SAVA II
Lunghezza
12,2
Lunghezza 12,2 km
Durata del percorso
03:00
Durata del percorso 03:00
Največja strmina vzpona[%]
Livello massimo della salita: %
Livello massimo della discesa: %
Livello medio della salita: %
Livello della salita oltre 5%: km
Altezza minima del percorso: m
Altezza massima del percorso: m
Differenza d'altitudine: m
Poraba kalorij
2939
Consumo di energia per gli uomini: 2939 kJ (702 kcal)
Consumo di energia per le donne: 2412 kJ (576 kcal)
Difficoltà
Difficoltà: Medio-bassa
Tipologia del terreno ciclabile
Tipologia del terreno ciclabile: Misto
Primerna obutev: Calzatura da escursionismo
Breve descrizione

Un'altra gita pomeridiana, però questa volta più lunga del normale. Siccome camminare per il sentiero ci può prendere parecchio tempo, per non finirlo al buio occorre iniziarlo abbastanza presto. Questo tracciato percorre la parte media del corso del fiume Sava, che, come al tempo, si snoda lungo le zone Nord di Lubiana. Per non annoiarsi, il sentiero è ricco di punti d'interesse ed offre alcune vedute veramente spettacolari. È possibile fare la gita in tutte le stagioni dell'anno, ma per percorrere il sentiero occorre più tempo dopo i periodi di pioggia più forte, visto che bisogna evitare i tratti pieni di fango.

Percorso

Črnuče – Šmartno pod Šmarno goro – Tacen – Brod – Ježica – Črnuče

Il fiume che collega ed il fiume che separa
Da sempre il fiume Sava agita gli animi degli abitanti del posto e non solo. La leggenda narra che già nel secolo XIII avanti Cristo i famosi Argonauti viaggiavano per il fiume, poi il Sava venne usato dagli antichi Romani, durante l'intero Medioevo rappresentava il fiume più trafficato verso i Balcani, fino al 1862 fu anche la via mercantile principale del territorio. Il Sava era navigabile da Belgrado, dove sfocia nel Danubio, fino a Podgrad, dove il Ljubljanica affluisce nel fiume. Questo tratto del corso è lungo 816 chilometri, quindi più del 85 % dell'intero Sava (954 chilometri). Anche se per via dell'inaugurazione della ferrovia meridionale tra Vienna e Trieste il traffico fluviale sul tratto tra Zidani most nella Slovenia orientale e Podgrad subì un calo notevole, il commerciò tra Sisek e Zidani most comunque fiorì. Il mercato sul Sava ricevette il colpo fatale nel 1862, quando fu aperto il tratto ferroviario tra Zidani most e Sisek. Con questo evento il Sava concluse il proprio ruolo di fiume che collega, ma non per questo anche quello di separatore. Per il suo livello dell'acqua, la velocità del corso nonché la sua larghezza, il fiume fu tra gli ostacoli più insuperabili per il trasporto libero di persone e merci nel territorio della Slovenia del tempo. Il transito commerciale fu possibile solo in poche zone con ponti sul fiume oppure dove i battellieri trasportavano la merce da un versante all'altro. Nei dintorni di Lubiana vi erano solamente tre punti con questi requisiti e caratteristiche: uno a Črnuče, il secondo a Tacen ed infine quello di Medvode. Durante questo percorso si visita proprio quello di Črnuče.

Savus fluvius
Questo era il nome dell'antica stazione romana sul Sava, dell'area dell'attuale distretto di Črnuče. Anche se viene menzionata più volte nei documenti storici, finora non l'hanno ancora scoperta. E se viene trovata proprio oggi? Può darsi, visto che il sentiero di oggi è adatto per una gita nella ricca storia del posto. Si inizia! Il punto di partenza è il parcheggio presso Savski most a Črnuče, sotto il ristorante con le specialità degli chef con »occhi a mandorla«. Se si arriva in macchina la si più lasciare sul parcheggio, invece se si vuole percorrere il sentiero a piedi si arriva molto probabilmente con un mezzo di trasporto interurbano. Si inizia per un largo sterrato contro la corrente del Sava. Quest'oggi non si percorre il sentiero dell'acqua, comunque sconsigliato . Ed il primo punto d'interesse si trova proprio davanti ai proprio occhi. Si tratta del passaggio sul fiume Sava, così importante già nell'antichità che venne eretto un ponte grande a tal punto, che non attraversò solo il fiume ma anche la pianura inondata attorno al Sava. Del significato del ponte parla anche il fatto che venne costruita anche una stazione di difesa, chiamata Savus fluvius. Il punto esatto della fortezza non è conosciuto, invece si sa esattamente dove fosse situato il ponte romano. Il ponte fu eretto su questo versante a 124 passi (ogni passo misura 60 centimetri) di distanza dall'attuale ponte stradale sul Sava alle proprie spalle. Misurati i passi si arriva al punto centrale dell'antico ponte. Per controllare si può osservare la linea perpendicolare dal versante del Sava, che a questo punto indica diritto verso il terrazzo del ristorante cinese menzionato sopra. Se esisterebbe ancora lì, sarebbe alto circa otto metri. Purtroppo però non vi è più. Tutto quello che è rimasto del passaggio sul Sava sono i vari documenti scritti e una parte delle rovine del ponte. Ulteriori informazioni si questo sito d'interesse si possono trovare alla fine di questa descrizione.

La guardia dei pesci
E se non si trova l'antica stazione romana, si può visitare la guardia dei pesci con la g maiuscola. Si continua per la strada sterrata contro corrente sulla riva sinistra del fiume Sava. Lungo il percorso ci accompagnano gli elettrodotti , numerosi punti da picnic e campi sportivi , non mancano però neanche alcuni pescatori sul fiume. É preferibile se si rimane sulla strada cementata sui versanti . Durante i mesi estivi le rive di sabbia sono piene di bagnanti. Da quando i maggiori stabilimenti industriali hanno chiuso o hanno iniziato ad usare una tecnologia rivolta ad un ambiente più pulito, la qualità dell'acqua nel corso medio del Sava è migliorata di così tanto da diventare conforme alla legge, perciò i vari segnali di divieto di balneazione non sono più necessari. Lo sterrato si conclude proprio dopo gli ultimi punti da picnic e viene rimpiazzato da un sentiero più stretto che porta un po' lontano dalle rive del fiume. Solo poco dopo un piccolo ruscello si trovano alcuni stagni. Ecco che si raggiunge la passerella con la scritta »Utilizzare a proprio rischio e pericolo« . A primo impatto sembra che l'insegna sia insensata, ma vedendo il ponticello da vicino (specie la parte inferiore, quella portante), si intravede, che non è così innocente . Si dà un'occhiata intorno per vedere, se esiste qualche altro passaggio. Ma non vi è e bisogna dunque attraversare proprio la passerella. Anche se la parte media si muove parecchio, non si ha l'impressione che sia così debole. Si arriva dall'altra parte e solo a qualche passo vi sono i campi di ricreazione accanto al Centro dei pescatori, chiamato »Straža« (Guardia) , ricco di stagni e laghetti ben mantenuti . Gli amanti della pesca sanno che la gita di oggi corre lungo l'area di pesca con il nome »Sava 9«, la quale inizia al ponte di Tacen e finisce al quello di Črnuče, che viene curata dai pescatori Straža.

I salici e le rapide
Dal centro dei pescatori porta una strada asfaltata . Si raggiunge dunque il centro ippico Košir , dove si ritorna sullo sterrato . Si procede in direzione Nordovest e prima che la strada si volti a Nord verso i campi, si continua a sinistra per il bosco . Subito si nota che si tratta di un bosco artificiale, e pochi passi più in là si entra a Makoto – il parco di arti marziali . Durante il processo di creazione di questo itinerario i lavori al parco non erano ancora terminati. Per il bosco corrono diversi sentieri, ma tranne uno sono tutti vicoli ciechi. Quella viuzza porta fino al prossimo sito d'interesse – i salici . Si tratta di un bosco di riviera, dove crescono principalmente salici. Visto che le radici dei vari alberi servono come filtro di depurazione delle acque, il bosco è portatore di un significato molto importante per l'intero ecosistema fluviale. Si può vederlo se si volta, subito dopo il parco di arti marziali, verso sinistra in direzione del fiume Sava. Questo tracciato è cieco, ma anche molto interessante, perciò si consiglia di sviare un po' e visitare il tratto sul versante del fiume. La strada corre prima sullo sterrato e poi sul cemento per raggiungere presto le rive del Sava. L'intero tracciato è immerso in salici che formano un vero e proprio bosco. Ogni tanto si incontrano prati lungo i quali pascolano diversi animali . Proprio accanto al Sava si può vedere una sorgente , di fronte anche le rapide . Si continua per la scarpata in cemento che corre lungo entrambi i lati delle rapide. Normalmente questo tratto è abbastanza deserto e vede solo alcuni passeggiatori, pescatori , o gente incuriosita, proprio come lo siamo noi. A volte però si può incontrare qualche artista , il quale prova a cogliere il mormorio delle acque sulle rapide tra Šmarna gora e Grmada sullo sfondo . Queste rapide (ma pure quelle già viste durante il percorso) non sono naturali e furono progettate per via dell'influenza negativa che la regolazione del fiume Sava ebbe in passato, specialmente a causa della costruzione delle centrali idroelettriche di Moste, Mavčiče e Medvode lungo il corso alto del fiume. Queste infatti trattengono la maggior parte del materiale, portato dal Sava per il proprio corso e depositato nelle aree del corso basso del fiume. Il Sava è parecchio veloce e senza questo tipo di materiale il fiume nel suo corso medio scalza i versanti e scava il proprio letto, causando così l'abbassamento del livello dell'acqua sotterranea del Ljubljansko polje. Le rapide artificiali hanno dunque ridotto la velocità del corso e con questo anche il dragaggio del letto del Sava. Le rapide servono anche ad un maggiore flusso di ossigeno nelle acque, rendendole più vivibili per gli organismi fluviali.

Il passaggio di Tacen
Viste le rapide si ritorna al punto, dove si è deviati dal sentiero di oggi. Lì si gira a sinistra e si procede per un bosco sparso di alberi misti. Alla fine vi è un incrocio, dove si volta nuovamente a sinistra e dopo circa 100 passi si volta a destra. Continuando diritti si arriverebbe ad una cava di ghiaia abbandonata , e visto che la strada finisce lì, bisognerebbe tornare sul nostro percorso. Si procede sul tracciato breve e piacevole in direzione di Šmarna gora. Lungo il sentiero si passano diversi elettrodotti . Quasi alla fine del sentiero forestale si cammina accanto all'Associazione cinofila di Šmarna gora – Tacen , dopo la quale la strada porta ai margini del bosco, lungo i quali corre fino a raggiungere l'autostrada. Questo pezzo del percorso offre viste mozzafiato sulla vetta di Storžič, le Alpi di Kamnik, sul monte Šmarna gora e la Chiesa di San Martino a Šmartno pod Šmarno goro . Percorrendo il sottopassaggio dell'autostrada e continuando sempre ai margini del bosco si raggiunge il paese di Tacen. Si passa la parte nuova del borgo e si arriva alla trattoria Košir e la fattoria, chiamata anche Tacenski dvor . Si raggiunge il seguente passaggio del fiume Sava che vale la pena visitare da vicino. A differenza di quello di Črnuče, da sempre questo passaggio si svolse soltanto a guado. Ovviamente, il punto si chiamava Tacenski brod (il Guado di Tacen) e fu così importante che l'intera parte del villaggio sul versante destro del Sava si chiama Brod, invece la parte sul lato sinistro conserva il nome Tacen – dunque da »Tacenski brod« si separò in »Tacen« e »Brod«. Il guado fu descritto già nei documenti datati nel secolo XII, ma il primo ponte sul Sava nel paese fu eretto solo nel 1844. Il ponte fu di proprietà privata e per attraversarlo bisognava pagare il dazio. Oggi la situazione è cambiata e si può percorrere il ponte sul fiume Sava senza dover pagare alcuna somma di denaro. Si lascia alle spalle il paese Tacen, noto anche per i produttori di botti detti anche »pintarji«. L'artigianato fu molto popolare dalla metà del Settecento in poi e si spense nel primo Novecento.

Si torna per il versante opposto
Passato il ponte si volta dalla strada principale a sinistra su una via locale molto stretta , con il segnale di vicolo cieco, che però vale solo per autoveicoli. Si continua tranquillamente accanto alle case (e quasi per un cortile) e poi per la stessa via, chiamata »Ob Savi«, si procede verso l'autostrada dell'Alta Carniola. Poco prima dell'autostrada si scende dall'asfalto e si continua per lo sterrato , si scende sotto il cavalcavia autostradale e presso l'ultima casa si prende la stretta strada che porta verso il bosco. La viuzza conduce fino alle rive del fiume lungo le quali si può camminare, passando anche alcuni magazzini militari deserti dell'Armata Popolare Jugoslava. Si raggiunge la cava di ghiaia, ovvero l'impianto di separazione. Il sentiero va avanti tra il recinto dello stabilimento ed il versante del fiume ai nostri piedi. Fino all'impianto corre una strada sterrata ampia e se lo si vuole visitare, bisogna soltanto camminare per tre volte alla propria sinistra fino a ritornare alla strada del versante del fiume seguendo i numerosi elettrodotti. Il giro ha senso se non si vuole camminare ancora per le strade forestali del tratto meno percorribile della gita. Se invece questa parte non vi infastidisce, si può procedere diritti verso il bosco per raggiungere il tracciato degli elettrodotti in cui la strada è ben tenuta. Questo tratto del sentiero è il meno interessante. È lungo poco più di due chilometri e si snoda interamente sotto le chiome degli alberi del bosco. Si avvicina al corso del fiume solo in una occasione, proprio nel punto dove si trovano le rapide viste precedentemente dal lato opposto. Vi sono molte stradine e sentieri per il bosco, perciò ci si può perdere facilmente. Calma, però! Tutte gli sterrati forestali non portano lontano. Si raccomanda di seguire la strada più larga oppure quella più battuta (quella che corre accanto al fiume). Questa è la strada più sicura e veloce per uscire dal bosco e passare i campi sportivi e i punti da picnic. Presso l'ultimo di questi punti, che è anche il più ampio, ci si avvicina al versante del fiume, si passa poi il centro di tennis e si continua in direzione di Ježica – nuovamente accanto alle rive. Quando tra gli alberi si intravede il Ponte di Črnuče si gira a destra e si sale per il sentiero del bosco e si arriva al parcheggio presso Avtošola Ježica. Da qua manca poco per raggiungere il punto di partenza. Si sale sul raccordo della strada, per la quale si ritorna alla rotonda di Dunajska cesta e Obvozna cesta e si attraversa il ponte sul Sava. Al semaforo si volta a sinistra e poi ancora a sinistra. Ecco che si arriva a destinazione!

»Tutto bene, quel che finisce bene« si usa dire quando si percorrono gli oltre 12 chilometri della gita di oggi. Con alle spalle il nostro percorso ci si può concedere qualcosa di veramente squisito. La specialità più deliziosa sarebbe un piatto di salsicce della Carniola, ma purtroppo sembra che tali prelibatezze non vengono offerte nel vicino ristorante cinese dove si può comunque ordinare qualcosa di veramente speciale e buono. Buon appetito!

Le inondazioni del Sava
In passato il fiume scorreva per un'ampia golena, il che rendeva l'attraversamento ancora più difficile e pericoloso. A causa delle continue inondazioni, il Sava venne sottomesso a numerose regolazioni per limitare il corso dell'acqua in un letto più stretto. Duranti i lavori di regolazione più importanti svoltisi nel secondo Settecento e che riguardavano anche la protezione della città di Lubiana dalle inondazioni, una consistente parte della golena sopra Črnuče venne coperta di terra. Il processo fu ripetuto ad inizio del secolo XX. Anche se le regolazioni del letto ridussero le inondazioni, nello stesso tempo il corso del fiume divenne più veloce ed iniziò ad asportare il materiare ed a dragare il letto del fiume. Per rallentare il Sava hanno progettato in diversi punti delle rapide artificiali con le rocce accumulate del fiume. Il Sava, oltre a quelle artificiale, scorre per diverse rapide naturale, createsi tra i parecchi massi di ardesia grigia, come quelle lungo il corso medio del fiume, quali le rapide di Medvode, Tacen e Črnuče. Un tempo in questi punti si usava attraversare il Sava sia a guado sia per il ponte.

La centrale idroelettrica Brod
L'abbondanza delle acque del Sava, nonché la necessità e la vicinanza di Lubiana furono i motivi principale che fecero nascere nel 1908 a Ignacij Česenj l'idea della costruzione di una centrale elettrica a Brod. La centrale originale fu fornita con una potenza di 200 cavalli. Alla centrale fu collegata l'illuminazione elettrica stradale del nuovo ponte di Tacen oltre agli altri impianti della città. Nel 1928 la potenza della centrale superò i 1200 cavalli e la capacità annuale aumentò a 6.500.000 KWh. Nel 1934 fu collegata, grazie agli elettrodotti, alla centrale elettrica di Lubiana, situata a Slomškova ulica. Quella di Brod sfrutta due metri di caduta d'acqua che con due turbine di Francis spinge i due generatori con una potenza nominale di 510 kW. Con la portata di 2 x 12 m3/s produce circa 1 MW di energia elettrica si piazza tra le piccole centrali elettriche. A circa 800 metri su per il corso del fiume è pianificata la costruzione della nuova centrale idroelettrica di Tacen che sarà una delle nove o dieci nuove centrali lungo il corso medio del fiume Sava.

Il ponte sul Sava di Tacen
Il ponte e l'attraversamento del Sava fu menzionato già nei documenti del secolo XII, ma si crede che le attività si svolgessero già prima. I battellieri usavano dei battelli particolari e caratteristici con il fondale piatto, lunghi circa otto metri, i quali potevano accogliere fino a sei passeggeri oppure l'equivalente ammontare della merce (intorno a 500 chilogrammi). Tali battelli erano manovrati da due battellieri, uno in poppa ed uno in prua. Il battello veniva mosso da due lunghissime aste che appoggiavano sul fondale del Sava. Ovviamente venivano pagati per il loro trasporto – circa un euro a persona. Quando il livello dell'acqua era alto ed in inverno, durante il quale si formavano diverse lastre di ghiaccio o quando addirittura l'acqua si congelava, era impossibile attraversare il fiume. Il trasporto fluviale a Tacen si concluse quando il signore del castello di Smlednik, il barone Franc Lazarini, ordinò la costruzione del ponte in legno sul Sava. Stando al decreto imperiale bisognava pagare il dazio per attraversarlo. Il dazio fu lo stesso che per il battello. Con l'abolizione dei diritti feudali del barone, avvenuta nel 1848, gli abitanti si aspettarono che fu abolito anche il dazio sul ponte. Ma senza speranza. Per passare il ponte bisognava pagare il dazio fino al 1907, quando il fiume portò con sé una parte del ponte. Il barone Lazarini, volendo mantenere l'attraversamento del Sava e profittando il dazio, noleggiò un battello dai pescatori locali. Tuttavia, lo scafo era troppo piccolo ed abbastanza pericoloso, perciò le autorità di Lubiana del tempo progettarono un nuovo ponte pubblico. Visto che la metà dei fondi per la costruzione proveniva dal governo di Vienna, fu chiamato il Ponte imperiale. Il ponte fu costruito in acciaio e si vantava della gradita illuminazione elettrica. Fu eretto su due supporti in pietra e venne utilizzato fino al 1978, quando fu sostituito dall'attuale ponte in cemento armato.

Il centro sportivo di kayak e canoa di Lubiana
A sinistra delle rocce dove oggi corrono le rapide del Sava un tempo era situato il mulino, a destra invece venne costruita nel 1928 la centrale idroelettrica con le sbarre per l'acqua. Da sempre l'area presentava una vera e propria sfida per tutti gli amanti delle rapide, i quali tentarono di superarla prima per il versante sinistro accanto al mulino e poi ancora a destra presso la centrale elettrica. In questo punto vennero organizzate le gare di slalom, la prima nel 1939. Per le canoe del tempo la sfida era troppo ardua, anche se il punto di partenza era posizionato sotto le chiuse. Infatti dei sedici partecipanti solo nove raggiunsero il traguardo. I primi tentativi di discesa per le chiuse ebbero successo grazie alle nuove attrezzature ed alle tecniche più perfezionate. Per questo motivo nel 1952 fu organizzata la prima gara che comprendeva anche l'attraversamento delle chiuse sul Sava. Ma visto il pericolo dell'enorme potenza durante la caduta dell'acqua, venne costruito, sui punti dove l'urto dell'acqua è troppo brusco, il fondale artificiale in legno che moderava il corso del fiume. Comunque sia, un fondale del genere non resisteva più di qualche giorno e doveva essere ricostruito per ogni competizione. Dopo il 1953 le gare divennero sempre più numerose e con ciò la federazione nazionale acquisì molte esperienze positive nonché complimenti. È così che venne affidata a Tacen l'organizzazione del campionato mondiale, tenutosi dal 29 al 31 luglio del 1955. Anche se l'Associazione dei battellieri della Slovenia lo era formalmente, il membro del comitato organizzativo responsabile per la preparazione e l'esecuzione fu il Circolo di kayak e canoa di Lubiana. In tutte le competizioni gareggiarono sportivi di quattordici nazioni diverse. Il campionato vide una folla di 15.000 tifosi scatenati, numero per quel periodo veramente difficile da immaginare, il tracciato di Tacen invece divenne noto non solo per le rapide spettacolari, ma anche per essere uno tra i percorsi di slalom più impegnativi al mondo.

Il ponte romano di Črnuče
Il transito del fiume a Črnuče era così importante per gli antichi Romani che decisero di costruire un ponte. Il Sava era al tempo ancora più impetuoso e molte volte inondava la golena che oggi non esiste più. Evitando ulteriori inondazioni venne eretto il ponte che attraversava tutta la golena, lungo oltre 300 metri. La costruzione in legno era larga otto metri (solo poco meno dell'attuale ponte) ed era posta su 26 pilastri in pietra, alti fino a dieci metri. Il ponte fu costruito dalle legioni romane quasi nello stesso periodo in cui fu fondata anche l'antica Emona (l'attuale Lubiana) e fu così importante che fu costruita anche una stazione militare per la difesa del ponte, chiamata Savus fluvius. Del ponte e dell'antica stazione non è rimasto nulla. Non si sa neanche la posizione esatta della stazione. Invece il ponte è tutta un'altra storia. Fino al 1911 si sono preservati alcuni pilastri di supporto, quando un pilone in pietra venne spostato nel complesso Križanke nel cuore di Lubiana. Il ponte venne costruito in blocchi di pietra calcarea grigia, proveniente dalla cava di Trzin, collegati tra loro con barre di ferro piombato. L'interno del supporto era riempito di pezzettini di roccia poi coperti di malta. L'intero pilastro di supporto era largo 3,45 metri, lungo 8 metri ed alto addirittura 9,7 metri. La parte più esposta al corso del fiume Sava era appuntita così che il ponte poté supportate più tranquillamente gli urti dei tronchi e delle lastre di ghiaccio portate dalla corrente. Per il ponte, situato vicino a quello attuale, solo circa 70 metri contro il corso d'acqua, correva l'importante strada che passava Gameljne e portava verso l'Alta Carniola, Mengeš e Trzin.

Gostilna Košir, Tacenska 142, 1211 Tacen pri Ljubljani
La trattoria mette a disposizione dei propri ospiti il parcheggio ed il parco giochi per i più piccoli. È aperta tutti i giorni della settimana ed offre squisiti piatti tipici sloveni, nonché merende e pranzi già preparati.

Okrepčevalnica Žibert, Tacenska 118, 1000 Ljubljana
La trattoria è nota per la propria cucina slovena, particolarmente per la preparazione di pranzi festivi tradizionali e di squisite merende.

Ristorante asiatico Veliki Hong Kong, Gameljska cesta 1, 1000 Ljubljana
L'ambiente moderno e sofisticato del ristorante asiatico offre specialità della cucina tradizionale cinese e mongolese. Il punto di ristoro mette a disposizione dei propri ospiti anche un ampio parcheggio.

Il sentiero è percorribile in quasi tutte le condizioni meteorologiche, fuorché quando il livello dell'acqua è molto alto, il che rende alcuni tratti presso il fiume poco gradevoli. Non è raro neanche il fenomeno di erosione, quando il corso scalza il versante del fiume sul quale corre il tracciato. Il questi casi bisogna andare particolarmente cauti. I più testardi possono affrontare il percorso anche il sella alla propria mountain bike. Tuttavia, alcuni tratti bisogna comunque superarli a piedi. Uno tra questi è sicuramente la passerella di fronte al centro dei pescatori Straža, dove è necessario essere attenti anche si lo si percorre a piedi, mentre la seconda parte pericolosa è la riva erosa vicino a Ježica, proprio davanti ai campi da tennis. Si consiglia di visitare le rapide solo quando il livello dell'acqua è normale.