IL SENTIERO LUNGO IL FIUME SAVA
Lunghezza
43,9
Lunghezza 43,9 km
Durata del percorso
02:00
Durata del percorso 02:00
Največja strmina vzpona[%]
4
Livello massimo della salita: 4 %
Livello massimo della discesa: 4 %
Livello medio della salita: 1 %
Livello della salita oltre 5%: 0,60 km
Altezza minima del percorso: 327 m
Altezza massima del percorso: 260 m
Differenza d'altitudine: 263 m
Poraba kalorij
4070
Consumo di energia per gli uomini: 4070 kJ (972 kcal)
Consumo di energia per le donne: 3316 kJ (792 kcal)
Difficoltà
Difficoltà: Media
Tipologia del terreno ciclabile
Tipologia del terreno ciclabile: Asfalto
Tipo di bici: Bici da strada
Breve descrizione

Il tracciato si snoda per le strade meno trafficate, ricche di siti d'interesse lungo il Sava. Il sentiero è interamente pianeggiante, le strade sono asfaltate e facili da percorrere in qualsiasi tempo. È la gita ideale ad inizio stagione ma presenta anche una buone preparazione per escursioni più impegnative. Una bellissima passeggiata pomeridiana in sella alla propria bicicletta.

Percorso

Tacen – Gameljne – Črnuče – Brnčičeva ulica – Šentjakob – Brinje – Beričevo – Videm – Dol – Dolsko – Podgrad – Zalog – Zadobrova – Sneberje – Obrije – Jarše – Tomačevo – Stožice – Mala vas – Ježica – Vižmarje – Tacen

A voi la scelta: kayak o bicicletta ...
Il punto d'inizio di questa gita è il parcheggio a Tacen. Per rinfrescarsi un po' già prima di iniziare a pedalare si può andare subito fino al fiume Sava. Nel 1939 fu realizzato il tracciato di slalom sulle rapide del fiume , mentre nel 1955 fu organizzato anche il campionato mondiale di questa disciplina. Dal ponte si può vedere il fiume ed immaginare come era il Sava nel periodo quando lo si poteva attraversare in barca. Solo nel 1844 il barone Lazarini, signore di Rocen, ordinò la costruzione del ponte in legno che fu chiamato il ponte di Maria. Ovviamente, si doveva pagare il pedaggio del ponte, il quale resse per sessant'anni, fino a quando nel 1907 fu spazzato via dalla corrente del fiume. Per un breve periodo funzionò di nuovo il traghetto sul Sava, e nel 1910 le autorità del tempo costruirono il nuovo ponte, questa volta di ferro.
Godute le fresche acque del fiume che ci cantano la loro melodia, si procede con la gita di oggi attraverso Tacen per arrivare al paese di Šmartno ai piedi del monte Šmarna gora. Lungo la strada si può visitare la Chiesa di San Giorgio e l'interessante fontana. La chiesa si erge sul punto dove una volta era situata la cappella del palazzo di Rocen e si presume che fosse in origine una chiesa gotica (per via della volta all'ingresso del campanile) ma la chiesa fu poi riedificata in stile barocco nel secondo Settecento.

Il giorno della sommossa
Tacen è finito, ma non si è proprio sicuri se questo sia già Šmartno. Tuttavia, un pochino sopra la strada alla propria sinistra si vede un grande monumento a forma di pietra del mulino, il quale indica il luogo dove fu premuto il primo grilletto partigiano in Slovenia. Il 22 luglio si celebra il giorno della sommossa del popolo sloveno. In quel giorno del 1941 il gruppo dei partigiani di Šmartno organizzò, in accordo con lo stesso gruppo di Gameljne, l'attacco, durante il quale vollero liquidare alcuni traditori locali. L'assalto di Gameljne del ventuno non ebbe successo, mentre i partigiani di Šmartno il mattino successivo riuscirono nell'impresa. L'attacco rappresenta l'inizio della lotta per la liberazione del popolo sloveno.

Tra i mulini ed i sepolcri
Andando verso Gameljne, da quando Šmartno pod Šmarno goro vanta una »mini« tangenziale, non serve attraversare il paese. Si percorre il cavalcavia che attraversa l'autostrada e poi si volta a sinistra. La strada si snoda per la campagna e porta a Gameljne, un paese così lungo che è frazionato in tre parti: Gameljne di sopra, di sotto e Gameljne centro. Il paese è attraversato dal ruscello Gameljščica con abbastanza acqua, ma nel contempo tranquillo, da spingere i mulini. Un tempo c'erano addirittura sette mulini nel paese, tuttavia, oggi non funziona più nessuno di loro. Comunque Gameljne vanta l'unica dacia – caratteristica villetta di campagna in Russia – sul territorio sloveno. Le dacie sono simbolo sociale dei più benestanti, i quali le abitavano specialmente durante l'estate. Anche il paese era noto per i propri ricconi, il che non è affatto strano, visto che il paese si trova su un terreno molto fertile. E non solo. Infatti, la campagna dei dintorni nasconde anche ricchezze minerali, testimoniate dalle scoperte dell'antica scoria di metallo e di altri resti della produzione e della lavorazione del ferro. Esiste inoltre anche un documento scritto sull'antica lapide romana , oggi infissa nella Chiesa di San Leonardo a Gameljne di sotto. La lapide venne ordinata dai Cesernia, una nota e ricca famiglia di Aquileia, trasferitasi nel territorio di Emona (oggi Lubiana) nel corso del primo secolo dopo Cristo. I membri della famiglia si occupavano della lavorazione del ferro ed il fatto che vennero sepolti a Gameljne significa probabilmente che possedevano una vasta proprietà proprio in quest'area. Nelle prossimità del paese furono trovate numerose lapidi romane, la maggioranza delle quali venne purtroppo persa.

Savus fluvius
La strada verso Črnuče corre per il bosco ed attraversandolo si possono vedere antichi sepolcri, dove furono trovate urne, spade, vasi lacrimali ed lanterne ad olio. Nei pressi del bosco correva l'antica via dell'ambra tra il Mar Baltico ed il Mar Mediterraneo, la quale attraversava il Sava proprio a Črnuče. È noto che gli antichi romani usavano seppellire i defunti vicino a strade ed ancora più frequentemente accanto ad incroci, perciò non è un caso vedere i sepolcri in quest'area. Anche la frazione Črnuče fu molto trafficata ed un luogo importante lungo l'antica via, visto che i romani costruirono su colonne di pietra l'imponente ponte in legno sul fiume Sava. Nei pressi del ponte vi era inoltre la stazione postale chiamata Savus fluvius, Črnuče invece si giovava del proprio punto strategico molto importante ancora per molti secoli. Sul colle Straški hrib (452 m), ai piedi del quale si estende la frazione, vi fu la base militare nelle Province illiriche dalla quale i francesi difendevano i propri territori dagli austriaci. Durante la Seconda Guerra Mondiale correva nei pressi del colle il confine tra l'Italia e le zone occupate dai tedeschi (i bunker accanto al ponte sono ancora visibili), ed infine c'erano qui anche le barricate durante il periodo delle lotte d'indipendenza della Slovenia nel 1991.

Le stradine per i paesini
All'incrocio si attraversa Dunajska cesta, poi so gira verso Črnuče e si continua quindi subito a destra per Cesta 24. junija e Šlandrova ulica che porta infine a Štajerska cesta. Si attraversa anche questa e si volta verso Brnčičeva ulica e si prosegue fino al capolinea dell'autobus dove poco prima si gira per 90 gradi a sinistra fino a Zasavska cesta. Da qua si va verso Šentjakob ma prima di raggiungere le prime case si volta sulla strada secondaria che attraversa il paese (quasi di fronte allo stabilimento Belinka ). Al primo incrocio si prende la strada a destra per una lieve discesa fino a raggiungere lo svincolo a sinistra, il quale porta a Šmartinska cesta. Bisogna attraversare la via per continuare il viaggio sulla nuova strada che attraverso il cavalcavia dell'autostrada collega Šentjakob con Perkova ulica a Birnje. Su questa via si prosegue per i paesi Brinje, Beričevo e Videm fino ad arrivare a Dol.

Il Versailles della Carniola
Ecco perché Dol fu così popolare e noto nel XIX secolo in tutta Europa. A Dol si ergeva il palazzo di Jožef Kalasanc barone d'Erberg – uomo di cultura, storico, collezionista di antiquariato e di opere d'arte, nonché noto mecenate. Il suo palazzo fu allestito splendidamente e tutto circondato da giardini perfettamente curati. Niente di strano se fu chiamato anche il Versailles della Carniola. Nella parte orientale del possedimento ordinò la costruzione di due padiglioni per le proprie collezioni. Fu grazie al barone che il palazzo divenne luogo di numerosi incontri della signoria e della nobiltà del tempo, quindi di tutti i personaggi più importanti del territorio. Tuttavia, il palazzo non ha più lo stesso splendore di una volta ed oggi la villa è in uno stato molto molto triste. L'edificio centrale è senza tetto ed è pericolante, il parco è praticamente distrutto, nei giardini non vi è più vegetazione, la piscina è vuota, le stradine sono tutte ricoperte di vegetazione. Le parti del complesso ancora alquanto preservate sono la zona Nord con il tetto riedificato, gli edifici adiacenti ed ovviamente i due padiglioni, gli unici conservati in maniera esemplare.

Attraversando il Sava fino agli affluenti
Si continua con il percorso verso Kleče e Dolsko, dove si volta a destra verso il fiume Sava. Una piccola salita ed ecco che ci si trova sul ponte. Attraversato il fiume si gira subito a destra sulla strada molto piacevole Kresnice–Lubiana, la quale porta fino alla confluenza dei tre fiumi: il Sava, il Ljubljanica ed il Kamniška Bistrica. Ai tempi dello scienziato e scrittore sloveno Janez Vajkard von Valvasor, con l'affluente Besnica, vi erano addirittura quattro fiumi e la loro confluenza si trovava più su verso la sorgente. Durante la sistemazione dei letti dei fiumi Sava e Ljubljanica, la confluenza dei tre fiumi venne spostata al sito attuale, mentre il Besnica rimase dov'era. Oggi il fiume Besnica confluisce prima nel Ljubljanica, il quale a sua volta si unisce con il Kamniška Bistrica nel fiume Sava.

... ai piedi di Ostri vrh
A qualche passo da lì si trova il paese di Podgrad, situato ai piedi di Osterberg , tra i castelli più antichi della Slovenia centrale. Il barone von Valvasor afferma che il castello fu costruito già nel lontano 1015 dai signori di Sviben, invece gli storici moderni sostengono che risale al XII secolo. Ovviamente si tratta del vecchio castello, visto che di castelli di Osterberg ce ne sono due. Di quello antico si possono vedere solo i resti, mentre il castello nuovo , seppur fortemente riedificato, è ancora in piedi. Interessante la constatazione che malgrado tutti i lavori di riedificazione, rimane ancora una parte del castello originale; si tratta del muro di circa un metro che oggi spicca dalla facciata Nord del complesso.

Per le vie della città verso casa
Finita la visita a Podgrad si pedala verso Zalog, si attraversa il fiume Ljubljanica e nel cuore del paese (al semaforo presso il monumento alla lotta di liberazione slovena) si volta a destra su Agrokombinatska cesta. Si prosegue poi per Snebrska cesta, si attraversa Zadobrovška cesta e la corsia Est dell'autostrada ed infine ci si allaccia alla Šmartinska cesta – per fortuna che questa via molto trafficata dura poco. A Šmartno ob Savi si gira verso Obrije e Jarše (attenzione alle indicazioni stradali). A questo punto la strada non è più così trafficata e si possono osservare tranquillamente i dintorni. Si pedala per Obrije, Jarše e Tomačevo, si prende il sottopassaggio dell'autostrada da Maribor e si volta verso il quartiere di Stožice. Strada facendo si può vedere l'ippodromo , dove si può salire in sella – quella vera, ed il centro sportivo Stožice con la famosa arena a forma di conchiglia . Si percorre Stožice e Mala vas ed a Ježica si attraversa la Dunajska cesta verso Udvančeva ulica. Si prende il sottopasso della ferrovia per poi voltare a sinistra verso il centro sportivo di Ježica . Dopo una breve salita si raggiunge Savlje dove si prende la strada a destra, e si continua sulla strada pianeggiante per Kleče e diritti accanto alla stazione di pompaggio dell'acqua fino ad arrivare al semaforo. A Obvozna cesta (detta anche Nemška cesta o Strada tedesca) si gira a sinistra. Da qua si può già vedere Šmarna gora e non ci si può più smarrire. Pedalando sempre più forte si supera il largo incrocio stradale al raccordo autostradale e si passa ancora il semaforo in direzione Brod. Di fronte vi è solo la discesa per il ponte sul Sava – sì, proprio quel ponte, il punto d'inizio di questo percorso.

Il sentiero in bici, non troppo breve e non troppo lungo, è stupendo e molto interessante per una gita pomeridiana o per un leggero allenamento.

La Chiesa di San Giorgio a Tacen
La chiesa fu menzionata già nell'elenco delle proprietà della Chiesa nel territorio della Carniola nel lontano 1526. Si presuppone che in questo punto si trovasse la cappella del castello di Rocen. La chiesa originale era gotica ma fu ampliata durante la riedificazione in stile barocco del Seicento. La chiesa attuale è della seconda metà del XVIII secolo, come testimonia l'iscrizione appena visibile con l'anno 1772. Invece il tetto del campanile è più recente, infatti, fu riedificato dopo il terremoto del 1985. Sotto il pavimento nel cuore della chiesa si trova la cripta dei signori di Rocen.

La dacia russa, Zgornje Gameljne 18
La villetta è l'unico esempio di tale costruzione in stile russo in Slovenia. Il piano terra è in mattoni, mentre il primo piano è interamente in legno con il balcone decorato, anch'esso in legno. La dacia fu costruita nel 1886 su ordine di una famiglia di origini russe, trasferitasi in zona.

La lapide romana nella parete della Chiesa di San Leonardo a Spodnje Gameljne
All'esterno della facciata sud della Chiesa di San Leonardo a Spodnje Gameljne vi è infissa la nota pietra sepolcrale della famiglia Cesernia, scoperta proprio nei pressi del paese. Il decoro della lapide consiste di delfini che dovrebbero portare le anime dei defunti in cielo, invece l'iscrizione in latino dice le seguenti parole: »DIS MANIBUS / LUCIO CAESERNIO / PRIMITIVO / QUINQUEVIRO ET DECURIALI COLLEGII FABRUM / ET OLLIAE PRIMILLAE / CONIUGI EIUS / LEGATIS EX TESTAMENTIS EORUM / DECURIIS IIII COLLEGII FABRUM / UTI ROSAS CARNARIIS / DUCANT DENARIOS CC«. Traduzione in italiano: »Nelle mani degli dei. Lucio Cesernia Primitivo, uno dei cinque membri della decuria degli artigiani, ed Olia Primila, sua consorte. Nei loro testamenti furono ceduti a ciascuno dei quattro della decuria degli artigiani 200 denari per i fiori sepolcrali.«

Il palazzo Dol (Lustthal), Dol pri Ljubljani
Il palazzo, al tempo complesso rinascimentale ad un piano ed a quattro tratti, venne costruito già prima del 1532 dalla famiglia Gallenberg di Ostri vrh. Nel 1635 il palazzo fu saccheggiato durante le sommosse contadine, invece nel 1688 passò nelle mani dei Erberg. A metà del XVIII secolo venne rinnovato in stile barocco. Fu allora che vennero aggiunti al complesso un piano ed i giardini attorno al palazzo. Il barone Giuseppe d'Erberg fece costruire i due padiglioni nel primo Ottocento, nello stesso periodo sistemò il parco e la piscina, nonché il giardino botanico del palazzo. Alla fine del secolo XIX il palazzo divenne proprietà della famiglia Povše. Purtroppo, il complesso fu bruciato dai partigiani nel 1943.

I due padiglioni del palazzo Dol
Nella parte orientale dei resti del palazzo sono situati due padiglioni ben conservati. Quello Nord fu costruito nel 1827, mentre quello Sud nel 1829 in stile architettonico neoclassico su ordine del barone Giuseppe d'Erberg. Il padiglione Nord comprende la biblioteca, il padiglione Sud fu inteso invece dal barone per la propria collezione di opere d'arte. Nel porticato all'entrata sono posizionate quattro statue, rappresentanti le muse dell'arte della pittura, dell'architettura, della poesia e della musica. Oggigiorno i due padiglioni vengono usati per diversi eventi e numerose mostre.

Il castello Ostri vrh (Il castello nuovo, Novi Osterberg, Il castello di Povše, detto anche la villa di Kanskzy) a Podgrad
Stando alle fonti, il castello viene menzionato per la prima volta nel 1256 come proprietà di Spanheim, al tempo il Patriarca di Aquileia. Durante il periodo nel quale c'era ancora l'antico castello, si dice che il luogo fosse un edificio residenziale ed amministrativo, mantenutosi fino al 1562 quando morì il conte, nonché proprietario del palazzo Jurij Gallenberg. Il castello fu a lungo dimenticato, tanto che il barone Janez Vajkard von Valvasor nella sua opera La Gloria del Ducato di Carniola del 1689 descrive il complesso come già in rovine. Il castello passò di mano in mano, fino ad essere acquistato dal barone Giuseppe d'Erberg, il quale decise di demolire le mura e nel 1789 di costruire il palazzo, ovvero la villa da caccia a un piano in stile rinascimentale. Il palazzo si estendeva su una superficie di circa 50 metri quadri e fu sostenuto da una parte del muro originale del castello. Per la propria facciata rossa, la villa venne chiamata anche il castello rosso. In esso vennero infissi frammenti originali di ceramica blu (probabilmente i resti del forno del vecchio castello), nonché proiettili da cannone in pietra ed una parte della pietra sepolcrale romana trovata a valle. Nel 1822 venne costruita anche casetta del custode ai margini Sud del cortile. Tra i vari proprietari del complesso vi fu pure, ed addirittura per ben due volte, Franc Povše, nobile e rappresentante del ducato, ragione per cui gli abitanti del posto iniziarono a chiamare il complesso anche il castello di Povše. Dopo di che il palazzo passò ai proprietari della fabbrica chimica a Podgrad, la famiglia Kansky, che nel 1932 iniziò la ristrutturazione del complesso. I lavori comprendevano il livellamento della parte Est del terreno, nonché la riedificazione della villa, con la quale fu raddoppiata la superficie del palazzo. Durante la Seconda Guerra Mondiale il complesso fu usato dalle forze naziste come torre di osservazione, mentre oggi ospita diversi appartamenti residenziali.

Gostilna Pri Peclju, Cesta v Kresnice 19, Podgrad
La trattoria offre pietanze tipiche slovene, piatti casarecci e a base di pesce. La trattoria organizza anche picnic, eventi, feste per gruppi e mette a disposizione degli ospiti il grande parcheggio davanti della trattoria.

Gostilna Vegov hram, Dolsko 57, 1262 Dol pri Ljubljani
Con la propria offerta di prelibatezze slovene oltre che di appartamenti, la trattoria rappresenta il punto ideale per il vostro ristoro lungo il percorso.

Pizzeria Sonček, Tomačevo 33, 1000 Ljubljana
Sul menù della pizzeria si possono trovare ben 60 tipi di pizza ed altre specialità.

Trattoria e pizzeria Kaval, Tacenska 95, Ljubljana
La trattoria, pizzeria e bar offre cucina italiana, le specialità toscane, pranzi e dolci squisiti. Il piacevole ambiente con un vasto parcheggio offre anche un bar separato con pasticceria locale.

Il palazzo Dol
Il palazzo Dol fu molto conosciuto nell'Europa del XIX secolo, in maggior parte grazie ad uno degli ultimi signori del palazzo, il barone Giuseppe d'Erberg, personaggio storico molto interessante. Il barone fu un appassionato collezionista di opere d'arte, antiquariato, manoscritti, libri e tanti altri oggetti particolari, molti dei quali ricevette o portò dai suoi lunghi viaggi per il mondo. Spese molto del suo tempo nel parco del palazzo dove sistemò il giardino botanico con più di 7000 specie di piante. Giuseppe d'Erberg fu anche custode dell'archivio delle famiglie nobili della Carniola ed ebbe anche uno spiccato senso artistico. Nel 1819 ebbe l'onore di ricevere l'erede al trono Ferdinando I d'Austria, nel 1821 furono suoi ospiti invece Francesco II, imperatore del Sacro Romano Impero in persona, con la consorte Carolina Augusta di Baviera. Per via di una visita così importante, il barone d'Erberg fece costruire nel parco la colonna in stile dorico con l'iscrizione in onore dell'evento, mentre di fronte ai padiglioni fece posizionare le statue dell'imperatore.

La trattoria Pri Peclju
La trattoria vanta una tradizione molto lunga. Quando il fiume Sava permetteva ancora la navigazione, passava di fronte alla trattoria la strada lungo la quale venivano trainate le barche piene di merci su per la corrente del fiume. I carrettieri tutti sfiniti sceglievano la trattoria per riposarsi un po'. Anche l'origine del nome della trattoria è molto interessante. Il proprietario di una volta (all'inizio del XIX secolo un certo signor Vrhovšek) non si occupava solo di ristorazione ma anche di vendita della frutta. La tradizione vuole che il proprietario buttasse i gambi di ciliegie usate nella trattoria tra le ciliegie da vendita. Fu scoperto però proprio dai bambini del posto che iniziarono a chiamarlo signor Pecelj (Gambo). È evidente che il nome sia rimasto fino ad oggi.

L'inizio della sommossa popolare slovena durante la Seconda Guerra Mondiale
Subito dopo l'occupazione della Jugoslavia nel 1941, iniziarono a formarsi diversi gruppi partigiani che si organizzarono per la lotta armata contro le forze altrui. Quando la Germania attaccò l'Unione Sovietica il 22 giugno dello stesso anno, l'Ufficio politico del Comitato centrale del Partito Comunista il 4 luglio accolse la decisione di ampliare i sabotaggi individuali in una lotta comune contro le forze occupanti ed i loro complici. Nell'editto del 12 luglio 1941, il Partito Comunista incitò tutti i popoli della Jugoslavia ad una lotta armata con lo scopo di distruggere interamente le forze fasciste ed i traditori della patria. A tal proposito, il Comitato centrale Comunista della Repubblica federativa di Slovenia ed il Comando generale delle forze partigiane promossero una serie di decisioni, direttive e delibere sull'inizio delle sommosse e le lotte armate sul territorio sloveno. Inoltre in Slovenia fu accotla la Legge partigiana con la quale furono determinati i diritti e gli obblighi dei membri del movimento partigiano, il solenne giuramento da partigiano, l'organizzazione delle unità partigiane, la propria bandiera ed altro ancora. In quel periodo nella zona di Šmarna gora e Rašica operavano due gruppi partigiani, quello di Šmarna gora e quello di Gameljne, che svolsero azioni individuali armate e sabotaggi. Durante la riunione del 19 luglio 1941 decisero sulle successive operazioni e la loro riorganizzazione. Ciascuno dei gruppi doveva eseguire un'altra azione per poi unirsi in un solo gruppo. Il gruppo di Gameljne fu responsabile della liquidazione di due noti complici tedeschi, il gruppo di Šmarna gora invece dell'ex militare Franc Žnidaršič, il quale collaborò con i nazisti e lavorò addirittura come interprete in una base militare. Con Žnidaršič furono in conflitto già da prima dell'inizio della guerra. Il gruppo di Gameljne colpì per primo ma l'attacco nella sera del 21 luglio non ebbe successo. I partigiani di Šmarna gora riuscirono nell'intento ed il giorno dopo, la mattina del 22 luglio, a Pšatnik ferirono gravemente Franc Žnidaršič. Miha Novak, Mirko Knapič e Ludvik Bradeško furono coloro che collaborarono all'azione. In cambio, però, le forze tedesche catturarono molti familiari di Novak e Knapič, mentre Ciril Knapič fu addirittura fucilato. In Jugoslavia, il giorno nel quale fu premuto il primo grilletto partigiano era anche festa nazionale della lotta di liberazione del popolo sloveno.

Il percorso si snoda su strade prevalentemente meno trafficate, tranne che per i seguenti tratti:
- Zasavska cesta (1,4 km) tra Nadgorica e Šentjakob,
- Šmartinska cesta (1,2 km) da Trbeže a Šmartno,
- Obvozna cesta–Miheličeva ulica (1,2 km) tra l'incrocio con Ulica bratov Komel e Tacenske ceste.
Questi sono i tratti di traffico più intenso, perciò bisogna essere particolarmente attenti.
Il tratto tra Gameljne e Črnuče attraversa il bosco. In questo punto la vista si offusca rapidamente e diventa più difficile vedere le particolarità, quindi di sera e di notte è opportuno l'uso dei fari sulla propria bicicletta.