita. È pero molto insolito che abbiano redatto questo contratto in parte in lingua slovena. Allora, infatti, tutti i contratti erano scritti in tedesco. Si tratta quindi di uno dei primi contratti, se non proprio il primo, che la nobiltà si è degnata di redigere nella lingua locale, cioè lo sloveno.
Zig-zag, zig-zag, si susseguono le svolte sul cammino. Ad ogni svolta si trova una cappella , complessivamente sono 14. Dopo che abbiamo visto l'ultima, siamo già ad un passo dalla cima. Lì ci aspettano tre grandi croci che rappresentano la fine del Calvario. Adesso dobbiamo svoltare a sinistra e proseguire sulla strada forestale che porta al Vecchio castello.

Il mastio (Bergfried)
Chiamavano così la torre di difesa costruita saldamente in mattoni in cima alla collina e che era alla base della maggior parte dei castelli dell'Alto Medioevo. Per quei tempi si trattava di una tecnologia all'avanguardia. La torre alta, possente, dalla pianta quadrata, era considerata un rifugio sicuro, per questo la maggior parte dei castelli più antichi, posti in territori poco sicuri, era stata costruita seguendo una progettazione simile. Per motivi di sicurezza le torri erano chiaramente senza finestre, solo qua e là c'era qualche linea d'artiglieria. La maggior parte di queste torri aveva però un balcone. Non quello vero e proprio ma uno adatto per perlustrare i dintorni. Il balcone era in legno ed era costruito nel piano più alto. Era posto intorno alla torre di difesa. Le torri venivano erette sulle cime esposte che consentivano di avere un'ottima vista sui dintorni . In tal modo scorgevano il nemico già da lontano e potevano organizzare tempestivamente la difesa. Se però, nonostante tutto, si avvicinava, il balcone consentiva una difesa efficace dall'alto verso il basso, il che era indubbiamente meglio rispetto ad un attacco dal basso verso l'alto. Per questo motivo tali torri con i balconi si dimostrarono delle apparecchiature di difesa molto efficaci. Soggiornare a lungo in essi era chiaramente meno confortevole, per questo costruivano degli spazi abitativi nelle vicinanze, il tutto era il più delle volte circondato anche da un muro di difesa. In tal modo l'intera immagine si era già avvicinata quasi completamente all'idea che la maggior parte ha della parola »castello«.
Proprio un mastio del genere, originariamente alto circa 30 metri, si trova sulla cima del colle di Smlednik. Anche se la parte esterna inferiore è ben ristrutturata, l'interno sta crollando e non mostra più la sua vera forma, anche se è abbastanza possente così che possiamo immaginare la sua grandezza di un tempo. Allora era molto probabilmente anche l'unico edificio costruito nei dintorni, tutti gli altri erano in legno.
Quando dalla Kalvarija abbiamo svoltato a sinistra sulla strada forestale pensando che ci avrebbe portato al Vecchio castello, al bivio presso il monumento NOB rimaniamo un po' delusi guardando il segnavia che ci porta oltre il castello e a destra verso Repnje e sv. Tilen. Tuttavia è giusto quello che è indicato e così è stato pensato il nostro percorso. A quelli però cui la curiosità non dà tregua, e il tempo glielo consente, consigliamo di svoltare a sinistra intorno alla lapide commemorativa e di incamminarsi proprio verso il castello. Lì potranno ammirare le mura possenti che il passare del tempo ha in realtà fortemente danneggiato, anche se negli ultimi tempi le stanno ristrutturando. Vale la pena salire anche al castello. Possiamo arrivarci percorrendo un sentiero più dolce o uno più ripido ma breve, protetto con una fune. In cima saremo ripagati da una ricca veduta, si vedono bene anche le località che attraverseremo nel prosieguo del nostro percorso odierno, ad esempio Valburga . Vicino al castello c'è anche un locale di ristorazione, il che potrebbe andarci bene dato che siamo in viaggio già da due ore circa.

Da una sponda all'altra
Dal bivio seguiamo le indicazioni per Repnje ovv. sv. Tilen. Dopo 20 minuti di camminata lasciamo il sentiero che va verso sv. Tilen e svoltiamo a sinistra verso Hraše. Il sentiero marcato ci porta giù per la discesa sino al paese di Hraše dove ci congiungiamo alla strada principale Vodice-Medvode, procediamo su di essa a sinistra per circa 600 metri sino al centro ippico dove svoltiamo a destra sullo sterrato. Passando per i recinti dei cavalli passeggiamo fino agli stagni di Hraše . Il primo stagno , il più grande e il più bello, è sulla nostra sinistra. Arriviamo al secondo svoltando a sinistra dopo il primo e prendendo il sentiero che va verso Valburga. È sulla nostra destra ma lo notiamo appena perché è ricoperto da una fitta vegetazione. A Valburga ci aspetta l'asfalto. Svoltiamo a destra verso Moše. Scorgiamo subito lungo la strada un palazzo più grande, una corte che viene chiamata dalla popolazione locale anche castello Lazarini. Dal punto di vista storico è un successore del Vecchio castello sul colle di Smlednik vicino al quale siamo passati prima. Anche se è abbastanza conservato, si può osservare solo dall'esterno. L'abitato di Valburga ha preso il nome dalla chiesa di s. Valburga che si trova dall'altro lato della strada, di fronte al palazzo.

E ancora una centrale elettrica (a essere precisi, due)
Da Valburga a Moše ci sono più di due chilometri di strada pianeggiante senza nessun sito particolarmente interessante. Teniamo la direzione indicata dai segnavia per Moše. È quasi impossibile perdersi, non c'è tanto traffico e quindi possiamo goderci a cuor leggero le bellissime vedute sulle Alpi di Kamnik e della Savinja e sulle Caravanche.
Arriviamo così sino a Moše. Abbiamo impiegato circa quattro ore per arrivare fin qui. In paese ci avviciniamo al fiume Sava. Davanti a noi c'è la centrale idroelettrica di Mavčiče , dietro invece c'è il lago di accumulo di Trboje . La centrale elettrica e il lago prendono il nome dagli abitati che si trovano sulla sponda opposta. Il lago è un po' più grande di quello di Zbilje ma anche molto più recente e per questo motivo non è così sviluppato dal punto di vista turistico anche se ha un potenziale simile. La centrale elettrica sfrutta, oltre all'acqua, anche l'energia solare tramite le cellule fotovoltaiche installate sulla struttura. La potenza di questa centrale solare ammonta ad appena un cinquecentesimo di quella data dall'acqua. Sembra poco ma non è da trascurare.

Kanu
L'asfalto termina vicino alla barriera di arginamento della centrale idroelettrica di Mavčiče, il nostro percorso prosegue invece sulla sponda sinistra del fiume Sava. Andiamo verso Dragočajna. Passiamo vicino al Camp Smlednik , attraverso Dragočajna e vicino all'Hotel Kanu dove c'era una volta il famoso Kanu Klub. Sotto l'hotel c'è un porticciolo per la navetta panoramica che porta fino a Zbilje. Se non c'è la possibilità di effettuare questo viaggio, andiamo avanti a piedi. Quando arriviamo alla strada principale, svoltiamo a destra sul ponte e attraversiamo il lago di accumulo della centrale idroelettrica di Medvode – cioè il lago di Zbilje – che inizia nei pressi dell'hotel Kanu. Segue un breve tratto sulla strada, alla fine della prima curva a destra cerchiamo un sentiero che si biforca a sinistra e prendendo quello arriviamo a Zbilje.

Il lago dei cigni
I cigni sono grandi uccelli che possono avere un'apertura alare fino a 1,8 metri. Da noi solitamente non ne vediamo tanti, diventano invece una vera attrazione laddove sono presenti. Per natura sono uccelli migratori o parzialmente migratori, durante la nidificazione vivono in acque che sono ricche di flora acquatica di cui si alimentano. Il cigno e la femmina del cigno costruiscono insieme il nido, il maschio aiuta la femmina anche nell'allevamento del cucciolo. È anche caratteristico dei cigni che le coppie rimangano insieme per diversi anni, molti addirittura tutta la vita.
Se siamo stati fortunati, abbiamo potuto notare la coppia di cigni (o due) già negli stagni di Hraše. Altrimenti ci rifaremo al lago di Zbilje, addirittura più che rifarci, lì, infatti, ce ne sono a decine se non a centinaia. Molti rimangono sul lago anche durante l'inverno anche se di regola sono uccelli migratori. Forse la causa è da ricercare nei cambiamenti atmosferici, chi lo sa.
Non appena termina il bosco, camminiamo ai margini del prato sino ad un sentiero più largo che attraversa il nostro. Lì svoltiamo a sinistra e scendiamo fino al lago. In quel punto possiamo già vedere numerosi cigni che si lasciano dolcemente cullare sulla superficie dell'acqua. Si tratta dei cigni reali (Cygnus olor), come vengono chiamati per la caratteristica protuberanza alla radice del becco. Si tratta di una specie comune in questa parte dell'Europa.
Più ci avviciniamo al noleggio delle barche e più cigni ci sono. Non è strano, infatti preferiscono fermarsi laddove i visitatori danno loro da mangiare. Sulla strada ci imbattiamo in superfici sportive e ricreative. Non manca nemmeno un campo da giochi ben organizzato . Quando arriviamo ai locali di ristorazione abbiamo l'impressione di essere arrivati sulla riviera o in qualche maggiore località marittima e sviluppata turisticamente. Numerosi visitatori e offerta gastronomica ad ogni passo. C'è spazio anche per fare un riposino. Ne avremmo proprio bisogno, dopo cinque ore per strada e 16 chilometri percorsi.

Il mondo è ...
»Bello!«, direte. È vero. Bisogna soltanto viverlo nel modo giusto. Vicino al caffè Dotik e al noleggio di barche camminiamo lungo la sponda del lago. Prima vicino alle case e poi attraverso il bosco. Arriviamo sulla strada principale fino al successivo locale di ristorazione, da lì per strada in direzione di Medvode. Alla nostra destra c'è il famoso abitato di Zbiljski gaj , noto per uno scandalo immobiliare che anni fa fece molto scalpore. Vicino alla casa di riposo ci avviamo verso la strada principale dove ci aspetta una rotatoria. Per i pedoni e i ciclisti c'è il sottopassaggio. Dall'altro lato c'è Svetje. La pensione Na klancu è quasi l'ultima possibilità per conoscere l'offerta turistica locale. In discesa proseguiamo vicino alla centrale elettrica. Ancora una, ci viene in mente, ma non è così. Questa è la centrale idroelettrica di Medvode, soltanto che adesso la guardiamo dall'altro lato. All'incrocio presso la fabbrica Donit svoltiamo a sinistra e arriviamo di nuovo al punto di partenza.

Sette ore siamo stati in viaggio. Un numero magico. Speriamo che anche voi vi siate sentiti magicamente. E non dimenticate i cigni. D'inverno vi saranno grati se porterete loro qualche spuntino anche se non c'è bisogno che sia proprio caldo. Se invece non ce l'avrete, presso il noleggio di barche potete comprare un sacco di cibo speciale per i cigni.

Centrale idroelettrica di Medvode: centrale idroelettrica di tipo fluviale, costruita nel 1953. Sfrutta una caduta d'acqua di 20,92 metri. È azionata da due turbine Kaplan con una potenza complessiva di 25 MW. L'arginamento contiene il lago di Zbilje con una superficie di 0,72 chilometri quadrati. L'accumulo di acqua a disposizione è pari a 1,12 milioni di metri cubi.

Centrale idroelettrica di Mavčiče: centrale idroelettrica di tipo fluviale. È in funzione dal 1987. è azionata da due turbine Kaplan con una potenza complessiva di 38 MW. L'arginamento, alto 19,5 metri, contiene il lago di Trboje con una superficie di un chilometro quadrato e un accumulo a disposizione di 1,68 milioni di metri cubi d'acqua. Il sistema di produzione dell'energia nella centrale idroelettrica di Mavčiče è completamente automatizzato. Il processo è comandato a distanza dalla centrale idroelettrica di Medvode dove c'è anche il centro di controllo per l'intera catena delle centrali elettriche del Sava. Oltre alla fonte principale di energia, assicurata dal fiume Sava, la centrale idroelettrica di Mavčiče ha anche una centrale elettrica a cellule solari la cui potenza nominale ammonta a 0,075 MW.

Chiesa di s. Ulrico a Smlednik: è considerata una delle più grandi chiese in Slovenia (per grandezza) ed è allo stesso tempo una delle più recenti (per grandezza) e al contempo una delle più recenti tra le più chiese »antiche«. È stata costruita solo nel 1851.

Kalvarija: le cappelle della Via Crucis che nel 1772 sono state fatte costruire dal signore Franc Smledniški. Nel 2001 tutte e 14 le cappelle sono state ristrutturate e rinfrescate. Si trovano sulla strada di collegamento tra il Vecchio castello di Smlednik e il Cippo insanguinato (Krvavo znamenje).

Castello di Smlednik (Vecchio castello): Smlednik è stato menzionato per la prima volta nel 1118, il castello invece nel 1136. Il castello si trova su un punto strategico in cima al colle altro 515 metri da cui proteggeva l'importante via commerciale che portava dalla valle Tuhinjska dolina attraverso il Sava e più avanti fino a Cividale. Prima è stato posto il »mastio (bergfried)« di cui possiamo ammirare ancora oggi i muri spessi tre metri. Successivamente sono stati aggiunti gli edifici del castello e le mura. Il castello è stato per lungo tempo di proprietà degli Andeški e dei conti di Celje. Nel 1511 è stato colpito da un terremoto, nel 1515 dalle rivolte contadine. Nel 1610 è stato abbandonato dopo che avevano iniziato a costruire il castello a Valburga (adesso palazzo Lazarini). Si tratta di un raro esempio di progettazione architettonica originaria del XVI secolo in quanto successivamente non sono state apportate modifiche. .

Palazzo Lazarini a Valburga: nelle fonti storiche è menzionato per la prima volta nel 1452, tuttavia questa annotazione riguarda probabilmente un edificio più antico che si trovava sullo stesso posto. La costruzione del nuovo edificio iniziò dopo il 1635. L'attuale aspetto l'ha ricevuto nel 1779. Subito dopo l'ha comprato il barone Lazarini e il palazzo è rimasto di proprietà di questa famiglia sino alla fine della seconda guerra mondiale quando è stato nazionalizzato, nel 1991 è stato invece restituito ai discendenti degli antichi proprietari. La corte è nota anche per gli interessanti affreschi nella Sala dei Cavalieri.

Gli stagni di Haške
Le due paludi si sono formate a causa del deposito delle acque di scarico provenienti dal vicino allevamento di maiale. Sono noti per la loro straordinaria varietà biotica e rappresentano un valore naturalistico di importanza nazionale. Creano un habitat unico in cui vivono più di decine di tipi di uccelli, anfibi, insetti e altre specie di animali tra cui ce ne sono molte rare e a rischio di estinzione. Per numero di specie di uccelli costituiscono una delle più importanti località ornitologiche in Slovenia.

Pizzeria e spaghetteria Harlekin, Verje 9, Medvode
Tipo: ristorante, pizzeria. Offerta gastronomica: pizze, piatti caserecci sloveni, cucina internazionale, piatti di pesce e frutti di mare, piatti italiani.

Caffé Dotik, Zbilje 32 a, Medvode
Tipo: ristorante, pizzeria, bar. Offerta gastronomica: pizze, piatti di pesce e frutti di mare, cucina italiana, dolci.

Trattoria Zorman, Valburga 29, Smlednik
Tipo: trattoria. Offerta gastronomica: piatti caserecci sloveni, pesci d'acqua dolce, spuntini, sanguinacci e salsicce caserecce.

Pensione Na klancu, Gorenjska cesta 13, Medvode
Tipo: ristorante, bar. Offerta gastronomica: cucina locale e internazionale, spuntini del giorno e pranzi.

Un vecchio racconto narra che tanti anni fa nel Vecchio castello viveva un signore che amava molto giocare a carte. Una volta avrebbe giocato con lo stesso Diavolo travestito da nobile. Poiché non l'aveva riconosciuto, accettò di giocare ma la fortuna gli voltò le spalle. Cominciò a perdere, ipotecò tutto il suo patrimonio, poi anche la figlia, alla fine anche la sua anima. Chiaramente rimase senza niente. Il Diavolo gli lasciò solo un giorno di vita ancora, la notte successiva volle venire a prendere quello che aveva guadagnato. Il signore pensò nel frattempo a come ingannare il Diavolo. Dapprima interrò il patrimonio e poi fuggì. Prima di fare questo aveva pregato la figlia di dire al Diavolo, non appena sarebbe arrivato, che lui era andato via. Quando il Diavolo finalmente arrivò dal signore, trovò a casa solo la figlia che gli comunicò la risposta del padre. Il diavolo, sentitosi prendere in giro, si arrabbiò e trasformò la ragazza in un serpente e le ordinò di dovere per sempre custodire il tesoro affinché non lo prendesse nessun altro, se già lui non poteva.

Il percorso non presenta qualche particolarità che deve essere segnalata in modo particolare. Per circa due chilometri (diversi piccoli tratti) si snoda su strade più trafficate dove è necessario prestare attenzione. Non è consentito camminare fianco a fianco per strada, a meno che non si tratti di gruppi organizzati. I singoli devono camminare uno dietro l'altro e sul margine sinistro della strada.