L'introduzione in piano ...
Siamo diretti verso la catena montuosa di Polhov Gradec, il che significa guidare anche in salita, per questo sarà ottimo regalarci qualche tratto di pedalata "domenicale" in pianura per prepararci ad affrontare anche gli sforzi maggiori. Iniziamo a Podutik, il punto che abbiamo scelto per la nostra partenza (l'automobile – se siamo arrivati in auto, possiamo lasciarla nel piccolo parcheggio vicino alla cava nei pressi del capolinea del bus urbano numero 7). Mentre ci riscaldiamo per affrontare le nostre pedalate, possiamo soffermarci sulla vecchia calcara , costruita nel 1875 dal tagliapietre Lovrenc Vodnik di Podutik. In essa cuocevano i calcari, provenienti dalla cava vicina, per produrre la calce che serviva a rifornire Lubiana e i villaggi circostanti.
Dalla cava proseguiamo sulla strada principale attraverso Podutik verso Lubiana, e alcune decine di metri dopo il negozio svoltiamo a destra passando davanti alla pizzeria Etna dove probabilmente ci fermeremo alla fine del nostro percorso. Ora stiamo guidando attraverso un denso abitato su una strada che poco più avanti finisce per cui dobbiamo imboccare la strada parallela che si trova a sinistra. Conviene farlo subito alla prima diramazione decente, a sinistra, dopo circa 250 metri dal negozio. A questo punto siamo arrivati alla via Mladinska ulica che seguiamo tra i prati fino a Grič dove si trova la Stazione di polizia e la Base autostradale . Lasciate entrambe alle spalle, proseguiamo fino all'incrocio semaforizzato, lo attraversiamo e passando accanto al centro commerciale arriviamo fino alla vicina rotonda.
Il percorso continua sull'altro lato della rotonda, a destra passando davanti alla casa di riposo in direzione di Bokalce. Scendiamo accanto al castello, una volta molto bello, oggi purtroppo abbastanza trascurato. , . Ora ci troviamo in fondo alla lampada di Aladino e se potessimo strofinarla ci augureremmo che il castello possa nuovamente risplendere in tutta la sua bellezza di una volta.
... asfalto e altro ...
Sotto il castello si trova un incrocio dove giriamo a destra su una bella e poco trafficata strada in asfalto, lungo la quale guideremo sotto l'ombra degli alberi ascoltando il borbottio enigmatico del fiume Gradaščica fino ad arrivare a Stranska vas . All'incrocio con la strada principale proseguiamo dritto e lievemente a destra, dopo di che la strada svolta ancora più a destra verso la valle Čepska dolina. Alla fine della strada iniziano le curve e una salita di tutto rispetto. Dovrebbe essere al 9 % ma sembra molto più ripida. In cima ci aspetta Preval (capriola) – letteralmente e con l'iniziale maiuscola. Attraversandolo si arriva nuovamente a Podutik, ma oggi non abbiamo intenzione di finire così in fretta, perciò giriamo a sinistra verso Toško čelo. Dopo un breve tratto rettilineo dietro il monumento alle staffette le ginocchia dovranno nuovamente lavorare. Fino in cima porta una buona strada asfaltata ma relativamente ripida e durante i fine settimana alquanto trafficata, infatti soprattutto nelle giornate soleggiate vi si trovano gruppi più o meno grandi, la maggior parte dei quali a piedi. A quelli tra noi ai quali potrebbero dare fastidio, consigliamo pazienza e mano leggera con il campanellino. E non dimentichiamocelo: se si incontra qualcuno in montagna, è giusto salutarlo. Quando, con la fronte sudata, arriviamo a Toško čelo, possiamo riprender fiato e rinfrescarci in qualcuna delle trattorie del luogo . Inoltre possiamo scegliere di proseguire fino al rifugio dei cacciatori e dare un'occhiata da Toško čelo verso la capitale slovena , per poi risalire in bici e proseguire fino a Topol!
... attraverso il parco regionale ...
L'asfalto finisce in fretta , e noi ci ritroviamo nel parco regionale delle Polhograjski Dolomiti. Lo sterrato è abbastanza buono ma durante le belle giornate dovremmo far continuamente attenzione agli escursionisti. Proseguiamo su e giù (anzi più su che giù) e facciamo attenzione a scansare i tratti malconci della carreggiata in salita – soprattutto dopo forti piogge il percorso può presentarsi veramente pessimo. Passiamo davanti a diverse cave di calcare , qui talmente friabile da sgretolarsi da solo in sabbia che usano in seguito per rattoppare i buchi sulla strada. I dintorni sono veramente belli e durante la salita lo sguardo riposa sui folti boschi verdi e sui prati in fiore . La bellezza mitiga le sofferenze, ma nonostante questo siamo già stufi delle salite, perciò ansimanti sussurriamo: "Che queste salite finiscano al più presto!", il che si potrebbe annoverare tra i nostri desideri da fare al genio della lampada di Aladino.
... vicino al misterioso castello ...
Il desiderio si avvera presto. All'improvviso la vista si apre verso ponente, verso Topol, Katarina, Jetrbenk, il Ljubljansko polje, ... Siamo arrivati sotto la cima del nostro percorso. Da qui in avanti non faremo quasi altro che scendere. Dal bosco sul pendio arriviamo sul prato dove inizia la strada asfaltata per Topol. Sul crinale al centro del prato si trova un crocevia . Girando a sinistra si arriva a Topol ma noi proseguiamo a destra verso le fattorie solitarie sulla sponda e proseguiamo verso valle. La strada asfaltata presto finisce, tranne nelle vicinanze di alcune fattorie dove vi si ritrovano ancora dei brevi tratti. Davanti a noi si trova il monte dalla caratteristica forma a cono Jeterbenk dove una volta si trovava il castello dei cavalieri Hertenberg.
... riposo con merenda casereccia
Tra i prati in mezzo alle fattorie sotto il Jeterbenk proseguiamo la strada seguendo un sentiero declivio in ghiaia. Sulle diramazioni tra le fattorie dobbiamo stare attenti a non proseguire sul monte. La strada piana incomincia ad essere sempre più in pendenza e ci ritroviamo a dover premere sempre di più sulle manovelle dei freni. Una maggiore cautela non guasterà di sicuro. La ripida strada boschiva è uno dei motivi per i quali si consiglia di fare questo percorso di Aladino in senso orario. Infatti, guardandoci alle spalle non possiamo essere che felici di non dover pedalare verso la cima. Durante la discesa possiamo fermarci e regalarci qualche attimo per godere del paesaggio stupendo e anche di altre piccole scene offerte dalla natura, mentre guidiamo dovremmo invece prestare molta attenzione alla strada davanti a noi perché la troveremo intersecata da numerosi canali di drenaggio che durante gli acquazzoni prevengono che l'acqua si porti via troppa ghiaia dal sentiero ripido. La strada nel bosco ci porta fino ai prati in valle . In un attimo siamo arrivati fino all'incrocio con la strada asfaltata e qui la strada in sterrato finisce definitivamente. All'incrocio giriamo a sinistra continuando fino al bivio verso il rifugio Slavkov dom. Poco prima sul versante del monte opposto vedremo nel bosco una piccola grotta carsica con alcune formazioni calcaree. Per arricchire il percorso potremmo scendere dalla bici per alcuni minuti e procedere per duecento, trecento metri su per la collina fino all'ingresso della grotta . L'entrata è bassa e ripida, spesso umida e fangosa, per cui per entrarvi si consiglia di usare le corde di sicurezza.
Il rinnovato rifugio Slavkov dom che si trova poco più avanti lungo il percorso può essere definito come valido punto di ristoro, se naturalmente ne abbiamo bisogno. Una merenda casereccia sarà l'ideale, per non parlare dei tradizionali "reni bianchi", per i quali sono famosi. Dalla terrazza sotto il rifugio si apre una bellissima vista sulle Polhograjski Dolomiti che abbiamo appena lasciato.
Naturalmente, non ci sarà niente di male se proseguiremo diretti verso Seničica , , fino all'incrocio presso un piccolo ponte dove giriamo in salita a destra verso l'hotel Medno . Se il tempo lo permette potremmo godere di una bellissima vista sulle colline che abbiamo attraversato mezz'ora fa, e anche oltre fino al monte Triglav , il fiume Sava e Medvode fino alle Karavanke e alle Alpi di Kamnik e della Savinja che sembrano essere sul nostro palmo della mano.
Cambiamo direzione – ritorniamo verso la città
Passato l'hotel arriviamo fino al bivio davanti a Medno dove gireremo a destra – proseguendo dritto arriveremmo sulla strada principale che è però troppo trafficata e perciò pericolosa per andarci in bici. Proseguiamo il percorso lungo una stradina stretta che attraversa Medno e anche se qua e la ci sono alcune buche sgradevoli, è sempre molto meglio delle lunghe colonne di automobili. Da Medno, seguendo la discesa, dopo aver attraversato la parte alta e media della zona alluvionale scendiamo tra i campi, passando molti dossi . Dopo un buon chilometro a zig-zag tra i campi arriviamo fino alla successiva lieve salita che porta a Stanežiče . Proseguiamo dritti per un altro po' lungo la strada principale fin quando non arriviamo all'estremità orientale del paese, davanti alla cappella e alla cava di sabbia abbandonata. Guardando a destra dovremmo intravedere una pista ciclabile tra i campi e ancora più avanti anche una chiesa barocca. Giriamo a destra sulla stretta pista ciclabile a due corsie che passa proprio davanti alla rinnovata chiesa barocca di S. Giacomo , . Proseguiamo il viaggio fino ad arrivare ad un'ampia strada in asfalto dove giriamo a sinistra verso la città. Il percorso ci porta a fianco di Dvor, in una leggera curva a sinistra lungo il campo da football americano fino a Guncelj dove giriamo a destra verso il villaggio. Il centro di Guncelj andrebbe visitato per la casa contadina ornata da bellissimi dipinti e risalente al XVII secolo e per la cappella presso l'incrocio. Probabilmente ci siamo già rassegnati che senza dossi proprio non va, e quindi svoltiamo rincuorati sulla strada Gunceljska ceste e ci lasciamo cullare dal ritmo ondulante. Per non credere di stare su di una barca sull'Adriatico, durante il tragitto possiamo guardare e svoltare a destra sotto il monte dove si trovano i trampolini dell'Associazione Sciistica Dolomiti , . Su questi hanno fatto i loro primi passi alcuni dei più famosi saltatori con gli sci sloveni.
I buchi sul monte di Šentvid
Da Gunclje arriviamo presso il centro commerciale Merkur davanti alla trattoria Jelen. Proseguiamo fino alla via Celovška cesta e all'incrocio dietro il capolinea dell'autobus della linea 1 giriamo a destra sulla pista ciclabile che porta fino a Šentvid e più avanti verso Lubiana. Procediamo attraverso il passaggio sotto il raccordo stradale per il tunnel autostradale di Šentvid e ad un tratto siamo in centro a Šentvid . A sinistra troviamo la banca, la chiesa parrocchiale di S. Vid e la scuola elementare, noi invece giriamo a destra e subito a sinistra sulla Šentviška ulica, parallela alla strada Celovška, ma molto meno trafficata. La noia viene sopraffatta da una moderata pendenza. Premiamo forte i pedali e giungiamo velocemente in cima. Dall'altra parte, ovviamente, in discesa, e poi nuovamente un po' in su e un po' in giù. All'incrocio manteniamo la destra e proseguiamo per tutto il tempo ai piedi del monte Šentviški hrib seguendo la strada Podgorska cesta fino ad arrivare alla fine e girare a destra sulla strada di Andrej Bitenc che ci condurrà velocemente attraverso Pržan, l'autostrada e la frazione Dolnice fino a Glince dove inizia una breve salita. A Dolnice si può girare a sinistra per prendere la scorciatoia fino a Podutik e attraversare un viale di peri ma scegliamo di continuare dritti per affaticarci ancor un po' sulla breve salita prima di arrivare alla meta.
Alla fine della salita avvistiamo nel bosco la scritta che ci indirizza verso Brezarjevo brezno, punto dove sono avvenute le esecuzioni extragiudiziali dopo la fine della Seconda Guerra mondiale. Le vittime, tra cui militari e civilisti, furono circa 800 e i loro resti vennero in seguito trasportati dalla foiba fino alla fossa comune nella vicina valle Kucja dolina. La foiba Brezarjevo brezno oggi è dichiarata monumento culturale. Non dista più di 300 metri dalla strada ma bisogna arrivarci a piedi.
Poco più avanti si trova l'incrocio sul quale dobbiamo girare a sinistra e proseguire su una salita abbastanza ripida passando la trattoria Kačji Dol e la fermata degli autobus per scendere fino alla nostra meta che si trova presso la cava a Podutik.
Ci è andata bene, vero? Niente di strano che qui si facevano le gare in bici già prima della Seconda Guerra mondiale.
La forma del nostro percorso sulla mappa ricorda la lampada di Aladino (I racconti di 1001 notte). Podutik si trova sul margine di questa lampada magica e quando, finito il percorso, scenderete dalla bici, guardatevi intorno. Forse anche voi, come successe ad Aladino alla fine della fiaba, forse un anello d'oro che vi abbaglierà dal prato vi esaudirà tutti i vostri desideri.