LA LAMPADA DI ALADINO
Lunghezza
34,6
Lunghezza 34,6 km
Durata del percorso
02:30
Durata del percorso 02:30
Največja strmina vzpona[%]
7
Livello massimo della salita: 7 %
Livello massimo della discesa: 7 %
Livello medio della salita: 6 %
Livello della salita oltre 5%: 5,50 km
Altezza minima del percorso: 300 m
Altezza massima del percorso: 650 m
Differenza d'altitudine: 819 m
Poraba kalorij
5087
Consumo di energia per gli uomini: 5087 kJ (1215 kcal)
Consumo di energia per le donne: 4145 kJ (990 kcal)
Difficoltà
Difficoltà: Difficile
Tipologia del terreno ciclabile
Tipologia del terreno ciclabile: Misto
Tipo di bici: Bici da trekking
Breve descrizione

Un percorso molto attraente e un po' più impegnativo ci porta da Podutik fino ai margini di Ljubljansko barje e della valle del fiume Gradaščica da dove saliremo fino a Toško čelo. Dopodiché guideremo per un po' per le colline sull'estremità orientale delle Polhograjski Dolomiti, mentre davanti al monte Katarina, seguiremo una ripida discesa fino alla valle del torrente Malveščica e costeggiandolo raggiungeremo il fiume Sava. Da Medno in poi il percorso passa attraverso i villaggi suburbani e ritorna a Podutik.
Il tracciato sulla mappa ricorda molto il genio della lampada di Aladino o meglio proprio la sua lampada.
Il percorso attraversa una delle zone collinari più belle della Slovenia, unica per i meravigliosi paesaggi, soprattutto nel pomeriggio. Oltre al paesaggio i ciclisti dall'anima tenera saranno lieti di ammirare la ricca vegetazione (in particolar modo i prati in fiore), le caratteristiche culturali e non per ultimo le bontà gastronomiche offerte dalle numerose trattorie lungo la strada.

Percorso

Podutik – Grič - Brdo – Bokalce – Stranska vas - Preval – Toško Čelo – Topol – Babni Dol - Golo Brdo – Seničica – Medno – Stanežiče – Dvor – Gunclje – Šentvid – Pržanj – Dolnice – Glince – Podutik

L'introduzione in piano ...
Siamo diretti verso la catena montuosa di Polhov Gradec, il che significa guidare anche in salita, per questo sarà ottimo regalarci qualche tratto di pedalata "domenicale" in pianura per prepararci ad affrontare anche gli sforzi maggiori. Iniziamo a Podutik, il punto che abbiamo scelto per la nostra partenza (l'automobile – se siamo arrivati in auto, possiamo lasciarla nel piccolo parcheggio vicino alla cava nei pressi del capolinea del bus urbano numero 7). Mentre ci riscaldiamo per affrontare le nostre pedalate, possiamo soffermarci sulla vecchia calcara , costruita nel 1875 dal tagliapietre Lovrenc Vodnik di Podutik. In essa cuocevano i calcari, provenienti dalla cava vicina, per produrre la calce che serviva a rifornire Lubiana e i villaggi circostanti.
Dalla cava proseguiamo sulla strada principale attraverso Podutik verso Lubiana, e alcune decine di metri dopo il negozio svoltiamo a destra passando davanti alla pizzeria Etna dove probabilmente ci fermeremo alla fine del nostro percorso. Ora stiamo guidando attraverso un denso abitato su una strada che poco più avanti finisce per cui dobbiamo imboccare la strada parallela che si trova a sinistra. Conviene farlo subito alla prima diramazione decente, a sinistra, dopo circa 250 metri dal negozio. A questo punto siamo arrivati alla via Mladinska ulica che seguiamo tra i prati fino a Grič dove si trova la Stazione di polizia e la Base autostradale . Lasciate entrambe alle spalle, proseguiamo fino all'incrocio semaforizzato, lo attraversiamo e passando accanto al centro commerciale arriviamo fino alla vicina rotonda.
Il percorso continua sull'altro lato della rotonda, a destra passando davanti alla casa di riposo in direzione di Bokalce. Scendiamo accanto al castello, una volta molto bello, oggi purtroppo abbastanza trascurato. , . Ora ci troviamo in fondo alla lampada di Aladino e se potessimo strofinarla ci augureremmo che il castello possa nuovamente risplendere in tutta la sua bellezza di una volta.

... asfalto e altro ...
Sotto il castello si trova un incrocio dove giriamo a destra su una bella e poco trafficata strada in asfalto, lungo la quale guideremo sotto l'ombra degli alberi ascoltando il borbottio enigmatico del fiume Gradaščica fino ad arrivare a Stranska vas . All'incrocio con la strada principale proseguiamo dritto e lievemente a destra, dopo di che la strada svolta ancora più a destra verso la valle Čepska dolina. Alla fine della strada iniziano le curve e una salita di tutto rispetto. Dovrebbe essere al 9 % ma sembra molto più ripida. In cima ci aspetta Preval (capriola) – letteralmente e con l'iniziale maiuscola. Attraversandolo si arriva nuovamente a Podutik, ma oggi non abbiamo intenzione di finire così in fretta, perciò giriamo a sinistra verso Toško čelo. Dopo un breve tratto rettilineo dietro il monumento alle staffette le ginocchia dovranno nuovamente lavorare. Fino in cima porta una buona strada asfaltata ma relativamente ripida e durante i fine settimana alquanto trafficata, infatti soprattutto nelle giornate soleggiate vi si trovano gruppi più o meno grandi, la maggior parte dei quali a piedi. A quelli tra noi ai quali potrebbero dare fastidio, consigliamo pazienza e mano leggera con il campanellino. E non dimentichiamocelo: se si incontra qualcuno in montagna, è giusto salutarlo. Quando, con la fronte sudata, arriviamo a Toško čelo, possiamo riprender fiato e rinfrescarci in qualcuna delle trattorie del luogo . Inoltre possiamo scegliere di proseguire fino al rifugio dei cacciatori e dare un'occhiata da Toško čelo verso la capitale slovena , per poi risalire in bici e proseguire fino a Topol!

... attraverso il parco regionale ...
L'asfalto finisce in fretta , e noi ci ritroviamo nel parco regionale delle Polhograjski Dolomiti. Lo sterrato è abbastanza buono ma durante le belle giornate dovremmo far continuamente attenzione agli escursionisti. Proseguiamo su e giù (anzi più su che giù) e facciamo attenzione a scansare i tratti malconci della carreggiata in salita – soprattutto dopo forti piogge il percorso può presentarsi veramente pessimo. Passiamo davanti a diverse cave di calcare , qui talmente friabile da sgretolarsi da solo in sabbia che usano in seguito per rattoppare i buchi sulla strada. I dintorni sono veramente belli e durante la salita lo sguardo riposa sui folti boschi verdi e sui prati in fiore . La bellezza mitiga le sofferenze, ma nonostante questo siamo già stufi delle salite, perciò ansimanti sussurriamo: "Che queste salite finiscano al più presto!", il che si potrebbe annoverare tra i nostri desideri da fare al genio della lampada di Aladino.

... vicino al misterioso castello ...
Il desiderio si avvera presto. All'improvviso la vista si apre verso ponente, verso Topol, Katarina, Jetrbenk, il Ljubljansko polje, ... Siamo arrivati sotto la cima del nostro percorso. Da qui in avanti non faremo quasi altro che scendere. Dal bosco sul pendio arriviamo sul prato dove inizia la strada asfaltata per Topol. Sul crinale al centro del prato si trova un crocevia . Girando a sinistra si arriva a Topol ma noi proseguiamo a destra verso le fattorie solitarie sulla sponda e proseguiamo verso valle. La strada asfaltata presto finisce, tranne nelle vicinanze di alcune fattorie dove vi si ritrovano ancora dei brevi tratti. Davanti a noi si trova il monte dalla caratteristica forma a cono Jeterbenk dove una volta si trovava il castello dei cavalieri Hertenberg.

... riposo con merenda casereccia
Tra i prati in mezzo alle fattorie sotto il Jeterbenk proseguiamo la strada seguendo un sentiero declivio in ghiaia. Sulle diramazioni tra le fattorie dobbiamo stare attenti a non proseguire sul monte. La strada piana incomincia ad essere sempre più in pendenza e ci ritroviamo a dover premere sempre di più sulle manovelle dei freni. Una maggiore cautela non guasterà di sicuro. La ripida strada boschiva è uno dei motivi per i quali si consiglia di fare questo percorso di Aladino in senso orario. Infatti, guardandoci alle spalle non possiamo essere che felici di non dover pedalare verso la cima. Durante la discesa possiamo fermarci e regalarci qualche attimo per godere del paesaggio stupendo e anche di altre piccole scene offerte dalla natura, mentre guidiamo dovremmo invece prestare molta attenzione alla strada davanti a noi perché la troveremo intersecata da numerosi canali di drenaggio che durante gli acquazzoni prevengono che l'acqua si porti via troppa ghiaia dal sentiero ripido. La strada nel bosco ci porta fino ai prati in valle . In un attimo siamo arrivati fino all'incrocio con la strada asfaltata e qui la strada in sterrato finisce definitivamente. All'incrocio giriamo a sinistra continuando fino al bivio verso il rifugio Slavkov dom. Poco prima sul versante del monte opposto vedremo nel bosco una piccola grotta carsica con alcune formazioni calcaree. Per arricchire il percorso potremmo scendere dalla bici per alcuni minuti e procedere per duecento, trecento metri su per la collina fino all'ingresso della grotta . L'entrata è bassa e ripida, spesso umida e fangosa, per cui per entrarvi si consiglia di usare le corde di sicurezza.
Il rinnovato rifugio Slavkov dom che si trova poco più avanti lungo il percorso può essere definito come valido punto di ristoro, se naturalmente ne abbiamo bisogno. Una merenda casereccia sarà l'ideale, per non parlare dei tradizionali "reni bianchi", per i quali sono famosi. Dalla terrazza sotto il rifugio si apre una bellissima vista sulle Polhograjski Dolomiti che abbiamo appena lasciato.
Naturalmente, non ci sarà niente di male se proseguiremo diretti verso Seničica , , fino all'incrocio presso un piccolo ponte dove giriamo in salita a destra verso l'hotel Medno . Se il tempo lo permette potremmo godere di una bellissima vista sulle colline che abbiamo attraversato mezz'ora fa, e anche oltre fino al monte Triglav , il fiume Sava e Medvode fino alle Karavanke e alle Alpi di Kamnik e della Savinja che sembrano essere sul nostro palmo della mano.

Cambiamo direzione – ritorniamo verso la città
Passato l'hotel arriviamo fino al bivio davanti a Medno dove gireremo a destra – proseguendo dritto arriveremmo sulla strada principale che è però troppo trafficata e perciò pericolosa per andarci in bici. Proseguiamo il percorso lungo una stradina stretta che attraversa Medno e anche se qua e la ci sono alcune buche sgradevoli, è sempre molto meglio delle lunghe colonne di automobili. Da Medno, seguendo la discesa, dopo aver attraversato la parte alta e media della zona alluvionale scendiamo tra i campi, passando molti dossi . Dopo un buon chilometro a zig-zag tra i campi arriviamo fino alla successiva lieve salita che porta a Stanežiče . Proseguiamo dritti per un altro po' lungo la strada principale fin quando non arriviamo all'estremità orientale del paese, davanti alla cappella e alla cava di sabbia abbandonata. Guardando a destra dovremmo intravedere una pista ciclabile tra i campi e ancora più avanti anche una chiesa barocca. Giriamo a destra sulla stretta pista ciclabile a due corsie che passa proprio davanti alla rinnovata chiesa barocca di S. Giacomo , . Proseguiamo il viaggio fino ad arrivare ad un'ampia strada in asfalto dove giriamo a sinistra verso la città. Il percorso ci porta a fianco di Dvor, in una leggera curva a sinistra lungo il campo da football americano fino a Guncelj dove giriamo a destra verso il villaggio. Il centro di Guncelj andrebbe visitato per la casa contadina ornata da bellissimi dipinti e risalente al XVII secolo e per la cappella presso l'incrocio. Probabilmente ci siamo già rassegnati che senza dossi proprio non va, e quindi svoltiamo rincuorati sulla strada Gunceljska ceste e ci lasciamo cullare dal ritmo ondulante. Per non credere di stare su di una barca sull'Adriatico, durante il tragitto possiamo guardare e svoltare a destra sotto il monte dove si trovano i trampolini dell'Associazione Sciistica Dolomiti , . Su questi hanno fatto i loro primi passi alcuni dei più famosi saltatori con gli sci sloveni.

I buchi sul monte di Šentvid
Da Gunclje arriviamo presso il centro commerciale Merkur davanti alla trattoria Jelen. Proseguiamo fino alla via Celovška cesta e all'incrocio dietro il capolinea dell'autobus della linea 1 giriamo a destra sulla pista ciclabile che porta fino a Šentvid e più avanti verso Lubiana. Procediamo attraverso il passaggio sotto il raccordo stradale per il tunnel autostradale di Šentvid e ad un tratto siamo in centro a Šentvid . A sinistra troviamo la banca, la chiesa parrocchiale di S. Vid e la scuola elementare, noi invece giriamo a destra e subito a sinistra sulla Šentviška ulica, parallela alla strada Celovška, ma molto meno trafficata. La noia viene sopraffatta da una moderata pendenza. Premiamo forte i pedali e giungiamo velocemente in cima. Dall'altra parte, ovviamente, in discesa, e poi nuovamente un po' in su e un po' in giù. All'incrocio manteniamo la destra e proseguiamo per tutto il tempo ai piedi del monte Šentviški hrib seguendo la strada Podgorska cesta fino ad arrivare alla fine e girare a destra sulla strada di Andrej Bitenc che ci condurrà velocemente attraverso Pržan, l'autostrada e la frazione Dolnice fino a Glince dove inizia una breve salita. A Dolnice si può girare a sinistra per prendere la scorciatoia fino a Podutik e attraversare un viale di peri ma scegliamo di continuare dritti per affaticarci ancor un po' sulla breve salita prima di arrivare alla meta.
Alla fine della salita avvistiamo nel bosco la scritta che ci indirizza verso Brezarjevo brezno, punto dove sono avvenute le esecuzioni extragiudiziali dopo la fine della Seconda Guerra mondiale. Le vittime, tra cui militari e civilisti, furono circa 800 e i loro resti vennero in seguito trasportati dalla foiba fino alla fossa comune nella vicina valle Kucja dolina. La foiba Brezarjevo brezno oggi è dichiarata monumento culturale. Non dista più di 300 metri dalla strada ma bisogna arrivarci a piedi.
Poco più avanti si trova l'incrocio sul quale dobbiamo girare a sinistra e proseguire su una salita abbastanza ripida passando la trattoria Kačji Dol e la fermata degli autobus per scendere fino alla nostra meta che si trova presso la cava a Podutik.
Ci è andata bene, vero? Niente di strano che qui si facevano le gare in bici già prima della Seconda Guerra mondiale.

La forma del nostro percorso sulla mappa ricorda la lampada di Aladino (I racconti di 1001 notte). Podutik si trova sul margine di questa lampada magica e quando, finito il percorso, scenderete dalla bici, guardatevi intorno. Forse anche voi, come successe ad Aladino alla fine della fiaba, forse un anello d'oro che vi abbaglierà dal prato vi esaudirà tutti i vostri desideri.

Il "gliničan" grigio
Nel punto di partenza a Podutik si trova una vecchia cava in cui tempo fa veniva estratto il famoso calcare "gliničan" che prese il nome dall'abitato Glince. La pietra non è niente di speciale – di colore da grigio chiaro a grigio scuro, non raggiunge la qualità di altri calcari simili come ad esempio quelli di Podpeč o Lesno Brdo –, ma ciò nonostante ebbe un ruolo importante durante la costruzione di Lubiana. Infatti, lo sfruttavano già gli antichi Romani, mentre la maggior parte venne consumata dopo la ristrutturazione avvenuta a seguito del terremoto poco prima della fine del XIX secolo. In passato fu molto popolare anche per le decorazioni architettoniche, ad esempio per i portali d'ingresso e le decorazioni intorno alle finestre. Questo tipo di artigianato fu molto sviluppato a Podutik dove è rimasto in misura minore presente sino ad oggi. Come particolarità va menzionato che il ponte centrale di Lubiana - Tromostovje è costruito con il gliničan.

La calcara di Podutik
Vicino alla cava di Podutik si trova la vecchia calcara , costruita nel 1875 dal tagliapietre Lovrenc Vodnik di Podutik. In questa venivano cotti i calcari provenienti dalla vicina cava per produrre la calce. Con il materiale prodotto veniva approvvigionata Lubiana e gli abitati nei dintorni. Nella calcara veniva prodotta la calce viva. Dopo il terremoto che devastò Lubiana nel 1895 l'artigianato della calce fiorì parecchio, mentre con lo sviluppo della produzione industriale andò pian piano ad estinguersi. La calcara di Podutik fu accesa per l'ultima volta dopo la seconda guerra mondiale.
Il procedimento di produzione della calce era molto faticoso perché prima di ogni cottura bisognava preparare un arco sopra il focolare della calcara con i pezzi di calcare lavorati e poi riempirla con le pietre fino alla sommità. Il forno poteva contenere oltre dieci tonnellate di calcare. Sotto l'arco veniva acceso il fuoco e le pietre venivano arse a temperature elevate giorno e notte per qualche settimana. Il carbonato di calcio (calcare) si trasformava così in ossido di calcio o calce viva, che veniva successivamente trasportata con i carri fino ai consumatori. Era destinata per la produzione di malta, e il calcare migliore per la tinteggiature delle pareti interne. La calce viva, di per sé, non era utilizzabile. Innanzitutto andava mescolata con l'acqua che provocando una forte reazione produceva calore e di conseguenza si creava l'idrossido di calcio. Per fargli ottenere una qualità elevata lo lasciavano riposare in fosse particolari per alcuni anni e veniva così ad acquisire un'uniforme struttura "grassa".

Il castello Bokalce
I suoi inizi risalgono molto indietro nel tempo – si dice che la prima fortificazione fu eretta già nel XII secolo –, anche se il castello come tale viene menzionato per la prima volta appena nel 1580 in un atto di compravendita. Da allora cambio numerosi proprietari, mentre dopo la Seconda Guerra mondiale fu nazionalizzato. Dicono che lo Stato non sia il proprietario migliore, e in questo caso è vero. Non potendo trovare una soluzione migliore hanno destinato il castello alla "produzione agricola". Al pianoterra si trovava l'amministrazione aziendale della ditta casearia Ljubljanske mlekarne, i piani alti erano per i lavoratori, mentre nei dintorni pascolava il bestiame. Così andò avanti per un po', fino a quando la latteria non traslocò e i pascoli diedero il cambio all'autostrada, mentre gli alloggi rimasero inabitati. Dopo l'indipendenza dalla Slovenia il castello fu denazionalizzato e reso agli ultimi proprietari, successivamente fu venduto a un investitore privato che dovrebbe ristrutturalo. E nonostante, nel frattempo, sia successo un po' di tutto, il tempo passa e il castello continua a decadere . Il ricco inventario di una volta è stato sperperato negli anni passati da tutte le parti. La fontana di Narciso con la bellissima statua di Narciso si trova, per esempio, nel Palazzo Comunale, gli affreschi, ora staccati si trovano presso la Galleria Nazionale, mentre per il restante patrimonio mobile si sono perse le tracce.

Monumento alle staffette partigiane
Al termine del tratto piano sul quale ci siamo immessi giungendo da Preval, ci viene incontro sulla destra il monumento ai corrieri partigiani .
Il monumento sorge lungo la trasversale Kurirska pot Dolomitov lunga 25 chilometri, a ricordare le gesta dei corrieri o staffette, i quali facevano parte integrante del sistema di informazioni dell'esercito partigiano della Slovenia e costituivano un legame importante tra le unità partigiane e gli altri organi della NOG in tutta la Slovenia. Il sistema prevedeva una serie di postazioni, tra le quali i corrieri portavano a termine i compiti affidati nonostante la fatica e il pericolo incombente, e spesso a prezzo della vita.

Castello di Jeterbenk
Sul monte Jetrebenk (dal tedesco Hertenberg) un tempo c'era il castello dei cavalieri di Hertenberg, ministri del ducato di Spanheim in Carinzia. I ministri erano nominati tra i rappresentanti della bassa nobiltà e svolgevano le attività militari e amministrative a nome dei nobili più alti. Gli Spanheim erano i famosi castellani che risiedevano nel Castello di Lubiana e utilizzarono per primi il noto stemma con la pantera nera su due zampe su sfondo bianco. Alcuni avrebbero voluto che questo stemma diventasse il simbolo statale della Repubblica di Slovenia. Dato che gli Spanheim non ebbero discendenti, i poteri sulle loro terre (compresa la regione Kranjska) passarono al re della Repubblica Ceca, Otokar II, che si impossessò anche del suddetto stemma. Ma non per molto poiché fu ucciso durante una battaglia con gli Asburgo in Moravia e i suoi poteri su quest' area slovena passarono ai Conti di Gorizia che li mantennero fino al 1335, quando i poteri passarono agli Asburgo. Il castello Jeterbenk fu menzionato per la prima volta negli scritti che risalgono al 1252 e l'ultima volta in quelli del 1444, quando era già spopolato. Il primo edificio a forma di torre fu sostituito nel XIV secolo da un edificio contemporaneo sul castelliere presso la chiesa di S. Margherita a Žlebe (dall'altra parte del monte davanti a noi), ma fu presto abbandonato, forse anche demolito intenzionalmente. I cavalieri di Hertenberg erano dei saccheggiatori, ed è possibile che gli sia andata male durante una delle marce asburgiche. Oltre al suddetto edificio i cavalieri di Hertenberg costruirono anche la torre di Nebovz (Nebojse), menzionata nella tradizione popolare, ma l'ubicazione precisa non è stata ancora definita. Non sono stati trovati nemmeno i tesori che i cavalieri avrebbero nascosto sotto il castello Jeterbenk.

La chiesa di S. Giacomo a Stanežiče
La chiesa barocca ha un campanile del 1681, la navata ottagonale e un presbiterio quadro, entrambi costruiti nel 1721, mentre il portico risale al 1749. La volta della navata è a botte, nel presbiterio a croce, le pareti interne sono riccamente articolate da lesene e cimase. L'altare principale è opera di Matevž Tomc, datata 1856, mentre gli altri quattro altari sono progettati seguendo la tradizione barocca. L'altare di Santa Croce e quello di San Floriano risalgono al 1739, quello di San Pellegrino e Santa Lucia sono stati rinnovati nel 1934.

Šentvid
Šentvid veniva menzionato nelle fonti storiche già ai tempi degli Illiri e dei Celti. La zona di Šentvid era attraversata da una strada di transito che collegava il bacino di Lubiana con la Carinzia. Lo dimostrano i resti di numerosi insediamenti romani.
Tra il 1408 e il 1584 Šentvid fu spesso attaccata e incendiata dai Turchi. Un altro grave problema fu la peste che soprattutto nel XVII secolo fece una strage di morti. Per via della peste già a metà del XVI secolo i governanti cittadini e le autorità ecclesiastiche si trasferirono a Kamnik e a Gornji Grad.
Per la storia di Šentvid è importantissimo il grande raduno politico tenutosi a Vižmarje il 17 maggio 1869 a cui presero parte 40.000 persone provenienti da tutte le località slovene. Il raduno fu diretto dal dr. Bleiweis ed ebbe un grande successo grazie al sacerdote della parrocchia di Šentvid, Blaž Potočnik. Al raduno si richiedeva una Slovenia autonoma e unita, nonché la parità dei diritti per la lingua slovena.

Natura
La natura qui è ricca di boschi in cui sono presenti in quantità più o meno uguale sia le conifere che le latifoglie. Sui costoni e sui versanti pianeggianti in prossimità dei centri abitati e soprattutto nelle valli troverete molti prati che hanno mantenuto intatto il loro ecosistema biotico grazie ad un'agricoltura non troppo aggressiva.

Pizzeria Etna a Podutik
Più che all'inizio del tragitto, una calda pizza e una bibita rinfrescante ci gioveranno alla fine del nostro percorso di Aladino.

Trattoria Pri Bitencu a Toško čelo
La salita sul monte Toško Čelo è talmente esigente che per i ciclisti con una scarsa preparazione fisica sarà quasi impossibile affrontarla. Pertanto vale sicuramente la pena di riprender fiato e fermarsi presso la trattoria Pri Bitencu dove prendere un caffè o un tè. Se abbiamo intrapreso la strada in senso orario, forse si potrà anche assaggiare un gustoso piatto casereccio che vi sarà servito sul terrazzo con una meravigliosa veduta su Lubiana . Se le giornate sono più fresche potremmo riscaldarci vicino alla vecchia stufa a legna.

Trattoria Dobnikar, Topol
Per molti escursionisti che il sabato o la domenica fanno una passeggiata sul versante Katarina, fermarsi a pranzo alla trattoria Dobnikar è quasi d'obbligo. Non sono mai delusi, soprattutto se amano la cucina tradizionale slovena. Anche i prezzi sono alla portata di tutti. I locali sono spaziosi, la vista dal terrazzo è stupenda e ripaga gli escursionisti della loro fatica.

Baita Slavkov dom
Un ottimo e calmo posto dove potersi ristorare prima di continuare la nostra strada.

Hotel Medno
Accanto alle stanze alberghiere, l'Hotel Medno, che si trova lungo il nostro percorso, offre anche squisite bibite e cibi, mentre nelle belle giornate dal terrazzo si può ammirare una stupenda vista sulle Alpi Giulie, le Caravanche e la Alpi di Kamnik.

Gostilna Jelen, Vižmarje
La pizzeria e trattoria Jelen ha vissuto in passato assieme ai suoi proprietari alti e bassi. Oggi l'hanno rinnovata e nuovamente arricchisce l'offerta culinaria di Šentvid e dei suoi dintorni.

La galleria di Šentvid
Questa galleria, nel corso della sua costruzione, ha ricoperto spesso le copertine dei giornali sloveni per via dei numerosi ritardi nell'ultimazione dei lavori, complicazioni, aumenti del contratto e varie vicende oscure. Quando la galleria è stata aperta , dopo diversi anni di costruzione, ci furono dei problemi con la caduta dell'intonaco dal soffitto e la galleria è stata temporaneamente richiusa. La costosissima galleria di Šentvid nei primi anni d'esercizio è stata più chiusa che attiva e sulla galleria tra la gente circolano non poche barzellette tra cui anche che avrebbe bisogno di un po' d'acqua minerale Donat.
Dopo i problemi iniziali la galleria è finalmente aperta regolarmente, e ci auspichiamo che rimanga così, lasciando intorno a Šentvid strade meno trafficate e più spazio per i ciclisti.

Lungo le strade dei cavalieri briganti
L'evento non è organizzato in una determinata data dell'anno come gli altri – ad es. Viaggio da Litija a Čatež - ma è molto simile nei contenuti. Il partecipante alla fine del percorso tra Žlebe e Jetrbenk trova un libro in cui si iscrive per confermare che ha percorso il tragitto a piedi o con un veicolo. Credeteci, il libro ha già un bel numero di firme.

Il percorso attraversa anche strade sterrate (Toško čelo–Topol–Golo Brdo), le quali, seppure ben tenute, nei giorni successivi a piogge considerevoli diventano facilmente malandate. Lo sterrato si presenta attraversato da numerosi canali di drenaggio, a tratti anche alquanto profondi che risultano poco piacevoli per i ciclisti, soprattutto quelli sprovvisti di mountain bike.
In sella a una mountain bike o una bici da trekking il percorso è adatto durante tutto l'anno, tranne d'inverno quando nevica e alcuni tratti rimangono innevati per molto tempo. Dopo la pioggia e con l'umido l'asfalto nel bosco può presentarsi molto scivoloso.